22/05/2025 | 10.30
46

Hans Hateboer: “A Dublino la consacrazione del gruppo storico: sentivamo la vittoria, era il nostro momento”


Bergamo. La doppietta contro il Valencia negli ottavi di Champions League nel febbraio 2020 come punta dell’iceberg di sette anni e mezzo intensi, con 245 presenze, infinite sgroppate sulla fascia, innumerevoli cross e tanto, tantissimo fiato speso per la causa. Hans Hateboer è stato un punto fermo dell’Atalanta nell’era Gasperini, dal suo arrivo nel gennaio 2017 alla partenza nell’agosto 2024 con destinazione Rennes.

Un uomo spogliatoio, uno di quelli della “vecchia guardia” spesso menzionati come esempi virtuosi da Gasp, che nei momenti difficili ha tirato la proverbiale ‘carretta’. “I sogni sono diventati realtà, non potevo immaginare una fine migliore per il mio percorso a Bergamo” aveva sottolineato nel suo saluto sui social, facendo riferimento alla notte di Dublino. Quella stessa notte indimenticabile, indelebile, in cui è stato protagonista anche in campo dall’84’ in poi. Il coronamento di un percorso ideale che ricorda in esclusiva a Bergamonews ad un anno esatto di distanza.

365 giorni dopo, qual è l’immagine più significativa che ricorda di quella notte?

“Sono tante, davvero. Quando eravamo tutti insieme sul podio, il momento in cui abbiamo alzato la coppa al cielo. Ma anche i momenti immediatamente successivi, quando sono stato sul campo insieme alla mia famiglia, fratelli, genitori. Erano tutti lì, insieme a me: questo ha reso il momento ancora più bello. Ma ci metto anche il bus scoperto con i miei compagni: ci abbiamo messo 5 ore per arrivare da Città Alta allo stadio! Quel giorno è stato uno dei più belli della mia vita, Bergamo se lo meritava. E poi ripenso al nostro gruppo storico. Abbiamo passato tanti anni insieme, dall’inizio del ciclo, quando l’Atalanta non era ancora ciò che è adesso, non era conosciuta in tutto il mondo. Siamo stati insieme nei momenti belli e nei momenti difficili. Poi è arrivata quella vittoria. È stato qualcosa di speciale”.

Dopo Roma c’è sempre Dublino, si diceva…

“Ed è così, davvero. In hotel, dopo aver perso la finale contro la Juve, ci guardavamo negli occhio. Io, Toloi, De Roon, Pasalic, Djimsiti. Noi che ci siamo sempre stati. E ci dicevamo ‘ragazzi, non è possibile essere a questo punto tutti gli anni’. Avevamo fatto così tante cose belle, eppure non vincevamo mai. Tre finali di Coppa Italia perse. Tanti anni senza trofei iniziavano a pesare parecchio. Così ce lo siamo detti: ‘dobbiamo andare a Dublino e vincere’, sapevamo che vincere una coppa in Europa sarebbe valso più di ogni altra cosa e che avrebbe cancellato tutto il resto, le delusioni, le finali perse. Sarebbe stata la consacrazione”.

È stato determinante avere un ‘cuscinetto’ di mezzo a Lecce, quando avete conquistato la Champions League?

“Sì, soprattutto perché dopo Roma era stato deciso che non saremmo tornati a Bergamo ma saremmo andati direttamente a Lecce. E per questo eravamo ancora più arrabbiati: dovevamo stare in albergo, poi andare in Salento. Praticamente siamo rimasti fuori casa per cinque giorni: siamo partiti il martedì mattina per la finale di Coppa Italia e abbiamo giocato sabato nel tardo pomeriggio in campionato. Quasi una settimana lontani dalla famiglia. Alcuni miei compagni, squalificati per la partita di campionato, erano rientrati a Begamo, mentre qualche ragazzo della Primavera e dell’Under 23 si è aggregato a noi. Ci siamo allenati il giorno dopo la finale a Roma, all’Acqua Acetosa: un’ora in campo, ma il morale era basso. Era tutto molto strano, ma è stato in quei momenti che è nata la vittoria di Lecce che ci ha portato in Champions. Abbiamo cambiato tanto nella formazione titolare, per cui c’erano la giusta freschezza, la giusta fame, la voglia di ripartire subito. Abbiamo dato la giusta spinta per riattaccare la spina verso Dublino, anche se dopo la vittoria c’erano sentimenti misti: un po’ ancora il dolore per la finale persa, un po’ la gioia per il primo obiettivo raggiunto”.

Anche perché di tempo per pensare ne avete avuto sempre poco, visto che da metà febbraio a fine maggio avete giocato sempre, costantemente ogni tre giorni.

