26/07/2020 | 07.37
14

I migliori esterni delle squadre di Gasperini



Il solito interessante articolo di ultimouomo.com

I migliori interpreti di un ruolo magico.


In questa stagione l’Atalanta sta mettendo in mostra la perfetta sublimazione delle idee di Gasperini. Una squadra costruita nel giro di quattro stagioni, vendendo e comprando, ma sempre tenendo fede ad alcune regole precise: le marcature a uomo in tutte le zone del campo, il pressing, i movimenti sincronizzati, i difensori che arrivano in area di rigore, l’occupazione organizzata dello spazio e gli esterni che vanno a mille.

Certo il sistema di Gasperini per funzionare bene ha dovuto trovare il talento di alcuni giocatori unici, come il Papu Gomez e Ilicic, ma niente ci stupisce più degli esterni di Gasperini, una categoria dello spirito a parte: non sono mai fenomeni o pippe, non hanno piedi delicati o calciano bombe all’incrocio, non sono maghi dell’assist o fenomeni nelle coperture preventive. Gli esterni di Gasperini sono dei robot prodotti in serie in qualche fabbrica nascosta nel cuore della Mitteleuropa. Ad una prima occhiata sono tutti uguali, poi quando li vedi meglio ti accorgi che sono davvero uguali. Quelli leggermente diversi non funzionano: quest’estate era arrivato Arana per fare l’esterno di Gasperini, ma evidentemente era difettoso e l’hanno mandato indietro. Sicuramente nel prossimo mercato arriverà una versione migliore sottotraccia, sconosciuto.

 

Oggi ovviamente gli esterni di Gasperini sono sulla bocca di tutti, ma è da quando allena che Gasperini affina esterni di Gasperini. Abbiamo messo in classifica i più importanti, partendo da quando sedeva sulla panchina del Crotone in C1 fino ad arrivare agli esterni che gli faranno vincere la Champions League.

 

 




1° Marco Rossi




La figura di Marco Rossi è così naturalmente legata a quella di Gasperini, che quando l’allenatore andò all’Inter si parlò seriamente del suo passaggio ai nerazzurri. Con Gasperini Marco Rossi ha giocato 141 partite segnando 13 gol, sempre con la maglia del Genoa di cui è stato Capitano. Più di tutti ha rappresentato la forma archetipa dell’esterno di Gasperini, quello con dei polmoni enormi, ma un cuore ancora più grande. Non è stato il più forte, ma certamente il più eroico, un pioniere del ruolo quando ancora gli esterni di Gasperini erano solo un’idea vaga come Facebook nell’Università di Harvard.

 

Per Gasperini Marco Rossi ha ricoperto tutti i ruoli, un jolly come viene definito nella sua pagina Wikipedia, ma è nel ruolo di esterno che ha definito se stesso con il 7 sulle spalle.


Nella prima azione di questo video Marco Rossi sbuca da fuori la telecamera per spingere il pallone in rete.


 

Forse il picco della sua parentesi da esterno destro è stato il gol nel derby contro la Sampdoria nel 2009: Omar Milanetto riceve una sponda all’indietro sulla trequarti, temporeggia mentre a destra Marco Rossi come un treno taglia alle spalle del terzino avversario. Il lancio del centrocampista è preciso, Marco Rossi controlla con l’esterno destro e calcia forte sotto le gambe del portiere per far impazzire i tifosi.

 

È l’unico esterno di Gasperini a cui hanno ritirato la maglia.

 




2° Robin Gosens




Nel comunicato con cui l’Atalanta lo ha presentato ai tifosi nell’estate del 2017, Gosens veniva definito “un difensore dotato di una notevole struttura fisica con importanti capacità di spinta sulla fascia sinistra”. La classica dichiarazione neutrale di chi vuole far passare sotto traccia una scoperta che non si vuole ancora condividere con il mondo, qualcosa che cambierà per sempre la percezione di cosa sia un esterno di Gasperini.

 

Oggi Gosens non ha neanche un nome, uno dice Gosens e tutti capiscono di cosa vuoi parlare. Se la tua macchina va particolarmente bene è Gosens, se un giorno ti senti alla grande: Gosens. Quando un esterno è particolarmente performante si dice che ara la fascia, come facevano i buoi con i campi secoli fa e se c’è qualcuno che sta arando qualcosa in Serie A in questa stagione, quello è Gosens. Partendo da sinistra ha contribuito in maniera diretta a 17 gol dell’Atalanta, con 9 gol e 8 assist.

