Quando si pensa a Pinilla, si pensa a un giocatore di grande grinta e grande motivazione. Uno che da tutto, che lotta su ogni pallone ma anche di un giocatore dotato di buona qualità tecnica. Così lo conoscevamo prima che arrivasse a Genova. Per queste qualità lo abbiamo apprezzato in quella prima parte di stagione 2014/15 della sua precedente esperienza genovese. Così l’abbiamo ammirato poi nei successivi campionati a Bergamo, ma il Pinilla che stiamo ammirando da gennaio ad oggi ne è un lontanissimo parente.

Il giocatore appare svogliato, stanco e poco lucido. Ogni volta che va a staccare di testa su palla lanciatagli dalle retrovie genoane commette fallo sull’avversario. Palla a terra raramente riesce a servire i compagni e l’intesa col compagno di reparto Giovanni Simeone pare non essere sbocciata.

Con l’Atalanta la ciliegina sulla torta: mandare a quel paese l’arbitro a mezz’ora dalla fine lasciando la squadra in dieci, in un momento di difficoltà enorme, con uno stadio in contestazione e con una crisi di gioco imbarazzante è stata veramente un’azione da irresponsabile. Il cileno ha lasciato i compagni andare al macello e a caricarsi sulle spalle una figuraccia pessima che forse, in undici contro undici, si sarebbe potuta evitare.

Fonte: genoanews1893.it