16/08/2023 | 09.09
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I conti della Serie A negli ultimi 25 anni: dal 1997 persi 800mila euro al giorno



Costi e debiti che corrono più dei ricavi: il quadro economico-finanziario del massimo campionato negli ultimi 25 anni.

Costi e debiti che corrono più velocemente dei ricavi, perdite costanti e difficoltà a far quadrare i conti. La Serie A negli ultimi 25 anni è cambiata molto in campo, meno nei bilanci, che continuano ad essere contrassegnati da una gestione in perdita.

È questo il quadro che emerge dall’analisi dei conti delle società del massimo campionato presente all’interno della 13ª edizione del Report Calcio, l’analisi sullo stato di salute del calcio italiano realizzato dal Centro Studi della FIGC insieme ad Arel e PWC

Nella stagione 1997/98, infatti, i club di Serie A avevano registrato ricavi per complessivi 650 milioni al netto delle plusvalenze, un Ebitda aggregato di 165 milioni e conti in perdita per 38 milioni di euro.

Trascorsi 25 anni, nella stagione 2021/22 il fatturato aggregato è cresciuto fino a 2,4 miliardi di euro senza considerare il player trading, ma l’Ebitda è stato pari a soli 88 milioni e la perdita netta aggregata è stata invece pari a poco più di un miliardo di euro (1,004 miliardi).



In particolare, andando ad analizzare le perdite emerge che in questi 25 anni la Serie A ha perso complessivamente circa 7,2 miliardi, di cui 4,4 miliardi nell’epoca pre-Covid (dal 1997/98 al 2018/19) e 2,9 miliardi nei tre anni segnati dalla pandemia (dal 2019/20 al 2021/22): in totale, emerge che in questi 25 anni la Serie A ha perso la bellezza di 793.622 euro al giorno.

Una evoluzione negativa simile a quella legata al profilo finanziario e patrimoniale. Se infatti nel 1997/98 i club di Serie A avevano un indebitamento netto pari a 835 milioni con patrimonio netto pari a 290 milioni, nel 2021/22 l’indebitamento netto è salito fino a 4,8 miliardi di euro, mentre il patrimonio netto è risultato pari a 472 milioni.

Andando ad analizzare l’andamento di ricavi e costi, emerge come la crescita dei ricavi al netto delle plusvalenze sia stato pari al 5,6%, dato influenzato anche dall’assenza della vendita degli abbonamenti nel corso del 2021/22.

Tuttavia, al tempo stesso il costo del lavoro ha accelerato maggiormente rispetto ai ricavi (passando da 417 milioni a 1,9 miliardi con un +6,6%), così come gli ammortamenti legati ai calciatori (da 186 a 777 milioni, +6,1%) e pure l’indebitamento netto (da 835 milioni a 4,8 miliardi, +7,6%).
By marcodalmen
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