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Guida al Crotone 2017/18

La squadra calabrese è chiamata a una salvezza più tranquilla rispetto all’anno scorso, con una squadra più preparata ma che ha ancora diverse incognite.

 
Posizione lo scorso campionato: 17°

Chi in più: Aristoteles Romero, Giovanni Crociata, Oliver Kragl, Daniel Pavlovic, Leandro Cabrera, Davide Faraoni, Mariano Izco, Marco Tumminello, Arlind Ajeti, Stefan Simic, Rolando Mandragora, Ante Budimir.

Chi in meno: Claiton, Djamel Mesbah, Maxwell Acosty, Diego Falcinelli, Aleandro Rosi, Lorenzo Crisetig, Leonardo Capezzi.

La provincia di Crotone è una delle più povere e meno popolose d’Italia (non arriva ai duecentomila abitanti), e ora che l’industria pesante è andata via le uniche speranze produttive sono rimaste in mano all’agricoltura e ai servizi. Crotone è praticamente isolata dal resto dell’Italia: al momento può essere raggiunta solo via macchina o pullman, visto che non c’è né una stazione del treno che la colleghi con il resto d’Italia (la stazione locale serve solo treni regionali, a parte la tratta per Taranto), e nemmeno un aeroporto funzionante nell’arco di 100 km.

Il Crotone si inserisce in questo scenario sociale desolante. Il club è di proprietà di un imprenditore locale e ha un bacino di tifosi che non va oltre la piccola provincia in cui si trova. Non ha un settore giovanile florido o anni di diritti TV accumulati alle spalle da poter sfruttare sul mercato.

Un’inadeguatezza che l’anno scorso si è riflessa nella mancanza di uno stadio adeguato (il Crotone la passata stagione ha giocato le prime tre partite “in casa” a Pescara, mentre finivano lentamente i lavori di adeguamento dello Scida) e da una rosa che sembrava impreparata e non all’altezza. Con questi mezzi, il Crotone forse farebbe fatica a sopravvivere persino in Serie B e invece, grazie ad una singola grandissima stagione, si ritrova a lottare per salvarsi in Serie A per un altro anno.

L’incredibile salvezza 2016/17

Nicola aveva iniziato lo scorso campionato ereditando il 3-4-3 dell’anno della promozione con Juric, nonostante la perdita di giocatori cardine (come Budimir) e l’arrivo di tante scommesse (come Simy). Un sistema di gioco che però, al contrario di quanto avveniva con l’allenatore croato, con cui era proattivo e aggressivo, veniva snaturato per essere reattivo, perché ritenuto più adatto a contrastare avversari tecnicamente superiori.

L’esperimento, però, inizialmente non aveva funzionato, e il 3-4-3, svuotato dei suoi principi cardine, aveva finito per rappresentare una zavorra: gli esterni venivano messi in mezzo troppo facilmente, l’uscita del pallone era insicura e la scelta di una verticalità estrema spezzava la squadra in due, rendendola vulnerabile in transizione negativa.

Ultimo alla fine del girone d’andata con 9 punti, il Crotone ha avuto la fortuna di veder frenare le rivali dirette in maniera ancora più clamorosa. Nonostante il passaggio al 4-4-2 non avesse portato un drastico cambiamento nei risultati, insomma, la retrocessione matematica non è arrivata e questo ha acceso le ultime speranze rimaste. Anche sulla base di queste premesse, però, è difficile spiegarsi gli 8 risultati utili nelle ultime 9 giornate, anche statisticamente, se si esclude la fortuna di incontrare alla fine del campionato tutte squadre che non avevano più niente da chiedere al campionato (Chievo, Torino, Sampdoria, Pescara, Udinese e Lazio).

Imparare dai propri errori

La miracolosa salvezza dell’anno scorso, comunque, non ha lasciato solo festeggiamenti per il passato ma anche insegnamenti per il futuro. Il club, nella sua interezza, ha fatto di tutto in estate per evitare di trovarsi nella situazione di dover trovare l’impresa anche in questa stagione.

Alla tradizionale presentazione della squadra a metà agosto, l’allenatore Nicola ci ha tenuto a sottolineare il fatto che l’impresa della scorsa stagione non aggiunge un punto alla classifica di quest’anno e che adesso si riparte da zero, o quasi. Lo scorso anno, infatti, la squadra non aveva idea di cosa significasse giocare in Serie A, come rosa e come struttura societaria (sia per la fase di preparazione alle partite sia per i problemi con lo stadio, come già detto). Ora il Crotone sembra più consapevole di cosa significhi affrontare tutte le settimane squadre più forti.

