Guida all’Atalanta 2024/25
DA ULTIMOUOMO.COM
Piazzamento lo scorso campionato: 4°.
Chi in più: Mateo Retegui, Ben Godfrey, Ibrahim Sulemana, Nicolò Zaniolo.
Chi in meno: Aleskey Miranchuk, Emil Holm, Hans Hateboer, Michel Adopo, Giovanni Bonfanti, Josè Luis Palomino.
Una statistica interessante dalla scorsa stagione: secondo Opta, i portieri dell’Atalanta sono stati i più propensi ad affrontare le azioni avversarie uscendo oltre i limiti della propria area di rigore (1.45 per 90’).
Formazione tipo: (3-4-1-2) Carnesecchi; Godfrey, Hien, Kolasinac; Zappacosta, De Roon, Ederson, Ruggeri; Pasalic; De Ketelaere, Lookman.
La schizofrenia della stagione 2023/24 dell’Atalanta è forse racchiusa nel periodo conclusivo, dall’ultima sosta per le Nazionali in avanti.
In rapida successione: danza macabra sulle macerie tecniche del Napoli di Calzona al Maradona (30 marzo); andata di semifinale di Coppa Italia da “non sapevo di essere in campo” a Firenze, fatta eccezione per Marco Carnesecchi (3 aprile) e rimonta subita a Cagliari, con Nicolas Viola a staccare oltre Djimsiti e Toloi a 3’ dalla fine (7 aprile); le due prestazioni psicologicamente di maggior dispendio ed efficacia contro il Liverpool (11 e 18 aprile), inframezzate da un pareggio subito in rimonta da doppio vantaggio in casa contro l’Hellas Verona (15 aprile); vittoria di pura inerzia e status a Monza (21 aprile) e contro l’Empoli (28 aprile), con la tracotanza tecnica ed emotiva del ritorno di Coppa Italia con la Fiorentina, tra semirovesciate e contropiedi nel recupero contro una squadra in inferiorità numerica (24 aprile); la percezione dello sforzo fisico nel reggere l’impatto col Vélodrome di Marsiglia (2 maggio) e quello mentale di non ignorare la trasferta di Salerno contro una squadra appena retrocessa (6 maggio), i fuochi d’artificio sparati al 3-0 di El Bilal nel ritorno col Marsiglia (9 maggio) e i 24 tiri totali nell’ultimo scontro diretto in Serie A con la Roma (12 maggio); la seconda finale di Coppa Italia giocata all’Olimpico di Roma approcciata male e interpretata con eccessiva lentezza, prestando il fianco all’ultima messa in scena di Massimiliano Allegri da allenatore della Juventus (15 maggio), il fastidio di giocarsi la qualificazione matematica alla prossima Champions contro un Lecce dall’aria di festa salvezza e ottenerla col minimo sforzo (18 maggio), l’apoteosi di Lookman e la storica vittoria in Europa League contro l’altrimenti imbattuto Bayer Leverkusen (22 maggio); l’aura di intoccabilità di una gara dominata senza nemmeno sudare contro un Torino ancora teoricamente in corsa per un viaggio nell’Europa che verrà (26 maggio) e il recupero bagnato e tutt’altro che fortunato con la Fiorentina, col crociato anteriore del ginocchio sinistro di Scalvini a rovinare l’idillio finale nerazzurro (2 giugno).
Poco più di due mesi a condensare e mescolare tutte le tendenze e i picchi già mostrati nella prima metà abbondante di stagione. Alla sera del 4 novembre "la Dea" è ottava dopo 14 giornate, ha appena perso 3-0 all’Olimpico Grande Torino, ha giocato oltre 70 minuti col terzetto difensivo De Roon-Scalvini-Ruggeri a causa della sequela di infortuni del reparto arretrato, l’unico non adeguatamente coperto ai nastri di partenza stagionali. Un reparto che sul mercato si è incartato a causa delle vicende relative a Buongiorno e Hien. Per i quasi quattro mesi successivi, sino al 28 febbraio, l’Atalanta produce una striscia di 11 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta (1-0 pre-natalizio a Bologna) tra tutte le competizioni, inaugurato da Miranchuk e Muriel al 95’ di Atalanta-Milan e chiuso da Scamacca in contropiede al 91’ di Milan-Atalanta; un paio di settimane in cui si incontrano la prima, la quarta e la seconda squadra della Serie A. Nel mezzo anche la riproposizione della doppia sfida ai futuri campioni di Portogallo, lo Sporting, terminata con solo una vittoria ma arrivata nella sfida più decisiva, l’ultima. È il trampolino da cui prendere slancio per il finale.
