20/08/2019 | 10.10
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Guida alla SPAL 2019/20

 

Come confermare la splendida salvezza dello scorso anno

Piazzamento lo scorso anno: 13°

Chi in più: Etrit Berisha (Atalanta), Demba Thiam (Viterbese), Igor (RB Salisburgo), Gabriel Strefezza (Cremonese), Marco D’Alessandro (Atalanta), Gabriele Moncini (Cittadella), Federico Di Francesco (Sassuolo), Federico Viviani (Frosinone).

Chi in meno: Manuel Lazzari (Lazio), Mirco Antenucci (Bari), Emiliano Viviano (Sporting CP), Everton Luiz (Salt Lake), Filippo Costa (Napoli), Lorenzo Simic (Sampdoria), Pasquale Schiattarella (svincolato), Kevin Bonifazi (Torino), Vasco Regini (Sampdoria), Andrea Fulignati (Ascoli).

Una statistica interessante: Nella scorsa stagione la SPAL ha segnato 13 gol su calcio piazzato. Meglio di lei solo Roma (16) e Juventus (15).

Una salvezza tranquilla

Dopo la complicata salvezza di due anni fa – arrivata al termine di una lunga ed estenuante rimonta, chiusa con la vittoria sulla Sampdoria all’ultima giornata – la scorsa stagione la SPAL ha vissuto una stagione  molto tranquilla. La squadra di Semplici ha iniziato vincendo i derby con Bologna e Parma, e dopo le sorprendenti vittorie contro Atalanta e Roma ha galleggiato sopra la zona retrocessione fino a metà marzo, quando 3 vittorie in 4 gare (contro Roma, Frosinone, Lazio e Juventus) le hanno permesso di fare lo scatto decisivo per la permanenza in massima serie. 

Le tre sconfitte nelle ultime tre giornate, a salvezza già raggiunta, non hanno intaccato l’impressione generale sulla stagione degli estensi, capaci di fare un campionato maturo sia nella gestione tattica che in quella emotiva. Durante l’annata non sono mancati momenti complicati – le quattro sconfitte consecutive tra fine settembre e ottobre, l’1 a 4 in casa con la Fiorentina – ma la squadra di Semplici non ha mai perso la calma, riuscendo a tirarsi fuori anche dalle situazioni più difficili.

 

L’esempio forse più evidente è stato nella partita contro il Parma, a fine gennaio, quando la SPAL – a secco di vittorie da 11 giornate, con il rischio sorpasso da parte dell’Empoli – è riuscita a rimontare due gol di svantaggio negli ultimi 20 minuti, assicurandosi una vittoria fondamentale

A far partire la rimonta era stato solito Manuel Lazzari, autore dell’assist dell’1 a 2 per Valoti. L’azione è una piccola summa dei dispositivi di gioco dei biancazzurri: lo spostamento sulla fascia di Kurtić, che si allarga per ricevere senza marcatura; il movimento a venire incontro di Antenucci che aiuta lo sviluppo della manovra; il taglio esterno di Petagna, che attira due avversari per liberare spazio al cross di Lazzari; l’inserimento in area delle mezzali, che permettono la SPAL di attaccare con un 4 vs 5 in area di rigore. 

 

 

La SPAL aveva appena tolto un difensore per un attaccante, ma ha continuato a insistere sui suoi meccanismi di gioco.

Durante la stagione la squadra di Semplici ha mantenuto fede ai suoi principi, nel bene e nel male: una squadra con grande attenzione difensiva, anche nella fase di possesso, anche a costo di perdere un po’ di imprevedibilità. Nella scorsa stagione la SPAL è stata l’ottava squadra per precisione nei passaggi, con l’82.5%, e terz’ultima per passaggi lunghi (52, uno in più di Sampdoria e Sassuolo). Indici di una squadra abbastanza conservativa, che avanzava collettivamente per poi cercare l’affondo sulle due fasce.

Come si sostituisce Lazzari?

Nella scorsa stagione la SPAL è stata la seconda squadra per numero di cross a partita (23, a pari merito con Juventus e Roma, dietro all’Inter) e ha giocato il 76% delle sue azioni d’attacco sulle due fasce (seconda dopo il Parma), con un grande squilibrio sul lato di Lazzari, dove ha attaccato il 43% delle volte. L’esterno classe ’93 era il grimaldello offensivo dei biancazzurri, una macchina da 8.3 dribbling, 4.59 corse progressive, 7.68 cross e 1.49 passaggi chiave a partita. La sua cessione alla Lazio ha creato un vuoto enorme, che la SPAL ha provato a colmare con gli arrivi di Marco D’Alessandro e Federico Di Francesco. Due profili abbastanza diversi, che indicano la volontà – da parte di Semplici – di avere nuove alternative tecniche al 3-5-2, il modulo che negli ultimi 5 anni è stato il marchio di fabbrica della SPAL.