“E ci ha aiutato veramente tanto. Più giocavamo, più stavamo bene. La squadra l’anno scorso aveva tanta qualità anche in panchina: con così tante partite c’era davvero bisogno di tutti, quindi lo spazio aumentava. Nello spogliatoio c’erano meno giocatori delusi, perché dovevamo inseguire tanti obiettivi e serviva il contributo di ciascuno di noi, quindi la formazione cambiava inevitabilmente quasi ogni partita. Ognuno ha messo davvero il suo mattoncino”.

Non possiamo non aprire questa parentesi: Anfield.

“Molto semplicemente: è stata la notte in cui abbiamo capito che potevamo fare tutto, che potevamo arrivare fino in fondo ad ogni competizione”.

Anche battere un Bayer Leverkusen che fino a quel giorno era imbattuto?

“Torno all’hotel, dopo la finale di Coppa Italia. Ce lo siamo detti: non potevamo perdere quattro finali su quattro. E poi loro avevano vinto la Bundesliga, stavano per vincere la Coppa di Germania, non avevano mai perso una partita. Prima o poi doveva succedere. Insomma, lo sentivamo: era arrivato il nostro momento. Col passare dei giorni è cresciuta dentro di noi quella convinzione che avevamo dalla vittoria contro il Liverpool, di avere i mezzi per battere chiunque. E lo percepivo già nelle ore prima della finale di Europa League: eravamo tutti convinti di vincere, lo pensavamo e si vedeva. C’era un sentimento diverso rispetto alle altre finali. Io nel 2015 con il Groningen ho vinto anche una Coppa d’Olanda: nove anni dopo percepivo nei miei compagni la stessa sensazione di vincere. Me lo sentivo”.

Come avete vissuto la vigilia?

“Molto particolare, ma davvero. C’è un aneddoto racconta bene quel giorno. Siamo arrivati allo stadio per l’allenamento, al pomeriggio, in pullman. Erano da poco passate le 16. Djimsiti e De Roon erano in conferenza stampa con Gasperini. Dovevamo allenarci dalle 17:15 alle 18:15, ed era interamente a porte aperte, non solo il primo quarto d’ora come al solito. Quando il mister lo ha scoperto si è infuriato e ha voluto cambiare il programma. Così siamo scesi in campo, abbiamo fatto un po’ di riscaldamento, esercitazioni di possesso palla, qualche tiro in porta. Sarà durato una quarantina di minuti. Poi siamo rientrati negli spogliatoi, abbiamo preso la nostra roba, siamo risaliti sul pullman senza neanche farci la doccia e abbiamo attraversato la città facendo mezz’ora di pullman prima di raggiungere un altro campo, penso fosse veramente dall’altra parte di Dublino. Siamo scesi e abbiamo continuato lì l’allenamento, abbiamo fatto una parte di tattica senza nessuno intorno. Ma è durato veramente poco! E poi siamo tornati in albergo. Fa sorridere dirlo, ma ho pensato ‘per vincere dobbiamo fare tre gol’. Ci ha pensato Lookman”.

Concludiamo tornando alle 22.52 del 22 maggio 2024. Quale è stato il suo primo pensiero in quell’esatto momento?

“Ero entrato da poco, per giocare gli ultimi minuti. Al fischio finale mi sono lasciato andare, mi sono sdraiato sull’erba e ho visto passare davanti a me tutti gli anni che abbiamo passato insieme. Chi se n’è andato, chi è rimasto, noi del gruppo storico che ci siamo sempre stati. Tanti sorrisi, tante lacrime di gioia. Le sconfitte, le vittorie, le finali perse, i momenti belli e quelli brutti. È stato qualcosa di speciale, che non so descrivere. Mi viene ancora la pelle d’oca se ripenso a quell’emozione. Ci siamo guardati negli occhi, noi che eravamo a quel tavolo in hotel dopo Roma: dopo tanto lavoro, avevamo coronato il nostro sogno. Finalmente ce l’avevamo fatta”.

fonte bergamonews.it

By brignuca
46 commenti
Fabi84
24 Maggio 2025 | 07.55

Grandissimo Hans, quanto mi manchi!! Che piangere questa intervista! 

iobergamascochesonio
22 Maggio 2025 | 23.13

Ciao Hans, ho capito il tuo vero valore solo verso la fine della tua esperienza a BG. L’ho capito quando ho visto le corse, i tuffi e la gioia infinita alla fine del ritorno con il Marsiglia, quando tu Maarten Berat e quell’altro continuavate a uscire dal campo per poi rientrare richiamati dagli Oooooooh della Nord. L’ho capito vedendo i festeggiamenti a Dublino. L’ho capito leggendo il tuo post di saluto. L’ho capito di nuovo leggendo questa intervista. 

