19/03/2020 | 22.30
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Gomez: 'Giampaolo e Gasp unici. Cresciuto con Riquelme, litigavo con Simeone. Atalanta da scudetto'

Alejandro Gomez, attaccante e capitano dell'Atalanta, si è raccontato a Cronache di Spogliatoio in diretta su Instagram, parlando del proprio ruolo e del momento che sta vivendo con il club.

QUESTI GIORNI DA CAPITANO - «Siamo divisi a metà, quelli rimasti fuori dal centro sportivo con le nostre famiglie e i single che sono rimasti all'interno di Zingonia. Cerchiamo di parlare ogni giorno e capire cosa fare o non fare, per parlare del calendario e di quanto riprenderemo».

PASSAGGIO PRIMA DELL'ASSIST - «Tutti guardano l'ultimo passaggio, ma è molto importante il passaggio precedente. Far smarcare un tuo compagno o liberare la giocata è fondamentale. Io studio su WyScout per i passaggi chiave, ovvero la giocata prima dell'assist».

CRESCITA PERSONALE - «Diego Simeone mi faceva giocare come ala nel 4-3-3, e io che ero abituato a fare il trequartista dicevo: 'Se faccio tutta la fascia mi stanco e non arrivo lucido in porta'. Ci litigavo i primi giorni e iniziavano discussioni pazzesche. Avevo 19 anni e rispondevo. Poi sono cambiato in meglio. Mi disse: 'Il giorno che andrai in Europa farai l'esterno d'attacco perché sei piccolo e veloce'. Lo Monaco a Catania mi vide in Independiente-San Lorenzo con recuperi in fase difensiva e mi prese per fare il tridente con Mascara e Maxi Lopez. Con Gasp e il lavoro nell'Atalanta mi sono evoluto in seconda punta».

TREQUARTISTI ARGENTINI - «Sono cresciuto con Riquelme e D'Alessandro. Sono tornato un po' a fare quello che facevo all'inizio della carriera, ma se non corri non puoi giocare nel calcio di adesso».

GASPERINI E SIMEONE - «Anche Giampaolo è stato importante. Sono arrivato senza sapere la lingua e la tattica, a Catania mi ha messo titolare facendomi crescere tatticamente. Ovviamente il Cholo e Gasperini non si assomigliano molto adesso, ma Simeone era un pazzo all'inizio della carriera giocando con 4 o 5 attaccanti. Le sue squadre erano molto diverse dal suo Atletico Madrid: al River e al San Lorenzo faceva un gioco molto offensivo».

UN TROFEO - «Linda mi dice sempre che vuole vincere lo Scudetto e la Champions. Lei è molto ambiziosa. Mi ha detto: 'Ancora non ho capito perché non state lottando per lo Scudetto'. Io le rispondo: 'Calma, siamo l'Atalanta'. Come il presidente Percassi che ogni anno chiede la salvezza. Probabilmente se non perdevamo qualche punto stupido potevamo avere 5 o 6 punti in più ed essere più vicini allo Scudetto. Mancano ancora 12 o 13 giornate. Per quello che facciamo non sarebbe una follia pensare allo Scudetto».

SORTEGGIO CHAMPIONS - «Quando abbiamo pescato il Valencia ho detto: 'Loro hanno pensato di aver avuto fortuna ad averci pescati'. Adesso nessuna squadra ci vuole incontrare perché nessuna squadra sa cosa può accadere con noi. Non avere esperienza in questa competizione ci rende la testa più libera. Siamo la mina vagante insieme al Lipsia, una formazione tosta che gioca bene».

MESSI - «Quando giochi con lui in partitella vinci spesso. Non siamo al livello del Barcellona e di Messi, ma a volte succede che se gioco nella squadra di Ilicic ho più possibilità di vincere. Se sei con calciatori dal tasso tecnico più alto è  più facile arrivare alla vittoria. Allenarsi con Messi... hai da imparare tutto il tempo. Se cerchi di imitarlo è impossibile, fa le cose a una velocità altissima con un piede che ho visto poche volte. Non riuscirai mai a fare le cose come fa lui per velocità e precisione. Anche il suo controllo orientato fa la differenza. Mi sono allenato con lui e ho affrontato Cristiano Ronaldo: per me è il massimo».

GUERRA PER LO SHAMPOO - «Per tutto, dai saponi al resto. Io e qualcun altro cerchiamo una volta al mese di fare la spesa comprando una scatola piena di dentifricio, deodorante e quello che può servire nello spogliatoio. Il problema è che ultimamente sono l'unico, l'ultima volta ho fatto la spesa con Muriel: ha messo tutto nel carrello e ha fatto pagare me».

COME CURO LE SCARPE - «Quando mi arrivano nuove le lascio in acqua bollente per un giorno. Mi serve e migliora le scarpe perché altrimenti sarebbero dure nei primi utilizzi. Il grasso di foca lo passo prima di giocare la domenica».

TIFOSI - «Il tifoso dell'Atalanta non dice 'vado allo stadio' ma 'vado all'Atalanta'. So che il tifo del Sud è diverso, a Catania era molto caldo e mi ricordava la tifoseria sudamericana. Devo dire che quando sono arrivato a Bergamo mi è sembrato subito pazzesco. Il tifoso bergamasco ha un senso di appartenenza incredibile, questo al giocatore arriva dentro prima o poi».

DOPO ISOLAMENTO - «Mi mancano i 25 minuti di macchina tra Bergamo e Zingonia con la mia musica pensando all'allenamento. Per me quello è il momento in cui sono più solo, lo ritengo più mio. Mi manca molto».

Fonte: calciomercato.com

By Gandalf
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