Rimangono i problemi di una società che, per risorse finanziarie, è una delle meno preparate in Italia. La società non ha potuto alzare di molto il livello della rosa, almeno sulla carta. Sono arrivati tutti giocatori a basso costo, tra scarti di squadre medie e giocatori di categorie inferiori. Il Crotone, tra prestiti e acquisti a parametro zero, ha acquistato ben 9 giocatori in un mix di giocatori esperti (come Izco e Cabrera) e giovani scommesse (come Tumminello e Simic). La rosa è stata così completata in ogni zona di campo, in modo da avere almeno due giocatori per ruolo.

Tra i nuovi acquisti a risaltare sono soprattutto tre arrivi: Rolando Mandragora, in prestito dalla Juventus; Ante Budimir, tornato al Crotone dopo un anno alla Sampdoria; e Aristóteles Romero, ventunenne venezuelano prelevato dai Mineros (l’acquisto più costoso dell’intero mercato del Crotone). Romero è un monolite di cemento in grado di reggere qualsiasi urto, potenzialmente in grado di dare più sostanza alla squadra senza palla soprattutto contro centrocampi fisici. Per vederlo in campo però ci vorrà del tempo, dato che è arrivato nelle ultime ore del mercato saltando quindi tutta la preparazione.

Come salvarsi di nuovo

Nicola è un allenatore che dà molto valore alla praticità, preferendo minimizzare e semplificare i compiti dei giocatori per avere la certezza che questi vengano compiuti, e bene. Il Crotone non vuole mostrare nulla di più di un calcio solido, che cerca di arrivare alla porta avversaria il prima possibile.

Il gioco Nicola ha una sua efficacia quando il Crotone riesce a formare triangoli in velocità, con una delle punte che rientra sulla trequarti mentre l’altra va in profondità. Il principale limite della squadra, però, sta nel non riuscire dare continuità a questo tipo di letture, con errori tecnici o di scelta che spesso portano alla perdita del pallone. Per evitare la perdita del possesso in zone pericolose del campo, allora, Nicola chiede spesso di lanciare lungo verso una delle due punte, soprattutto quando non c’è possibilità di fraseggio corto sperando di arrivare alla conclusione attraverso movimenti istintivi e duelli individuali.

Senza palla, invece, il Crotone, che non sembra avere dei meccanismi di recupero immediato del pallone, si dispone con tre linee orizzontali per coprire il campo in ampiezza. L’obiettivo è quello di proteggere il centro, stringendo le linee e chiedendo ai due centrali di essere aggressivi negli anticipi nei confronti degli avversari tra le linee. Quello di concedere la ricezione tra le linee è un difetto strutturale del Crotone, che paga soprattutto contro squadre capaci di sfruttare gli spazi di mezzo.

Per cercare di ovviare a questo problema, almeno tecnicamente, in estate sono stati acquistati centrali di difesa molto forti fisicamente in modo da poter uscire in maniera veloce e aggressiva dalla linea di difesa. Dal mercato sono quindi arrivati Arlind Ajeti, Stefan Simic e Leandro Cabrera. La coppia centrale titolare dovrebbe essere quella composta proprio da Ajeti (che si giocherà il posto con Ceccherini, il titolare della scorsa stagione) e Cabrera.

Leandro Cabrera arriva al Crotone dopo una carriera passata nelle serie inferiori spagnole e al Saragozza, dove negli ultimi tre anni è stato il titolare (era arrivato giovanissimo in Europa, forse con aspettative diverse, all’Atletico Madrid). È un centrale fisicamente molto dotato e con un’ottima velocità di base (uno dei motivi che l’hanno portato ad essere adattato anche come terzino sinistro). Il suo impatto con il gioco di Nicola è stato ottimo, perché risponde esattamente a quello che serve al tecnico, e cioè un centrale che non si perde in troppi fronzoli, che non si spaventa dei contrasti e in grado di lanciare lungo con una certa precisione. Al momento è già il giocatore più affidabile del blocco arretrato, visti i problemi di Ajeti nelle letture e di Ceccherini nella tecnica di base.

I terzini, invece, nelle idee di Nicola, devono essere principalmente veloci e di buona tecnica. L’idea iniziale del tecnico del Crotone era quella di schierare Bruno Martella a sinistra e Davide Faraoni a destra. Ma il pessimo esordio di Faraoni ha portato Nicola a cambiare i piani, avanzando l’ex terzino dell’Inter sull’esterno alto nella partita contro il Verona, dove ha mostrato di essere più a suo agio.

Con Nicola, comunque, il pallone passa pochissimo per il centro del campo, se non per provare a superare la linea di prima pressione e attendere lo smarcamento di una punta, da raggiungere attraverso le verticalizzazioni improvvise dei due centrali di centrocampo.