D’Alessandro è il giocatore più simile a Lazzari: ha giocato come esterno a tutta fascia sia all’Atalanta che all’Udinese, sia a destra che a sinistra, e con Lazzari condivide una buonissima velocità di base, sia in allungo che nei primi metri. Ha una produzione offensiva inferiore – 3.84 cross a partita, 0.9 passaggi chiave, 2.49 corse progressive, 6 dribbling – anche per la minore centralità nel contesto dell’Udinese; la scommessa della SPAL sarà quella di far lievitare i suoi numeri come già fatto con Lazzari.

Federico Di Francesco invece è un esterno rapido e creativo che Semplici sta cercando di adattare a tutta fascia dopo un inizio di carriera passato in posizioni più offensive. L’idea non è così strampalata. Va detto che il giocatore era stato utilizzato come “quinto” anche da Donadoni e De Zerbi, in maniera saltuaria. Ma non è neanche semplice. Di Francesco è stato utilizzato come quinto nell’amichevole con la Feralpisalò, nella sua prima uscita con la SPAL, dove si sono visti buoni spunti e  -comprensibili – difficoltà difensive. 

Il tecnico biancazzurro si è detto fiducioso, ma non ha nascosto il bisogno di un reciproco adattamento: «Piano piano entrerà in condizione fisica, e metabolizzerà i meccanismi di quello che sarà il suo ruolo da interpretare in questa squadra». «Lo vedo più da attaccante, che da quinto di centrocampo; ha caratteristiche diverse rispetto a Lazzari, ma cercheremo di valorizzare le sue qualità negli ultimi metri, concentrandoci sugli uno contro uno e salvaguardando qualche rientro».

L’idea è quella di affidarsi maggiormente agli scivolamenti laterali del terzo centrale di destra, così da formare un 4-4-2 durante le fasi di non possesso. Al momento la SPAL avrebbe a disposizione anche un’altra opzione, Lorenzo Dickmann, per cui ha esercitato l’opzione di riscatto. Lo scorso anno l’esterno classe ’96 ha messo insieme solo 6 presenze, ma il buon precampionato potrebbe convincere gli estensi a confermarlo e dargli più spazio.

La batteria di esterni dovrebbe essere completata da Gabriel Strefezza, classe ’97 rientrato dal prestito alla Cremonese. L’esterno mancino era stato aggregato al ritiro per sostituire Fares, impegnato in Coppa D’Africa, ma le buon prestazioni del precampionato avevano spinto la SPAL a puntare su di lui come sostituto. Dopo l’infortunio al crociato di Fares (che ne avrà almeno per quattro mesi) gli spallini sono costretti a tornare sul mercato: i primi nomi sono quelli di Laxalt del Milan e Reca dell’Atalanta, entrambi in prestito, ma la situazione è ancora in evoluzione e un altro nome venuto fuori è il ben più difensivo, ma spendibile in altri ruoli, Padoin.

Un altro che dovrà giocarsi la riconferma è Mirko Valdifiori. Il regista ex Toro era arrivato alla SPAL con i gradi da titolare, ma alcuni problemi fisici (e prestazioni poco positive) ne hanno minato la stagione, conclusa con 15 presenze, solo 8 dal primo minuto. Le partenze a titolo definitivo di Schiattarella ed Everton Luiz sembrano avergli aperto uno spiraglio, e lo stesso Semplici è parso possibilista su un’eventuale permanenza: «Si è presentato molto bene […]. Resta un giocatore valido, se rimarrà cercheremo di utilizzarlo nel migliore dei modi». 

Con la sua permanenza il centrocampo della SPAL sarebbe al completo, almeno numericamente: oltre a Valdifiori, i biancazzurri possono contare su Murgia (arrivato nella trattativa per Lazzari), Missiroli, Kurtić, Valoti e Viviani. Per quest’ultimo (ormai fuori dai piani di Semplici) si parla di uno scambio con Capezzi della Sampdoria.

Più delicata la situazione del reparto difensivo, dove – dopo gli arrivi di Igor e Berisha – la SPAL continua a lavorare per il ritorno di Bonifazi, in prestito e con diritto di riscatto a 10 milioni. Il Torino ne ha chiesti 15, ma la dirigenza biancazzurra non sembra volersi arrendere. Un arrivo in difesa servirà in ogni caso, considerando le incognite di Igor (al primo anno in Italia) e l’età non più verde di Cionek (classe ’86) e Felipe (classe ’84). Il punto fermo della difesa resta Vicari, che da quest’anno sarà il nuovo vice-capitano. 

In attacco la emotivamente sofferta partenza di Antenucci ha aperto alla conferma di Moncini, che dopo l’ottima seconda parte di stagione col Cittadella (24 presenze e 15 gol tra campionato e playoff) è tornato a Ferrara con l’obiettivo di confermarsi in massima serie. L’attaccante si giocherà un posto con Floccari e Paloschi al fianco di Petagna. Per l’attaccante non sono mancate le richieste (si è parlato di Torino, Lazio, Siviglia, Fiorentina, Leicester e Leeds, oltre che di un clamoroso ritorno all’Atalanta), ma il diesse Vagnati ha escluso la cessione, almeno per ora: «Ha segnato 16 gol ed è normale che abbia delle attenzioni, ma per noi è una pedina fondamentale. Siamo contenti di averlo qui».