Il 2023/24 sarà stampato nella memoria e negli annali come LA STAGIONE, sia per aspettative che per resa: la rosa a disposizione di Gasperini, almeno nei 17/18 elementi inclusi nelle rotazioni, era sin da settembre quella dalle risorse tecniche e atletiche più diffuse e variegate della storia bergamasca. La possibilità di modificare di partita in partita l’assetto offensivo, poggiandosi sull’ormai proverbiale sistema di pressione alta con riferimento a uomo, ha consentito alla Dea di cavalcare i momenti di forma dei singoli più del solito, gestendo meglio gli alti e bassi emotivi e tattici.
Quella specie di atarassia con cui l’Atalanta è sembrata vivere vittorie e sconfitte nel proprio ciclo recente è diventata un punto di forza sul palcoscenico più importante.
La coda della stagione ha spostato la lente d’ingrandimento sulle necessità della squadra: chiavi in mano all’amministratore delegato Luca Percassi e dal direttore sportivo Tony D’Amico per risolvere i nodi in sede di mercato. Tra giugno, luglio e i primi di agosto, però, le contingenze hanno fatto deragliare i piani.
Se l’acquisto a gennaio 2024 di Isak Hien aveva di fatto tamponato una necessità numerica a livello di centrali difensivi, l’esclusione del progetto tecnico di Palomino e lo stato di salute sempre più precario di capitan Toloi suggeriva a priori un pesante intervento in quella zona. A priori, cioè, dal pesante infortunio di Scalvini a 10’ dalla fine della stagione di club: l’affare Godfrey è stato chiuso assai rapidamente a inizio mercato, ma il prestito di Bonfanti al Pisa rende Kolasinac l’unico mancino tra i difensori centrali a disposizione di Gasperini. Anche considerando sempre più De Roon un giocatore buono per l’ultima linea, è lecito aspettarsi un altro movimento in entrata, soprattutto per dare un’alternativa di piede forte nel ruolo di braccetto sinistro – Djimsiti, Godfrey e, quando rientrerà, Scalvini, potrebbero comunque adattarsi, ma tirerebbero solo la coperta da un altro lato.
Ben Godfrey è l’agognato “difensore veloce” inserito nel roster dei braccetti: l’accoppiata con un altro centrale dall’elevato picco di velocità come Hien può suggerire una pressione portata con ancora più metri alle spalle da saper gestire, in linea con l’aggressività senza palla del finale di Serie A scorso (in aprile e maggio 2024, il PPDA della Dea è stato il 3° più basso dopo Napoli e Fiorentina).
La finale di Coppa Italia e il susseguirsi delle dichiarazioni di Gasperini sulla collocazione tattica di Touré hanno evidenziato un fatto: l’Atalanta forse non era pronta a gestire una proposta di calcio priva di un riferimento centrale avanzato come Gianluca Scamacca. Ci hanno pensato collaterale mediale, menisco e crociato anteriore del ginocchio sinistro a generare la drammatica accelerazione di un’aggiunta alternativa al centravanti di Fidene. Tra l’amichevole di Parma e il comunicato ufficiale relativo all’acquisto di Mateo Retegui sono trascorse appena una novantina di ore, segno della reputazione e del potere raggiunti dall’Atalanta nel panorama italiano.