Non è ancora chiaro, però, quali giocatori andranno a comporre il centrocampo del Crotone, perché le scelte sono molte e i profili decisamente diversi. Nicola vuole due centrocampisti centrali molto forti senza palla, capaci di verticalizzare immediatamente verso le punte, che hanno il compito di riciclare le seconde palle insieme ai due esterni.

In questo senso, non è ancora chiaro quanto peso avranno i nuovi arrivati. Aristóteles Romero, come detto, è arrivato proprio alla fine del mercato e Nicola si vorrà anche prendere del tempo per conoscerlo meglio. Giovanni Crociata, invece, sembra ancora un po’ troppo acerbo, nonostante mostri un’ottima tecnica di base.

In estate è stata data massima fiducia ad Andrea Barberis, che ad appena 23 anni è già un veterano della squadra (quest’anno gli è stata data addirittura la maglia numero 10) ed è l’unico giocatorea a disposizione di Nicola che si avvicina ad un regista. Barberis, grazie alle sue discrete capacità per quanto riguarda la visione di gioco e la protezione del pallone, permette al Crotone di avere una migliore circolazione del pallone, senza perdere troppo in fase difensiva, essendo molto dinamico. Barberis potrebbe anche dare il suo contributo in fase realizzativa, sapendo inserirsi molto bene in area, con un ottimo colpo di testa, e avendo un buon piede sui calci da fermo.

Sull’esterno di sinistra dovrebbe giocare invece Adrian Stoian, forse l’unico giocatore realmente imprevedibile del Crotone. Stoian è un esterno offensivo dall’ottima tecnica e dalle scelte un po’ anarchiche (spesso poco leggibili anche dai compagni), che aggiunge un po’ di controllo sull’esterno dove altrimenti verrebbe privilegiata solo la corsa. Stoian non rimane sempre sull’esterno, ma a volte si accentra per liberare lo spazio a Martella e restringere il campo intorno al pallone, in modo da facilitare il fraseggio e recuperare più velocemente le seconde palle. Il meccanismo che vede Martella sovrapporsi per il cross in area mentre Stoian si posiziona nel mezzo spazio è forse il meccanismo più consolidato del Crotone per fare circolare il pallone sulla trequarti avversaria.

Improbabile, quindi, che l’arrivo di Pavlovic, terzino più solido ma meno tecnico, possa davvero minacciare il posto da titolare di Martella. Allo stesso modo, è difficile che Oliver Kragl, preso dal Frosinone come esterno sinistro, possa contendere il posto a Stoian.

Per far funzionare tutta la struttura, però, il Crotone ha bisogno di un centrocampista abile nelle letture senza palla in modo da limitare i danni in fase di transizione difensiva. Questo centrocampista dovrebbe essere Rolando Mandragora, che continua la recente tradizione di giovani arrivati a Crotone per lanciare la propria carriera nel grande calcio (come Florenzi, Bernardeschi, Cataldi, Ricci).

Mandragora è uno dei migliori centrocampisti italiani sotto i 21 anni, e le responsabilità che il sistema di Nicola gli richiede, unito alla possibilità di giocare con continuità dopo un lungo infortunio, potrebbero essere la miccia per portare alla sua esplosione (fattore che chiuderebbe definitivamente le porte all’ascesa di Romero).

Per contenere i rischi, comunque, la società si è tutelato acquistando un centrocampista molto esperto come Mariano Izco. L’argentino, dopo molti anni al Chievo, è una buona polizza assicurativa nel caso di infortuni o di rendimento non soddisfacente della coppia Barberis-Mandragora. Può inoltre giocare anche da esterno destro, dove Nicola non sembra avere ancora scelto il titolare. Nelle prime due giornate si sono alternati Faraoni e Marcus Rhodén, decisamente meno veloce sul lungo ma molto più attento nelle letture e in fase di non possesso, ma in panchina c’è anche Andrea Nalini, che per ora viene usato solo a partita in corsa. Le scelte a disposizione, comunque, sono tante e adesso sta solo a Nicola capire chi far partire titolare, anche a seconda degli avversari.

Come per tutte le squadre che lottano per non retrocedere, però, il nodo più spinoso è quello di trovare l’attaccante in grado di segnare i gol decisivi per la salvezza. L’anno scorso questo era uno dei principali problemi del Crotone. Inizialmente la squadra calabrese aveva provato a sostituire Budimir con Simy, ma non riusciva a fargli arrivare il pallone pulito in area perché il Crotone giocava principalmente sui lanci lunghi, difendendo bassa. Nicola in corso d’opera aveva quindi trovato in Falcinelli e in Trotta la coppia titolare, pur trovando risorse anche dall’adattato Tonev. Falcinelli è stato il giocatore cardine per la sua strategia grazie alla buone capacità realizzative e soprattutto il fatto di essere in grado di arrivare in area in transizione.