Come potrà cambiare la SPAL

La partenza Antenucci rende ancora più importante la conferma di Petagna, l’unico giocatore in rosa che sembra già pronto a ereditare il peso – tecnico, tattico e realizzativo – dell’ex capitano biancazzurro. Un percorso iniziato già lo scorso anno, nel quale Petagna ha gradualmente aumentato la sua influenza all’interno della squadra, dimostrandosi centrale sia come riferimento offensivo che nelle giocate spalle alla porta. 

 

Più problematica la separazione da Lazzari, un giocatore che oltre all’apporto offensivo (affinato nell’ultima stagione) garantiva un grande apporto nelle fasi di sviluppo e transizione, aiutando la squadra a risalire il campo nei momenti di difficoltà. La conduzione palla al piede non è il pezzo forte di Di Francesco (abituato ad attaccare il campo in posizioni più avanzate), e non sembra nelle corde di D’Alessandro o Dickmann, giocatori che preferiscono attaccare gli spazi, possibilmente a campo aperto. 

 

La SPAL sembrava poter  spostare il baricentro verso la fascia sinistra, dove Fares era chiamato a  fare il salto di qualità, ma il suo infortunio ha complicato i piani. È verosimile quindi immaginare una riorganizzazione del gioco aumentando il volume di gioco al centro del campo. 

Considerando le caratteristiche di Missiroli, Murgia e Valoti – giocatori con una naturale tendenza a giocare in modo diretto, per allargare sull’esterno e cercare l’inserimento – sarà importantissima l’influenza di Kurtić, il giocatore di maggior qualità tra quelli a disposizione di Semplici. Lo scorso anno il centrocampista sloveno ha messo insieme 6 gol e 5 assist, viaggiando al ritmo di 3.96 dribbling (con l’81.3% di successo), 1.2 passaggi chiave e 2.1 tiri a partita. Senza Lazzari – un vero catalizzatore, lo scorso anno – molti palloni in più dovranno passare dai suoi piedi.

Giocatore di cui avere la maglia: Molto prima delle righe strette del Milan c’erano quelle biancazzurre della SPAL, un must per tutti quelli che – quando si parla di divise – danno ancora un valore alla tradizione e all’eleganza. Se si parla di eleganza non si può che pensare a Jasmin Kurtić, l’unico giocatore capace di mantenere la sua magia anche lontano dall’Atalanta di Gasperini, che negli ultimi anni ha condannato tutti i suoi ex a una maledizione stile Seinfeld. La sua 19 biancazzurra potrebbe fare invidia a tutti i vostri compagni di calcetto, specie quelli ostaggio di righe nerazzurre spezzate e righine rosa shocking. 

Giocatore chiave: Dopo la sua prima fulminante stagione a Ferrara, Petagna è chiamato a confermarsi sugli stessi livelli. Le partenze di Lazzari e Antenucci caricano sulle sue spalle tante responsabilità, ma se c’è qualcuno che ha le spalle larghe – anche letteralmente – è certamente lui.  

Miglior scenario possibile: La SPAL funziona da subito: la difesa è abbastanza solida, Moncini si inserisce bene, Petagna continua a segnare e Fares e i suoi sostituti non fanno sentire la mancanza di Lazzari. Sulla destra Semplici trova il giusto equilibrio tra D’Alessandro e Di Francesco, due alternative che regalano elasticità a tutta la squadra. La squadra arriva al giro di boa con 21 punti, e nel girone di ritorno mette al sicuro la salvezza grazie alle vittorie contro Parma (1-0) e Bologna (2-1), firmate da Felipe, Moncini e Kurtic. 

Peggior scenario possibile: Il mancato ritorno di Bonifazi lascia un vuoto nella difesa biancazzurra, che ad inizio campionato finisce per subire più del solito. Sulla destra si sente la mancanza di Lazzari, complici alcuni problemi fisici di D’Alessandro e le difficoltà di Di Francesco. Fares non rientra bene dall’infortunio e non viene neanche sostituito degnamente. La squadra finisce per appoggiarsi spesso e volentieri a Petagna– sempre più lontano dalla porta e immalinconito. A novembre inizia una lunga striscia negativa, e nel marcato di gennaio la società decide di monetizzare Petagna per evitare un’ulteriore svalutazione. Al suo posto arriva Stepinski, tanto snobbato in estate, che per un po’ sembra risollevare i biancazzurri. Tuttavia, i suoi 5 gol (tutti di testa) non bastano a garantire la salvezza, sfumata alla penultima giornata.

fonte ultimouomo.com

By marcodalmen
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