In una giornata di autunno inoltrato c’è una brezza leggera al quartiere Marassi che spinge dal Mare un odore di pesce avariato, che non amo particolarmente.

La Sampdoria, sin dai primi minuti di gioco, si dimostra squadra schiacciata dal

peso della classifica, rispecchiando la sua città, schiacciata dal mare con lo sguardo fisso al largo per cercar di respirare.

Ma l’Atalanta di oggi appare schiava delle assenze, e nonostante il predominio territoriale stenta a creare le occasioni da gol necessarie all’uopo.

I cambi, viste le defezioni, si sapeva, non avrebbero potuto far scattare la scintilla, nonostante un volenteroso Barrow si sia creato l’occasione per un gol o per una sacrosanta (inspiegabilmente mancata) espulsione.

Forse solo il sottoscritto si è accorto anche di un fallo di mano del portiere Audero fuori area nel primo tempo, che avrebbe potuto decretare un cartellino rosso.

Ma, a prescindere dalle recriminazioni, la puzza di marcio portata dal mare ha avuto il sopravvento.

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