10/07/2020 | 23.35
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I fratelli Traore come Eriberto: falsa identità e finto padre, rischiano una lunga squalifica



Hamed Traore, 20enne centrocampista del Sassuolo, e il fratello Amed, 17enne attaccante dell’Atalanta, come il fu Eriberto, poi divenuto Luciano. I due fratelli avrebbero infatti mentito sulla propria identità per riuscire ad arrivare in Italia. Le due società sono estranee ai fatti.

LA VICENDA - La Procura di Parma ha accusato di “falso favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” cinque ivoriani: il 56enne Bly Blaise Tehe, la 41enne Marina Edwige Carine Teher (una dipendente dell’Atalanta), il 42enne Zadi Gildas Abou, la 39enne Larissa Ghislaine Teher e il 45enne Hamed Mamadou Traore. Quest’ultimo sarebbe divenuto una sorta di padre in prestito, finto insomma, per i due giocatori di Sassuolo e Atalanta, al momento ascoltati in procura come persone informate sui fatti.

LE ORIGINI DELL'INCHIESTA - L’indagine della Procura è iniziata dopo aver ascoltato le dichiarazioni di Giovanni Damiano Drago, arrestato insieme ad altre due persone nel dicembre del 2017 nell’ambito dell’operazione ‘Piccoli elefanti’. Drago racconto “di essere a conoscenza che Tehe, coimputato nello stesso procedimento, oltre ai falsi ricongiungimenti familiari già contestatigli, tra il 2014 e il 2015, con la complicità di altri suoi connazionali, avrebbe consentito l'ingresso irregolare in Italia di cinque giovanissime promesse del calcio ivoriano, alcune delle quali sarebbero state ingaggiate in società di calcio professionistico”. Tra questi, per l’appunto, c’erano i fratelli Traore, che sapevano tutto, e ora rischiano una pesante squalifica, simile se non peggiore rispetto a quella rifilata a Eriberto (sei mesi). Atalanta e Sassuolo, come detto, sono invece estranee ai fatti.

fonte calciomercato.com
By marcodalmen
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