 



 

L’idea che avevamo di Gosens come difensore è stata completamente ribaltata dalla lucidità mostrata in zona gol. L’esterno tedesco supporta la manovra in molti modi diversi: può arrivare da dietro come un carro armato e saltare sopra il terzino avversario come nel gol alla SPAL, ma può anche anticipare il diretto marcatore colpendo in spaccata il pallone in controtempo come nel gol contro l’Inter, mettendo in mostra una varietà in zona gol inaspettata.

 

Insomma Gosens è l’ultimo stadio del progetto “esterno di Gasperini”, quello che lotta, corre, difende e attacca, segna e non fa segnare, passa e non fa passare, tutto con la stessa intensità, tutto con la stessa qualità.




3° Hans Hateboer




Hans Hateboer ha 26 anni, è alto un metro e 87, è nato in Olanda. Ha le spalle larghe, il petto ampio e ogni tanto ha il vezzo di farsi crescere un pizzetto da metallaro. A elencare queste caratteristiche verrebbe quasi da dire che Hans Hateboer sia un essere umano, ma non siamo sicuri di poterlo dire. Hateboer è l’essere vivente che ti fa pensare che Gasperini e l’Atalanta producano i propri esterni in laboratorio.

 

Hateboer non ha segni tecnici particolari: è una cassapanca che corre sulla fascia. I suoi piedi non sono né buoni né cattivi, le sue scelte non sono buone né cattive. Non è incisivo come Gosens, non dribbla come Spinazzola, non ha il cuore di Marco Rossi. Eppure ha un po’ di tutte queste cose, infilate nella pozione magica che lo ha generato.

 

Da piccolo avrebbe scelto tra due cose: il calciatore o il manager d’azienda, alla fine è diventato un esterno di Gasperini. Un lavoro usurante ma glorioso, che lo ha portato a segnare una doppietta al Valencia negli ottavi di Champions League. Se leggete le interviste vi accorgerete che è pure simpatico. Fun fact: Hateboer viene da Beerta, che negli anni ‘90 ha eletto il primo e unico sindaco comunista in Olanda.




4° Vito Redavid




Gasperini inizia la carriera da allenatore nelle giovanili della Juventus, dove rimane per 10 anni arrivando fino alla panchina della Primavera, che conduce alla vittoria del Torneo di Viareggio nel 2003. In estate decide di lasciare il calcio giovanile e accetta un’offerta del Crotone, in C1. Qui trova Ivan Juric, che diventerà suo fedele scudiero, mentre dal mercato arriva Vito Redavid, allenato da Gasperini qualche anno prima nella Primavera della Juventus e considerato ai tempi uno dei migliori talenti della squadra insieme a Gasbarroni.

 

Alla prima partita da allenatore dei grandi, contro L’Aquila, Gasperini schiera il Crotone con un 3-4-3 e i due esterni sono Carmine Leone e Vito Redavid. Non ci sono immagini della partita, ma Redavid a pochi minuti dalla fine segna il 2-0 finale, inaugurando la florida tradizione degli esterni di Gasperini che fanno gol, una specie di Gosens ante-litteram.

 

Rimarrà l’unico gol in stagione per Redavid, che giocherà altre 15 partite con Gasperini, sempre sulla fascia sinistra, prima di perdersi tra infortuni e chissà cosa. Si è ritirato nel 2009, dopo una carriera tra C1 e C2.




5. Leonardo Spinazzola




Spinazzola è uno dei calciatori più originali degli ultimi anni. Ha una carriera peculiare: nasce come esterno offensivo ma segna poco e niente. Gasperini ci vede qualcosa, nessuno ha il suo istinto per gli esterni. Spinazzola abbassa la testa e corre, se ha uno davanti rientra col piede invertito verso il centro, poi sterza all’improvviso verso il fondo. Poi in caso rientra, e poi risterza. Così, centomila volte, per tre anni. Spinazzola esprime molto bene alcune caratteristiche degli esterni di Gasperini: la tensione verticale, il gusto dei duelli individuali, l’atletismo. Forse tra i suoi esterni è stato il miglior dribblatore, quello che gli permetteva di avanzare di più metri col pallone, permettendo a Gomez di restare più alto. Il suo problema è, ed è sempre stato, concludere qualcosa una volta che aveva fatto tutto bene. Spinazzola ha sempre avuto numeri offensivi modesti per un esterno di Gasperini: 9 assist e 0 gol in tre stagioni.