Con il bulgaro fuori per infortunio e Falcinelli tornato al Sassuolo, al momento la coppia titolare è quella formata da Budimir e Trotta, con Simy e Tumminello (giovane attaccante arrivato dalla Primavera della Roma) visti più come risorse specifiche dalla panchina. È una scelta che genera più di un’incognita tattica, perché non sono esattamente la coppia veloce e dinamica che aveva permesso al Crotone a salvarsi l’anno scorso. Budimir dà però un’arma ulteriore a Nicola, permettendo al Crotone di risalire il campo velocemente attraverso i lanci lunghi.

Trotta invece deve agire da seconda punta, recuperando le seconde palle distribuite da Budimir e partendo da fuori l’area per evitare la marcatura diretta del centrale (anche perché è meno abile di Budimir a reggere lo scontro fisico), essendo più tecnico e abile come punta di raccordo. A 24 anni potrebbe essere finalmente arrivata la stagione della sua esplosione: per struttura fisica ricorda infatti le punte che maturano con lentezza, di solito nella seconda parte dei vent’anni.

Nessuna delle due punte, però, è la tipologia di attaccante che sembra potersi esaltare con Nicola, come fece Falcinelli la passata stagione. Tumminello può essere forse quel giocatore che cerca la profondità che vuole il tecnico del Crotone, ma parliamo comunque di un giocatore che non è stato ancora mai testato in Serie A.

Le insidie

Il problema principale del Crotone è che, con i limitati mezzi economici a disposizione e un allenatore che punta più che altro a limitare i danni, non è riuscito a costruire una squadra con delle potenzialità tali da poter crescere oltre i limiti che sembra avere al momento. Il Crotone è privo di armi tattiche che gli permettano di giocarsela, almeno potenzialmente, con squadre superiori e non è riuscita a prendere un giocatore con delle doti realizzative affermate.

La fortuna del Crotone è che il livello delle concorrenti dirette quest’anno non è molto dissimile (persino tra le piccole che sembrano più vicine alla zona retrocessione, come Udinese e Cagliari). Forse il Crotone riuscirà a raccogliere più punti del girone iniziale della scorsa stagione, anche solo per il vantaggio di avere un anno di esperienza in più in Serie A rispetto alle neopromosse (a parte il Verona, ovviamente).

Sperare di poter ripetere il finale della scorsa stagione, che sembra più un’eccezione statistica che qualcosa a cui ambire con il lavoro quotidiano, è però illusorio. Per potersi salvare quest’anno bisognerà mantenersi più vicini alla quota salvezza, e giocarsi tutto nel finale di stagione senza doversi affidare ai miracoli.

Miglior scenario possibile

Budimir dimostra di poter essere un giocatore da doppia cifra anche in Serie A e la coppia con Trotta funziona alla perfezione. Il Crotone non perde contro le avversarie dirette e raccoglie quindi abbastanza punti per chiudere il girone d’andata ad un passo dalla zona salvezza. Gli basta un girone di ritorno onesto per chiudere la stagione a 40 punti.

Peggior scenario possibile

Il Crotone non riesce a rubare nemmeno un punto alle big e, senza i gol dell’attacco, non riesce nemmeno a battere le concorrenti dirette. A metà stagione ha gli stessi punti dell’anno scorso ma il miracolo dell’anno scorso non si ripete: chiude all’ultimo posto con 21 punti totali.

Giocatore da prendere al Fantacalcio

Il Crotone non ha un cannoniere sicuro e se non volete tentare delle scommesse rischiose è meglio puntare sul portiere. Cordaz può essere un ottimo terzo portiere da prendere a 1: l’anno scorso il Crotone ha subito meno gol di squadre come Chievo, Sassuolo, Torino e Genoa. Cordaz, poi, è uno dei giocatori che meglio risalta anche nelle sconfitte per via dei riflessi eccellenti che gli permettono di salvare almeno un paio di gol a gara.

Possibile alternativa tattica

Per via dell’infortunio che l’ha tenuto fuori nel precampionato, non è ancora chiaro se Nicola voglia impostare nuovamente Tonev come esterno sinistro o se voglia riprendere da dove aveva lasciato inserendo lui come seconda punta dietro a Budimir ai danni di Trotta. Il bulgaro può giocare in entrambe le posizioni e potrebbe rivelarsi un’ottima possibilità, sia da titolare che a partita in corso, per rendere il Crotone più flessibile e adattabile agli avversari.

fonte ultimouomo.com

 

 

 

By marcodalmen
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