Quel “vedremo cosa succederà”è una delle frasi più generiche e ambigue che un calciatore possa affermare a metà aprile, ma spesso possono rivelare verità nascoste.

Niente querelle come quella tra Papu e Gasperini questa volta, perché il vero scontro è sempre stato nella testa di Josip Ilicic. Il talento sloveno ormai non rientra più nelle priorità e gerarchie del tecnico nerazzurro, e certamente la concomitante evoluzione di Malinovskyi non facilita le cose all’ex Fiorentina, ma solo a Gasp.

DALLE STELLE ALLA PANCA

L’apice della sua condizione psicofisica Ilicic l’ha raggiunta con il poker rifilato al Valencia negli ottavi della scorsa stagione di Champions League.

Era il 10 marzo 2020, e dopo un anno molti fattori hanno inciso sull’involuzione del professore. A livello fisico le garanzie date dai nuovi e da un Muriel in formato deluxe hanno fatto propendere Gasp per un uso centellinato del giocatore.

In molti hanno creduto che la partenza shock del Papu Gomez nella passata sessione di mercato avrebbe responsabilizzato il professore, ma il suo ritorno in cattedra ha visto più assenze che presenze di un certo spessore.

Dall’inizio del 2021 Josip ha siglato 5 gol e 5 assist in 17 presenze. Bottino che molti trequartisti si auspicherebbero di ottenere in Serie A, ma poca roba per uno come Ilicic abituato a danzare e pennellare calcio.

Gasp ancora lo ritiene un’arma letale, ma dall’inizio preferisce affidarsi alla freschezza, qualità, e velocità di Malinovskyi. L’ucraino sembra aver trovato la sua giusta collocazione e il giusto approccio psicofisico alle gare, forse anche complice l’immensa fiducia riposta in lui da un certo Shevchenko in Nazionale.

A questo punto le parole di Ilicic sembrano più dichiarazioni apertura verso nuovi lidi che una valida conferma della sua permanenza a Bergamo.

Che fare quindi? Noi sicuramente niente, e vista la blindatura a doppia mandata per Pessina, Muriel e Zapata, non possiamo escludere che la pedina da sacrificare sia lui.

 

Albo