6. Mimmo Criscito




Domenico Criscito detto “Mimmo” ha poco di un esterno di Gasperini. Non ha la corsa, non ha la brutalità verticale negli inserimenti sulla fascia. Criscito nasce invece centrale difensivo ed è solo il fallimento alla Juventus che è stato convertito in esterno. Con Gasperini ha giocato sia esterno che terzo centrale. Quel Genoa era meno intenso di quest’Atalanta, e Criscito esterno poteva sfruttare tutte le sue qualità da regista: il suo mancino speciale, le sue letture intelligenti. Dice che per lui Gasperini è come un padre, che gli deve tutto. Che lo ha fatto esordire a 18 anni a Marassi e che poi è stato l’unico a credere in lui dopo il fallimento alla Juventus. Gasperini, da parte sua, ha inserito Criscito come esterno sinistro del top-11. Questo basta per dargli una posizione alta nel power ranking.

 




7. Andrea Conti




In questa lista Andrea Conti è il giocatore che ha deluso di più fuori dal sistema dell’Atalanta. Fa quasi tenerezza ripensare alla sua stagione agli ordini del Gasp – con 8 gol e 5 assist – e quella al Milan. Con Gasperini Conti volava, era un esterno che giocava in modo disperato, costantemente in avanti, pura espressione di entusiasmo e vitalità. Non doveva preoccuparsi di niente, Conti. Doveva solo pensare a correre, contrastare, tirare a occhi chiusi dopo un inserimento di settanta metri e un passaggio incredibile di Gomez. Segnava sempre cadendo, come se arrivasse a concludere ormai in burnout, con i piedi incandescenti.

 



 

Poi si è ritrovato al Milan, si è rotto tutto, una volta tornato tutto era cambiato. Doveva giocare nella difesa a 4, ricevere palla e fermarsi a pensare cosa farci: un vero incubo.




8. Timothy Castagne




Le buone prestazioni di Castagne, riserva degli esterni di Gasperini per eccellenza, è l’indizio che fa pensare che – beh – tutti possono fare l’esterno di Gasperini se hanno la capacità polmonare di un 800 metrista e il corpo scolpito dai freddi venti dell’Europa del Nord. Castagne sembra uno di quei giocatori prodotti in serie per le squadre minori: alto, magro, faccia intagliata nel legno, nessuna particolare qualità apparente. Eppure negli ultimi mesi Castagne è stato cercato da Tottenham e PSG.

 

Quando chiamato in causa effettivamente non è mai sembrato inadeguato rispetto a Gosens e Hateboer. Se ci pensate tutti e tre vengono dalla stessa zona del mondo di cui abbiamo una visione un po’ generica: sono olandesi? Tedeschi? Belgi? Non importa davvero, in un’altra vita hanno fatto i contadini nelle Ardenne e sposato le tesi di Lutero.

 

Comunque a un certo punto sembrava Castagne quello che avrebbe sostituito con più successo la precedente batteria di esterni Conti e Spinazzola, ma non è andata così. Nelle 92 partite giocate con Gasperini – spesso entrando a partita in corso – Castagne ha comunque segnato 10 gol e servito 8 assist.

 



 

Perché tutti vogliono Castagne si chiede questo video. La risposta ovviamente è: perché è un esterno di Gasperini.




9. Darko Lazovic




Lazovic ha giocato con Gasperini una sola stagione, la 2015/16, e nemmeno sempre da titolare, eppure allo stato attuale sembra uno dei prototipi perfetti di quella che nelle nostre teste è l’idea platonica dell’esterno di Gasperini. Lazovic in Serbia ha giocato principalmente esterno alto, ma in Serie A è stato forse valutato troppo poco creativo o comunque troppo poco influente nell’ultima trequarti di campo (nonostante in patria avesse ottime medie realizzative), e quindi è stato trasformato in un esterno a tutta fascia. Lo sappiamo che nel sistema di Gasperini quello che conta per un esterno è in primo luogo la sua capacità di non perdere lucidità in un sistema che richiede un’intensità fuori scala. E questo, di certo, a Lazovic non manca. Non è un caso che l’esterno serbo sia stato ripescato dalla scatola dei giocattoli dimenticati da Ivan Juric, il primo dei gasperinisti, che prima lo ha fatto giocare da titolare nel suo Genoa, almeno finché non è arrivata la ghigliottina di Preziosi, e poi lo ha richiamato al Verona, in questa sua ultima incredibile stagione in cui a livello realizzativo ha già fatto meglio di qualunque altra sua stagione in Italia (3 gol e 6 assist). Oggi sembra assurdo che fino a pochi mesi fa un giocatore come Lazovic fosse rimasto senza una squadra che gli desse un contratto, ma è anche vero che fino a pochi mesi fa non eravamo ancora entrati nel multiverso gasperinista in cui l’Atalanta sembra poter raggiungere qualsiasi risultato.




10. Diego Laxalt




In estate Laxalt è stato vicinissimo all’Atalanta, sembrava fatta ma poi è finito al Torino. Sarebbe stato l’ennesimo ritorno di un giocatore di Gasperini da Gasperini, un allenatore che evidentemente ha a cuore la vita dei suoi ex esterni.

