Il Papu alla stampa argentina: "Ecco perche' sono andato via da Bergamo"
Ndr: Non ci piace rimestare nel torbido, riesumare polemiche morte e sepolte da mesi o infervorare gli animi. Ma la tanto annunciata verità del Papu sul suo addio all'Atalanta è arrivata, e per dovere di cronaca la riportiamo qui di seguito.
Alejandro Gomez, parlando a ‘La Nación’, ha svelato i motivi dell’addio all’Atalanta: “Gasperini ha superato i limiti e non si è scusato”.
Quella del ‘Papu’ Gomez con l’Atalanta è stata una grande storia d’amore senza lieto fine. Simbolo indiscusso della compagine orobica per oltre sei anni, il campione argentino ha visto interrompersi bruscamente la sua avventura a Bergamo a fine gennaio.
Il suo presente si chiama Siviglia, ma il suo addio alla Dea fa ancora discutere. Mesi fa si parlò di una frattura insanabile con Gian Piero Gasperini alla base della sua scelta di cambiare squadra e in un’intervista a ‘La Nación’ ha svelato come fu effettivamente una dura lite con il suo allenatore a portarlo alla clamorosa decisione di andare via.
A scatenare il tutto fu quanto accaduto nel corso di una sfida contro il Midtjylland.
"Ho sbagliato qualcosa presumo, perché in una partita di Champions League ho disobbedito ad un’indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e l’allenatore mi ha chiesto di spostarmi a destra, mentre io stavo facendo molto bene a sinistra. Ho detto di no. Immagino che l’aver risposto così, a metà gara e davanti alle telecamere, abbia creato la situazione perfetta perché si arrabbiasse. In quel momento ho capito che sarei stato sostituito all’intervallo e così è stato. Negli spogliatoi però lui ha oltrepassato i limiti ed ha cercato di aggredirmi fisicamente”.
Quanto successo ha spinto il ‘Papu’ a prendere la più difficile delle decisioni.
"Lì ho detto basta. Si può discutere ok, ma l’aggressione fisica è intollerabile. Ho chiesto quindi un incontro con il presidente Antonio Percassi e gli ho detto che non avrei avuto problemi ad andare avanti. Ho capito di aver sbagliato, che da capitano non mi ero comportato bene e che ero stato un cattivo esempio disobbedendo all’allenatore, ma gli ho anche detto che volevo le scuse di Gasperini”.
Le scuse del tecnico non sono evidentemente mai arrivate.
"Il giorno dopo c’è stata una riunione con tutta la squadra. Mi sono scusato con l’allenatore e i compagni per l’accaduto, ma non ho ricevuto scuse. Come dovevo intendere la cosa? Io avevo sbagliato e lui aveva fatto una cosa giusta? E’ iniziato tutto da lì. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo più lavorare con Gasperini all’Atalanta. Lui mi ha risposto che non mi avrebbe lasciato andare e quindi è iniziato un braccio di ferro che ho pagato: sono finito fuori rosa”.
Per Gomez non si è trattato del modo migliore per chiudere la parentesi più importante della sua carriera.
"E’ stato brutto, dopo tutto quello che ho dato per il club. Si sono comportati male. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Così è finito tutto. Ma non è tutto, visto che per me si sono anche chiuse le porte del calcio italiano: non volevano cedermi a nessun big perché dicevano che avrei rafforzato una rivale. Grazie a Dio è arrivato il Siviglia che mi ha permesso di continuare a competere ad alti livelli per poter aspirare alla Copa America. Era quella la mia ossessione”.
L’attaccante argentino teneva a raccontare la sua versione dei fatti.
"La gente non sa cosa sia successo. Ne sto parlando solo ora. Merita la verità e la merito anche io. Penso che l’intenzione dell’Atalanta fosse quella di dare tutta la colpa a me. In tanti si sono arrabbiati con me perché hanno pensato che volessi andare via, ma non è vero. E’ ora che i tifosi conoscano la verità”.
Fonte : goal.com
Alejandro Gomez, parlando a ‘La Nación’, ha svelato i motivi dell’addio all’Atalanta: “Gasperini ha superato i limiti e non si è scusato”.
Quella del ‘Papu’ Gomez con l’Atalanta è stata una grande storia d’amore senza lieto fine. Simbolo indiscusso della compagine orobica per oltre sei anni, il campione argentino ha visto interrompersi bruscamente la sua avventura a Bergamo a fine gennaio.
Il suo presente si chiama Siviglia, ma il suo addio alla Dea fa ancora discutere. Mesi fa si parlò di una frattura insanabile con Gian Piero Gasperini alla base della sua scelta di cambiare squadra e in un’intervista a ‘La Nación’ ha svelato come fu effettivamente una dura lite con il suo allenatore a portarlo alla clamorosa decisione di andare via.
A scatenare il tutto fu quanto accaduto nel corso di una sfida contro il Midtjylland.
"Ho sbagliato qualcosa presumo, perché in una partita di Champions League ho disobbedito ad un’indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e l’allenatore mi ha chiesto di spostarmi a destra, mentre io stavo facendo molto bene a sinistra. Ho detto di no. Immagino che l’aver risposto così, a metà gara e davanti alle telecamere, abbia creato la situazione perfetta perché si arrabbiasse. In quel momento ho capito che sarei stato sostituito all’intervallo e così è stato. Negli spogliatoi però lui ha oltrepassato i limiti ed ha cercato di aggredirmi fisicamente”.
Quanto successo ha spinto il ‘Papu’ a prendere la più difficile delle decisioni.
"Lì ho detto basta. Si può discutere ok, ma l’aggressione fisica è intollerabile. Ho chiesto quindi un incontro con il presidente Antonio Percassi e gli ho detto che non avrei avuto problemi ad andare avanti. Ho capito di aver sbagliato, che da capitano non mi ero comportato bene e che ero stato un cattivo esempio disobbedendo all’allenatore, ma gli ho anche detto che volevo le scuse di Gasperini”.
Le scuse del tecnico non sono evidentemente mai arrivate.
"Il giorno dopo c’è stata una riunione con tutta la squadra. Mi sono scusato con l’allenatore e i compagni per l’accaduto, ma non ho ricevuto scuse. Come dovevo intendere la cosa? Io avevo sbagliato e lui aveva fatto una cosa giusta? E’ iniziato tutto da lì. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo più lavorare con Gasperini all’Atalanta. Lui mi ha risposto che non mi avrebbe lasciato andare e quindi è iniziato un braccio di ferro che ho pagato: sono finito fuori rosa”.
Per Gomez non si è trattato del modo migliore per chiudere la parentesi più importante della sua carriera.
"E’ stato brutto, dopo tutto quello che ho dato per il club. Si sono comportati male. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Così è finito tutto. Ma non è tutto, visto che per me si sono anche chiuse le porte del calcio italiano: non volevano cedermi a nessun big perché dicevano che avrei rafforzato una rivale. Grazie a Dio è arrivato il Siviglia che mi ha permesso di continuare a competere ad alti livelli per poter aspirare alla Copa America. Era quella la mia ossessione”.
L’attaccante argentino teneva a raccontare la sua versione dei fatti.
"La gente non sa cosa sia successo. Ne sto parlando solo ora. Merita la verità e la merito anche io. Penso che l’intenzione dell’Atalanta fosse quella di dare tutta la colpa a me. In tanti si sono arrabbiati con me perché hanno pensato che volessi andare via, ma non è vero. E’ ora che i tifosi conoscano la verità”.
Fonte : goal.com
By Gandalf