Chiedere all’Atalanta di giocare con Retegui come se fosse Scamacca e chiedere a Retegui di giocare con l’Atalanta come se fosse Scamacca sarebbe un cortocircuito logico sin da principio: tra puntare un profilo simile ma di livello inferiore - a meno di investire cifre illogiche - o uno assai distante, che permetterà di esplorare un utilizzo differente ma non completamente estraneo di centrocampisti e attaccanti già in rosa, l'Atalanta ha optato per la seconda opzione. Già nella Serie A 2023/24, l’Atalanta è stata superata solo da Cagliari e Inter per cross ricevuti da un compagno in area di rigore (114): con uno specialista del gioco aereo e dello smarcamento in area come Retegui, la soluzione potrebbe fare ancor di più al caso nerazzurro.
Il movimento incontro che faceva Scamacca e che non farà Retegui // Il taglio alle spalle del centrale che non faceva Scamacca e che farà Retegui.
È stato inserito un attaccante più verticale come Zaniolo – di collocazione ancora poco definibile – in sostituzione di Miranchuk; poi un attaccante più propenso a fissare la profondità alle spalle della linea difensiva invece che ad accorciare dando la schiena all’area avversaria. Allora il rifinitore sarà il giocatore chiave per le sorti della manovra: nell’ultima stagione, la Dea è stata 2° per passaggi progressivi totali. Se possono esserlo a turno i braccetti in progressione, gli esterni in conduzione o Éderson/Pasalic tagliando le linee, manca al momento un atalantino che possa farlo con continuità.
Doveva esserlo Teun Koopmeiners. L’olandese non è andato all’Europeo per un infortunio nel riscaldamento dell’ultima amichevole prima della partenza per la Germania; si è presentato regolarmente al ritiro di Zingonia insieme agli altri non-nazionali, rientrando a pieno regime dopo giusto qualche seduta individuale con l’altro lungodegente De Roon; ha informato Gasperini e la dirigenza che non si sarebbe voluto più allenare col resto del gruppo, presentando un certificato medico che ne diagnosticava uno stato di “stress”, forzando Atalanta e Juventus a formalizzare un accordo che facesse il paio con quello che i suoi procuratori hanno già trovato da diverse settimane. La tempistica dell’aut-aut imposto da Koopmeiners all’Atalanta – la presa di posizione del centrocampista ex AZ è stata resa pubblica da Gasperini, in una lunga intervista concessa a L’Eco di Bergamo, quattro giorni dopo l’infortunio di Scamacca – ha trasformato la trattativa che porterebbe Matt O’Riley dall’essere un’operazione “a prescindere”, slegata dal futuro di Koopmeiners, all’essere un movimento necessario ma non sufficiente a ristabilire le gerarchie in assenza del motore da 15 gol e 7 assist tra tutte le competizioni 2023/24.
Nel continuo processo di riadattamento reciproco tra Gian Piero Gasperini e gli attaccanti dell’Atalanta dal 2016 a oggi, quello odierno non è altro che l’ultimo capitolo: se "la Dea" si è mantenuta mediamente su altissimi livelli per produzione ed efficacia offensiva (parziale eccezione è il finale di 2021/22) lo ha fatto grazie alla costante capacità di riempire l’area con tanti uomini, sia che questi ci arrivassero tramite attacchi in campo corto che con transizioni lunghe. Dal 2017/18 a oggi, l’Atalanta è sempre stata nella top 4 di Serie A per xG prodotti: se si è passati da Petagna a Zapata come si è fatto da Hojlund a Scamacca, da Gomez-Ilicic a Lookman-De Ketelaere passando per l’equilibrio di Pessina, significa che più di speculazioni preventive converrà, eventualmente, salire a posteriori sul carro dell’ennesima ricostruzione gasperiniana.
