22/09/2020 | 14.15
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I dolori del giovane Timothy: non tutti amano Gasp - by Marco A.

Che Gian Piero Gasperini abbia un carattere particolare e rapporti diversi con i suoi giocatori è un segreto di Pulcinella, e quindi tanto vale non sorprendersi delle parole al vetriolo lanciate dall’ex Timothy Castagne.

Quando un giocatore lascia un club, poche settimane dopo saltano fuori tutti gli altarini, e spesso qualche dichiarazione serve sempre per riportare i riflettori sul dichiarante, anziché gettare fango su chi ti ha plasmato e magari ha avuto il merito di aprirti la strada verso il successo.

Gasperini è un ottimo tattico, ma non ha rapporti con i giocatori”. Con queste parole mi auguro che l’esterno belga non abbia voluto sputare nel piatto in cui ha mangiato, ed è bene sempre analizzare il contesto prima di insultare gli ex.

Biasimare la sua reazione è difficile: prima dell’exploit di Gosens, il belga era un fedelissimo del Gasp, e la panchina dell’ultima stagione di certo avrebbe depresso chiunque.

Timothy, un po’ come il Werther del celebre romanzo non è mai entrato veramente nelle grazie del Gasp e inseritosi a pieno nella dimensione societaria; una mancanza che lo ha reso ancor più fragile sul piano psicologico.

In fondo il belga avrebbe voluto sentirsi dire un “bravissimo” “hai fatto bene” “continua così” in più rispetto alla totale assenza di dialogo da lui descritta al The Guardian. Parole che anche in Serie A spesso possono fare la differenza sulla psiche di un giocatore, e che possono fare al differenza più dei milioni.

Si può concordare o discordare con le lamentele del belga, ma una cosa l’abbiamo capita: il gioco del bastone e della carota non si addice a Gasperini, che preferisce personalizzare i rapporti, anziché mantenere una facciata unica.

Non tutti gli allenatori piacciono, e nemmeno Gasp a quanto pare. La maggior parte di loro in carriera ha vinto tanto, e queste dichiarazioni si spera che possano confermare una delle poche regole non scritte nel calcio.

 

 

 
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