Laxalt è stato uno dei primi a mostrare quanto il ruolo fosse buggato: dall’oggi al domani è passato dall’essere ne carne ne pesce a essere un trattore con le treccine lanciato lungo tutta fascia. «Mi ha insegnato ad usare la velocità» con queste parole Laxalt ha certificato il ruolo mistico di Gasperini nella creazione dei suoi esterni. Come si usa la velocità? Facendo l’esterno di Gasperini, semplice.




11. Michel Morganella




Michel Morganella è nato in Svizzera, è soprannominato “Treno”. È nato attaccante ma col tempo è stato arretrato come esterno difensivo. Sembrava nato per fare l’esterno di Gasperini, e infatti era contentissimo quando è arrivato al posto di Sannino sulla panchina del Palermo: «Gasperini ha portato entusiasmo e io ho trovato maggiore continuità nelle prestazione; non ho fatto il ritiro estivo con Sannino ma lui con noi è stato molto energico».

 

Poi Gasperini è stato esonerato e la sua carriera è andata progressivamente in declino. Nel 2012 ha insultato i coreani e si è beccato una squalifica dalla Nazionale svizzera. Ora, a 31 anni, è svincolato; l’anno scorso ha fatto 11 presenze col Livorno. Non potrebbe entrare nello staff del Gasp?




12. Abdoulay Konko




Konko è uno dei giocatori più usati da Gasperini in carriera. Lo ha allenato nella Primavera della Juventus, nel Crotone, nel Genoa e anche nell’Atalanta. Forse non molti se lo ricordano ma Konko è stato uno dei primi esterni schierati da Gasperini a Bergamo. Konko era un giocatore compassato, duttile, abile nelle letture, non aveva quasi nulla di quello che serve ad un esterno di Gasperini oggi, ma da qualche parte bisognava pur iniziare. Come il primo schizzo su carta di un capolavoro. Gasperini comunque vuole bene a Konko e Konko vuole bene a Gasperini, quando è arrivato all’Atalanta ha detto che gli doveva tutto. Poi l’allenatore lo ha accantonato per Spinazzola, ma dopotutto la rivoluzione non è un pranzo di gala.

 



Gli esterni di Gasperini ogni tanto fanno cose assolutamente irreali.

 




13. Luca Antonelli




Luca Antonelli al momento è all’Empoli, in Serie B, dove ha giocato la miseria di 771 minuti stagionali, tra campionato e Coppa Italia. Ha passato giorni migliori, insomma, e gran parte di quei giorni sono stati con Gasperini allenatore. Tra la stagione 2013/14 e quella 2014/15 Antonelli è stato l’esterno di Gasperini per eccellenza, giocando quasi sempre da titolare per un anno e mezzo, e mettendo insieme 6 gol e 4 assist, prima di essere sacrificato sul sacro altare della sessione invernale di calciomercato del Genoa. Come tutti gli esterni di Gasperini, a parte alcune rarissime eccezioni, nessuno ha però mai pensato che Antonelli potesse diventare di più di ciò che vedevamo quei giorni al Genoa, cioè atletismo, intensità e tempismo, anche perché gli esterni di Gasperini sono notoriamente delle ire di Dio. Passato al Milan, Antonelli ha iniziato la sua parabola discendente, partecipando ad alcune delle annate più deprimenti del recente declino rossonero. Anche Gasperini sembrava dovesse fare la stessa fine, e invece eccoci qui.











14. Javier Zanetti




Dice un detto: “Se non riesci a individuare un esterno di Gasperini nella prima mezz’ora di gioco, allora l’esterno di Gasperini sei tu”, chissà quando lo ha capito Zanetti, di esserlo lui, a 38 anni, dopo una vita passata a fare altro. Il tentativo – fallito – di trasformazione del Capitano dell’Inter a esterno di Gasperini è il perfetto riassunto di un’esperienza iniziata male e finita peggio, che ancora oggi l’allenatore ricorda con dolore e risentimento. Il terzino argentino nelle nelle 5 partite con Gasperini è stato tra i più confusi.

 



La sconfitta contro il Novara, ultimo atto di Gasperini sulla panchina dell’Inter, Zanetti per tutta la partita non sarà mai al posto giusto.

Un’esperienza breve e non memorabile rende Javier Zanetti – uno dei migliori giocatori degli ultimi 20 anni di Serie A – forse il peggior esterno di Gasperini nella storia degli esterni di Gasperini, dopotutto più grandi sono più rumore fanno quando cadono.



By marcodalmen
14 commenti