Per tutto ciò che si muove alle spalle, le mosse e le previsioni sono assai più circostanziate. Tra i pali non sarà più prevista alcuna alternanza: Musso giocherà la Supercoppa Europea a Varsavia ma poi, qualora rimanesse, sarebbe un secondo molto più “canonico” di Carnesecchi, che vedrebbe il campo solo in caso di infortuni gravi occorsi al riminese o nei primi turni di Coppa Italia – la partenza di uno degli eroi di Dublino, in ripresa dopo un biennio al di sotto delle attese, converrebbe all’Atalanta (in presenza di qualsiasi offerta superiore ai €5.1 milioni), a Musso (in ottica di un reinserimento nel giro della Scaloneta) e a Gasperini (la tranquillità di gestire un secondo meno ingombrante come sarebbe Montipò).
Detto delle precarie condizioni numeriche del pacchetto difensivo centrale, l’attenzione negli ultimi giorni è dirottata sugli esterni: le parole di Gasperini non fanno trapelare alcun ripensamento sull’utilizzo di Bakker («Sono andati via Holm e Hateboer che giocavano più di lui. Io le risposte sui giocatori le do con le formazioni»), ma entrambe le fasce sono ai minimi termini, anche considerando una mancata cessione in prestito del 2005 Palestra. Tra Pubill e il nerazzurro c’erano solo le visite mediche ma, dopo l’oro di Parigi 2024 con "la Roja" olimpica, l’affare per il terzino dell’Almeria si è arenato per complicazioni non ancora chiarite. Servirebbero un mancino che possa alternarsi con Ruggeri e un destro che faccia altrettanto con Zappacosta, con conseguente cessione di Bakker. Probabilmente ne arriverà soltanto uno.
Livello di saturazione del rapporto tecnico con l’ex Ajax, PSG e Bayer Leverkusen: schierarlo esterno offensivo destro sul 3-0 a Heiligengeistfeld.
Nella lista dei convocati per la finale di Supercoppa Europea non è stato incluso Touré – «Io sono dispiaciuto quando succedono situazioni alla Touré o alla Bakker, perché poi finiscono per pesare», ha commentato Gasperini. Sono invece presenti 5 elementi che dovrebbero idealmente essere inclusi nel progetto Under 23 e non per la prima squadra (Cassa, Comi, Manzoni, Tornaghi e Vavassori). Con queste premesse, fare ulteriori valutazioni sarebbe ingeneroso.
Contro il Real Madrid l’Atalanta ha giocato un grande primo tempo, riuscendo a prendere il controllo del match per lunghi tratti, e a dominare i corridoi centrali del campo. Alla lunga, però, la maggiore qualità del Real Madrid è venuta fuori e a forza di duelli individuali vinti l’equilibrio è cambiato. «Resto orgoglioso, ci è mancata una virgola» ha commentato Gasp.
Miglior scenario possibile
La prima metà di stagione ricalca quella del 2021/22: un gioco estremamente verticale, dalla manovra disossata e pensata più per attaccare direttamente le spalle della difesa che non le trame tra le linee, porta Retegui a siglare una decina di gol tra Serie A e Champions. Il numero minimo di gare consecutive in cui Nicolò Zaniolo accumula minuti è 10. La squadra di Gasperini arriva a 3 punti dal terzo posto in campionato e tredicesima nella prima fase di Champions League, sbarcando ai playoff. Qui si prenderà la rivincita sul Lipsia ai playoff e verrà eliminata agli ottavi: la visita dal dott. Gasperini del Manchester City di Guardiola non è piacevole, ma una doppietta di Haaland nel ritorno degli ottavi all’Etihad Stadium leva il dente e il dolore ai "Citizens". Nella prima settimana di gennaio, una doppietta di Lookman batte l’Inter in semifinale di Supercoppa ma convince la dirigenza dell’Al-Nassr, presente allo stadio, che il nigeriano è la spalla perfetta di CR7 per conquistare la prima Stella della Saudi Pro League dopo due secondi posti consecutivi. Sono 50 i milioni versati nelle casse atalantine tra semifinale e finale del torneo, che "la Dea" perderà ai rigori col Milan. Tranquillamente in zona Champions dopo un filotto di 8 vittorie e 3 pareggi tra febbraio e marzo, Gasperini si concentra sulla tanto agognata Coppa Italia. Il tabellone prevede quarti col Bologna (3-1, con gesto dell’ombrello di Gasperini a Sartori), semifinale con la Juventus (doppio 1-0, con gesto dell’ombrello di Gasperini a Koopmeiners) e atto conclusivo a Roma con l’Inter: il pirotecnico 3-2 è firmato Zaniolo, De Ketelaere e dal rientrante Scamacca, con gesto dell’ombrello di Gasperini all’intera curva dell’Inter. Giacomo Raspadori, prelevato a gennaio per sostituire Lookman, segna la doppietta decisiva al Parma per suggellare matematicamente l’accesso alla Champions League 2024/25.