In tutti i contesti (aziende, squadre, etc) serve un gruppo di persone che ci crede al 200%, attaccata alla maglia e che tira il resto del gruppo. 💪

E in questa età dell’oro tu meriti di stare con gli altri dei: Rafa, Jimmy, Maarten, Mario, ci metto anche Rossi che ho conosciuto dal vivo ed è persona eccezionale, Remo, Duvan, Josip, Lucho, Robin, il Papu, avete mostrato la via e tirato in alcuni casi per tanti anni il resto del gruppo sotto la guida del Vate. 👏

Col Valencia eri stato ingiocabile, chissà  come sarebbe andata se non si fosse fermato il mondo a marzo 2020… 🥲

Spero che tu un giorno possa tornare a BG come ospite o avversario per applaudirti un’ultima volta. 🙏

In bocca al lupo per il resto della tua carriera. 

A tutto Gasp
22 Maggio 2025 | 22.31

Sarò nostalgico, sarò romantico ma i campioni della vecchia guardia (Hans, Robin, Remo, Duvan, Josip, Rafael, Mario ecc) hanno qualcosa di speciale che non sempre ritrovo in alcuni dei nuovi arrivi. E non mi riferisco alle sole prestazioni tecniche.

APECAR
22 Maggio 2025 | 22.10

Caro Hans, ti abbiamo incontrato in centro a Roma il giorno dopo la finale persa, eravamo tristi e scoraggiati e tu ci hai invitato a venire a Dublino, due volte ce lo hai detto. 

Ti abbiamo ascoltato: GRAZIE!!!

Davor
22 Maggio 2025 | 21.23

Grande Hans

Non lo dimenticheremo mai

Nemesis68
22 Maggio 2025 | 17.53

Grande Hans, di te mi resterà sempre l'immagine a Reggio Emilia, seduto sopra la traversa a torso nudo a festeggiare il raggiungimento della prima C.L.

P.S. Con buona pace di quelli che non pensano che la sconfitta di Roma sia stata (anche) la madre della partita di Dublino

doinel1907
22 Maggio 2025 | 16.57

Bravo Hans, ve la siete proprio meritata!

Zen_Arcade
22 Maggio 2025 | 16.51

Intervista stupenda.

Grande Hans, schietto e mai banale davanti ai microfoni, come quando disse dopo la prima grande stagione che secondo lui sarebbe stato difficile ripetersi. Parole distorte da giornali e media che ci volevano morti, ma Bergamo non ci casca...

Domenica un altro dei "Sempre presenti" ci saluterà. Occhio che loro sono stati le fondamenta della nostra casa e dei successi incredibili di questi anni. L'auspicio è che in società tengano presente l'importanza di questo tipo di giocatori...

EVAIR70
22 Maggio 2025 | 16.31

...che giocatore scecc l'Olanda Express ...dopo aver letto questa intervista mi vengono in mente solo poche parole 'leadership a brache'...ecco cosa ha portato Hans Hatebor a Bergamo...

Papu10
22 Maggio 2025 | 16.18

Ho avuto i brividi per tutto il tempo della lettura! Emozioni uniche indimenticabili!

Anche dagli spalti avevo quella sensazione che si sarebbe fatto qualcosa di storico, indimenticabile, e così è stato!!! 

patatinaliscia
22 Maggio 2025 | 14.59

Grande Hans, spero di incontrarti ancora zona S.Spirito. c'è ancora il tuo nome sul citofono

Brownz
22 Maggio 2025 | 14.17

cavallo pazzo 

eligio71
22 Maggio 2025 | 13.29

Grande Hans 

farabundo
22 Maggio 2025 | 13.11

leggenda...


gozalex
22 Maggio 2025 | 13.02

Un grande uomo squadra, non a caso il primo che il Mister ha abbracciato dopo la fine della partita di Dublino è stato lui. Sarebbe bello se una volta venisse a salutare i tifosi qui a Bergamo, per rendergli il giusto tributo

Pasodoble
22 Maggio 2025 | 12.28

Uno dei tanti che se n'è andato senza il dovuto saluto 

Claudiopaul70

In risposta a: Pasodoble

22 Maggio 2025 | 12.33

Ha salutato aledea prima di andare

crazyhorse200
22 Maggio 2025 | 12.21


SudatoDinverno
22 Maggio 2025 | 12.12
Grandioso l’aneddoto relativo agli allenamenti a porte aperte. Immagino la furia del Gasp e l’idea di andare in un altro campo 
brignuca

In risposta a: SudatoDinverno

22 Maggio 2025 | 12.21

Poi c'è ancora qualcuno che si domanda xchè non fanno.piu entrare la gente agli allenamenti a Zingonia 

Nemesis68

In risposta a: brignuca

22 Maggio 2025 | 17.51

Esatto, l'ho pensato subito anch'io 

Oiggaiv
22 Maggio 2025 | 12.05

Ciao Hans 

Auguri per tutto 

EMANUELE-B
22 Maggio 2025 | 12.00

pe quader,maglia sudata,follia: Hans Hateboer 

moreto
22 Maggio 2025 | 11.47

ciao fratello HANS ! ciao grande nostro mattocchio eroe !

