Gol, assist, fisico, testa giusta: Retegui centravanti totale?
Un anno fa, più o meno di questi tempi, Luciano Spalletti e Gian Piero Gasperini a Zingonia avevano chiacchierato a lungo soprattutto di Scamacca. Oggi, se e quando dovessero sentirsi, parlerebbero del recupero di Gianluca, certo. Ma soprattutto del centravanti - anche lui azzurro e fresco nerazzurro - che sta riuscendo a non farlo rimpiangere: Mateo Retegui. Che è arrivato a Coverciano portandosi metaforicamente nel trolley il pallone della sua prima tripletta in Serie A, dunque il titolo di capocannoniere del campionato (assieme a Thuram), ma anche un bagaglio più prezioso: la crescita di questi due mesi alla scuola del Gasp. Era già il “nove” dell’Italia, oggi lo è ancora di più.
L’Atalanta consegna alla Nazionale un centravanti “nuovo”, perché Gasperini, prima di dare una svolta alla carriera di molti giocatori, gli cambia il “chip”: all’Italia Retegui aveva già dato prima di arrivare a Zingonia, l’avvio di questa stagione lascia pensare che possa dare ancora di più. Perché se a dire che Retegui è in crescita è chi lo allena tutti i giorni, è più che probabile che sia così. Visto che l’endorsement arriva da un tecnico che non si accontenta facilmente, che l’aveva lasciato in panchina nelle due partite prima di quella contro il Genoa: per motivi di turnover, ma anche per stimolarlo ad alzare il livello di continuità nell’arco dei 90’. E l’altro ieri gli ha fatto i complimenti anzitutto per questo: da oggi Spalletti avrà un centravanti che sta imparando a essere molto più partecipe al gioco di squadra, un punto di riferimento anzitutto per gli altri attaccanti che giocano con lui, un “cucitore” delle trame di reparto.
PARTECIPAZIONE
—Il senso per il gol lo ha sempre avuto, l’Atalanta di oggi - ma anche l’Italia, ovvio - possono offrire a Retegui molte più chance rispetto al Genoa per assecondarlo: non a caso Mateo ha già segnato a inizio ottobre i 7 gol che aveva realizzato in tutto lo scorso campionato. Oggi il Chapita sembra avere in più la concretezza di chi sta “dentro” la gara più a lungo, che non si ferma dopo aver dato i primi segni di vita offensiva: uno dei primi comandamenti che gli ha dato il Gasp. Sta dimostrando la mentalità più altruista di chi mette sullo stesso piano ricerca del gol e disponibilità a relazionarsi con chi può aiutarlo a segnarli. O con chi può essere aiutato a segnare.
UN GOL EUROPEO
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Se in passato era comunque difficile dare dell’egoista a un centravanti che si è sempre nutrito anche di corse, rincorse e fase difensiva, nel presente si vede come gli venga più naturale trovarsi pronto al dialogo, alla combinazione, alla sponda. Si è visto bene contro il Genoa: Retegui, al di là del colpo di tacco che ha spedito Ederson verso il 3-0, era in zona utile a partecipare anche ad altre azioni gol. La tripletta ha ampliato il novero delle modalità: prima dei due di piede di sabato, aveva timbrato solo di testa (tre) e su rigore (Lecce). Ora gli manca solo una rete in Europa, dunque in Champions: che sia giovedì contro il Belgio o lunedì contro Israele, Spalletti spera che nel frattempo Mateo si porti avanti in Nations League.
fonte Gazzetta.it