Peggior scenario possibile
Il cammino europeo è compromesso da un fallo di reazione di De Roon al Parco dei Principi e conseguenti 4 giornate di squalifica. Retegui non è all'altezza delle aspettative, in linea con la pletora di centravanti italiani prelevati dall’Atalanta come atto di forza (Saudati, Comandini, Acquafresca, Ardemagni, Paloschi): a fine stagione, 36 presenze, 5 gol e giro della Nazionale di Spalletti smarrito miseramente. Il numero massimo di gare consecutive in cui Nicolò Zaniolo accumula minuti è 4. "La Dea" supera l’Inter in semifinale di Supercoppa ai rigori, ma è Koopmeiners a siglare per la Juventus il gol decisivo al 93’ qualche giorno dopo. In Coppa Italia, superato il Cesena agli ottavi, il cammino si interrompe ai quarti col Bologna, con gesto dell’ombrello di Sartori dalla tribuna a Gasperini. Perso il treno della massima competizione europea, Atalanta-Roma della 36° è scontro diretto per l’accesso all’Europa League, coi giallorossi che vendicano il 2-1 del 2024 grazie a un’autorete in mischia di Zaniolo. Assicuratosi la Conference League, Gian Piero Gasperini decide di lasciare Bergamo, comunicandolo nella settimana precedente all’ultima gara casalinga col Parma: Antonio Percassi decide di intitolargli la tribuna opposta alle telecamere, il Gewiss gli tributa una standing ovation di 20 minuti, ma gli infortuni di alcuni giocatori chiave e l’imposizione delle dimissioni a stagione in corso del DS D’Amico per il mancato acquisto di Pavoletti a gennaio hanno reso l’Atalanta un ammasso di macerie tecniche.
Giocatore di cui avere la maglia
Se si è amanti del calzettone abbassato già pochi minuti dopo il fischio d’inizio. Se volete bervi gli avversari in progressione, se avete il gusto della giocata rischiosa ma siete anche generosi e molto, molto in forma. Se anche voi davate alla Salernitana di Nicola il 7% di possibilità di salvezza, ma che per quel 7% sareste disposti a sacrificare l’ultimo briciolo di salute. Se siete affascinati dall’estetica verdeoro applicata all’iperintensità del calcio moderno e gasperiniano. Se amate i sottovalutati. Se siete tutto questo, Éderson tra le scapole e 13 sulla schiena sono nome e numero per voi.
Giocatore da comprare al Fantacalcio
«Ci saranno molte opportunità di segnare, grazie al nostro stile di gioco. Anche i difensori sono chiamati ad attaccare, sarà piacevole per me trovarmi in zone più avanzate del campo. Non vedo l’ora, spero di segnare molto di più»: musica per le orecchie di un fantallenatore, ancor di più se non si tratta di un terzino ma addirittura di un centrale. Ben Godfrey (listato D nel Classic, addirittura B/Dd/Ds in quello Mantra) ha caratteristiche che il precedente sistema difensivo dell’Everton non permetteva di valorizzare al massimo: gli ultimi gol risalgono alla Championship 2018/19 col Norwich, ma la possibilità di sganciarsi sia come braccetto destro che come dirimpettaio a sinistra potrebbero portare bonus pesanti. D'altra parte è stato il capitano in pectore e leader emotivo della squadra a benedirlo.Velocità e forza fisica: mai visto uno che va così forte alla prima preparazione con Gasperini», ha detto Marten De Roon.