Brasa
22 Maggio 2025 | 11.38

Bella intervista, come sempre Hans non banale... 

ronny52
22 Maggio 2025 | 11.28

Tutto bellissimo Hans, grazie.

dagliStates
22 Maggio 2025 | 11.27

Bellissima intervista di un giocatore con il nerazzurro atalantino tatuato sul cuore...

Astarte
22 Maggio 2025 | 11.26

"La squadra l’anno scorso aveva tanta qualità anche in panchina" 

Forse, il vero miracolo del Gasp è avvenuto quest'anno, dopo il ridimensionamento qualitativo del mercato estivo. 

moreto

In risposta a: Astarte

22 Maggio 2025 | 11.44

ecco : hai esattamente molto ben detto e rimarcato !


brignuca

In risposta a: Astarte

22 Maggio 2025 | 12.19

Lo dico da un po' con Miranchuk e Muriel in panca al posto di Samardzic e Maldini, di punti in più ne avremmo avuti diversi. Come incidevano entrando, soprattutto Luis difficilmente ne troveremo altri.

Astarte

In risposta a: brignuca

22 Maggio 2025 | 13.36

avessimo tenuto lo Zar invece di impegnare sprecare tempo e risorse per la scommessa Zaniolo. 

Da quello che so (solite voci del cuggino di quinto grado del taglialimoni a zingonia) Mira avrebbe voluto rimanere.

Lorenz67

In risposta a: Astarte

22 Maggio 2025 | 16.58

sinceramente piu' voci davano che ha rifiuto' il rinnovo per essere ceduto subito sia per giocare di piu' sia per guadagnare meglio....

Astarte

In risposta a: Lorenz67

22 Maggio 2025 | 17.20

prendo sempre con le dovute cautele i "sentito dire", che funzionano un po' come il telefono senza fili, dove la parola iniziale quasi mai corrisponde a quella finale.

Alla fine quello che conta è il campo, che dice tutto. 

Purtroppo in questa stagione lo Zar in campo non c'era. 

diegognoli86
22 Maggio 2025 | 11.21

Hans per sempre uno di noi!!!

diegobg
22 Maggio 2025 | 11.21

Emozionante. Aspetti personali-umani che spesso non si considerano...


Mavro Galazio
22 Maggio 2025 | 11.06

Me e de pians... Grandissimo Hans,grandissimo.

Becco73
22 Maggio 2025 | 11.03

Grande cavallo pazzo

Alpeggio
22 Maggio 2025 | 11.02

che intervista fantastica, wow! Da leggere e rileggere, complimenti ad Hans e al suo intervistatore!

Eligio
22 Maggio 2025 | 10.40

Grande Hans. Pensa a cosa è stato per me, tifoso ultracinquantenne che ha vissuto amare retrocessioni e tormentate salvezze, quella magica serata. Il primo pensiero è stato per mio papà che non c'è più e che mi ha portato all'Atalanta da bambinetto.

moreto

In risposta a: Eligio

22 Maggio 2025 | 11.46

proprio e soprattutto per quelli di noi che abbiamo provato tutto e subito la tanta m3rda dei tifosi avversari per tantissimi anni, quella vittoria era ed è la rivalsa e il trionfo !

melu87
22 Maggio 2025 | 10.40

cambio di campo per allenarsi? gasp stregone

ale1907
22 Maggio 2025 | 10.38

Non trovo le parole.....solo tanta tanta emozione 💙🖤 Hans ti sei meritato ogni istante di questa meravigliosa vittoria ❤️

vecchia1907
22 Maggio 2025 | 10.37

UNICO GRANDE HANS

Lorenz67
22 Maggio 2025 | 10.36

Hans uno di noi.. scusatemi se mi e' scesa molto piu' di una lacrima nel leggere la sua intervista.. il nostro miglior "celebration man"... a me manca un casino :(

Grazie delle bellissime parole HH33... sappi che sarai sempre nei nostri cuori e il benvenuto a Bergamo!! Tutte le belle storie finiscono prima o poi... ma le leggende come la "vostra e nostra" Dea vivranno per sempre! 

moreto

In risposta a: Lorenz67

22 Maggio 2025 | 11.46


Briske
22 Maggio 2025 | 10.35

Bellissima intervista che svela anche alcuni retroscena interessanti.