29/08/2025 | 09.09
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Guida al Parma 2025-26


PIAZZAMENTO DELLO SCORSO ANNO: 16°

CHI IN PIÙ: Matija Frigan, Christian Ordóñez, Mariano Troilo, Oliver Sørensen, Abdoulaye Ndiaye, Tjas Begic, Sascha Britschgi.

CHI IN MENO: Giovanni Leoni, Ange-Yoan Bonny, Simon Sohm, Dennis Man, Valentin Mihaila, Antoine Hainaut, Yordan Osorio, Drissa Camara.

UNA STATISTICA INTERESSANTE DELLA SCORSA STAGIONE: Pur avendo avuto in rosa tanti giocatori alti (e da febbraio in poi anche Mateo Pellegrino, un centravanti specialista nei duelli aerei), il Parma è stata la squadra ad aver effettuato meno cross in media a partita (5.9, secondo i dati di Hudl Statsbomb) e anche meno cross in assoluto (223). Se si vanno a vedere solo i cross riusciti, in area di rigore, il Parma è sempre ultimo (60, quattro in meno del Venezia).

Il Parma, tornato in Serie A la scorsa stagione, aveva iniziato con l’ambizione di una salvezza tranquilla, soprattutto per via degli investimenti della proprietà americana e del modo in cui la squadra di Pecchia aveva dominato la Serie B 2023/24. L’inizio, con la vittoria contro il Milan, è stato incoraggiante, ma da lì in poi la squadra ha iniziato a lasciare per strada troppi punti e tra la poca continuità di rendimento e gli infortuni subiti da giocatori chiave, come Bernabé, il Parma che si trovava a metà classifica alla 14esima giornata è finito invischiato nella lotta per non retrocedere. 

Dopo aver conquistato appena 2 punti in sette giornate tra gennaio e febbraio, è arrivato l’esonero di Pecchia. Al suo posto, a sorpresa, è stato scelto l’esordiente Cristian Chivu che, mettendo innanzitutto un maggiore ordine tattico, ha trovato la quadra col più classico dei metodi della Serie A: passare alla difesa a 3.

Il Parma del 3-5-2 e delle palle verticali verso le due punte pesanti Pellegrino-Bonny è riuscito a tenere botta difensivamente e a garantirsi abbastanza offensivamente da strappare risultati pesanti, come i pareggi con Inter e Fiorentina e la vittoria con la Juventus. Il Parma compattato da Chivu ha superato anche lo scossone delle due sconfitte consecutive alla quartultima e terzultima giornata (contro Como ed Empoli) e si è salvato grazie al sorprendente pareggio col Napoli e alla vittoria all’ultima giornata con l’Atalanta. Nell’idea della società (di proprietà dell’americano Kyle Krause), Chivu sarebbe dovuto restare sulla panchina gialloblù, ma è arrivata la chiamata dell’Inter e il Parma ha tirato fuori dal proprio cilindro un altro nome sorprendente: quello dell’assistente di Arteta all’Arsenal, esordiente, giovanissimo e spagnolo, Carlos Cuesta.

Cuesta è arrivato a Parma parlando già italiano, anche grazie all’esperienza passata nelle giovanili della Juve quando Federico Cherubini (oggi amministratore delegato del Parma) faceva parte della dirigenza. Negli anni all’Arsenal è stato uno dei principali assistenti di Arteta, quello che aveva un rapporto più stretto con lo spogliatoio, anche per via della sua natura empatica e la poca differenza d’età con i giocatori. Secondo Cuesta, quello che importa di più ai giocatori è che l’allenatore sia onesto e che abbia la capacità di aiutarli a migliorare. Su cosa ha imparato negli anni con Arteta, ha detto che c’è la voglia di creare una cultura di squadra e la cura dei dettagli: «Ogni giorno, come si dice in Italia, sul pezzo».

Era tanta la curiosità per la metodologia di allenamento di Cuesta: nei primi giorni di ritiro gli inviati hanno raccontato di esercitazioni a campo ridotto, sfide due contro due, o tre contro tre, pressing e scambi rapidi palla a terra. Le parole d’ordine erano: ritmo alto e intensità. Si sono visti anche degli ospiti eccellenti: gli allenatori Davide Ballardini e Leonardo Semplici. Le amichevoli, però, non hanno restituito un quadro completo del Parma di Cuesta anche per via della forma fisica ancora da trovare e del mercato ancora in corso. 

Lo stesso Cuesta ha provato varie soluzioni in termini di formazione, forse anche per capire lui stesso che tipo di squadra aveva a disposizione. Ha iniziato il ritiro con la difesa a quattro e due ali larghe in fascia, ed è poi passato alla difesa a 3 e 2 esterni a tutta fascia, un modulo che è stato riproposto anche all'esordio in Serie A contro la Juventus e che curiosamente non si discosta molto da quello con cui l’aveva conclusa con Chivu. Come se Cuesta avesse deciso di non toccare più di tanto quanto trovato già funzionante, almeno per il momento.

Anche la rosa è cambiata molto rispetto all’inizio della scorsa stagione, a segnare ancora di più un punto di rottura col ciclo di Pecchia. Sono andati via giocatori importanti delle ultime stagioni: in sostanza, tolti Suzuki e Bernabé, tutti i giocatori che avevano mercato, sia alcuni con ancora il meglio del proprio calcio davanti come Bonny e Sohm, che altri arrivati forse a fine ciclo a Parma come Man e Mihaila. Come detto dallo stesso Cherubini, la cessione del giovanissimo centrale rivelazione Leoni non era preventivata, ma le cifre messe sul tavolo dal Liverpool erano di portata «storica» per il Parma.

In totale, i ricavi dalle cessioni hanno raggiunto gli 80 milioni e proprio nelle ultime settimane è partita un’aggressiva campagna acquisti per costruire le nuove fondamenta del ciclo di Cuesta. Il Parma ha una chiara strategia di scouting che pone un’attenzione particolare ai mercati del Nord Europa e a quello argentino, zone dove mira a giocatori di buon livello ancora non esplosi. Sono arrivati, quindi, tutti giocatori ancora non nel picco della carriera, che idealmente faranno un salto assieme al progetto del Parma.

Ad esempio, per andare a sostituire Leoni il Parma è andato in Argentina a prendere Mariano Troilo: un centrale alto e con le spalle larghe di 22 anni, dallo stile di gioco spigoloso e perfetto per la difesa a 3, col bonus di essere praticamente ambidestro. Proprio da questa estate è entrato nel giro della Nazionale argentina. Per prenderlo il Parma ha superato con un blitz il Pisa che lo stava trattando da settimane: gli emiliani hanno messo subito sul piatto la cifra di 8 milioni richiesta dal Belgrano.

La partenza di Bonny, invece ha costretto il Parma a prendere un altro attaccante, considerando il solo Mateo Pellegrino come sicuro titolare. Ad inizio estate sembrava aver puntato Colombo, passato poi al Genoa, ed è fallito anche il tentativo di inserirsi per Sebastiano Esposito, che ha scelto di rimanere fermo sull’idea di andare al Cagliari. Il Parma ha quindi optato per aprire la cartella con i nomi dall’estero e in pochi giorni ha preso Matija Frigan, dal Westerlo, in Belgio. Sarebbe stata la vera scommessa stagionale della squadra, se non si fosse rotto i legamenti crociati del ginocchio sinistro quattro giorni dopo la firma del contratto.

fonte ultimouomo.com



By marcodalmen
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