07/02/2021 | 19.00
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Ieri ed oggi: il calcio bergamasco resta nerazzurro.

E’ fuori da ogni dubbio che il calcio bergamasco maggiore sia stato e resti nerazzurro, ma assai meno che il temperamento delle ultime tifoserie, rispetto alle meno giovani, sia rimasto lo stesso.

Abituati a tribolazioni costanti, dove il nero spesso sommergeva l’azzurro, nutrivamo il senso di appartenenza naturale ai nostri colori e l’affetto sopravviveva anche in stagioni assai miserevoli, condivise senza mai rinnegarle.

Quante volte la caduta nella serie inferiore ha ridato la voglia di riscatto, sostenuta malgrado le amarezze e lo sconforto, perché l’Atalanta restava sempre nel cuore.

Vagliando gli episodi più recenti si leggono, in commenti arrivati in oltre quattrocentocinquanta , insolenze e vituperi per tutta la nostra compagine, rea di avere conseguito dei pareggi, di cui uno con rimonta di tre reti, che dequalificano addirittura le ultime splendide vittorie di queste ultime stagioni.

Florilegi di maleducazione, di grettezza e di ingratitudine che mai, prima d’ora, si erano letti, anche nelle situazioni sportivamente più rovinose, visto peraltro che l’attuale andamento del campionato e delle altre coppe cui partecipiamo, sono nel bel mezzo di positivi svolgimenti.

Forse serve il ricordare le difficoltà di un torneo che comporta ritmi frequenti e farraginosi, vissuti senza possibilità di regolari allenamenti, nell’esclusiva morsa dei risultati che si snodano, freddi ed irrispettosi, di ogni ragionato pronostico.

Giusto stasera il Napoli non è riuscito a recuperare lo svantaggio messo a segno dal Genoa, che già mercoledì incrocerà i nostri ragazzi, pervasi dal demone di una vittoria scippata ed ingloriosa.

A malapena penso a tensioni e timori che animeranno i contendenti, tenuto conto che una delle due formazioni, sarà estromessa dalla coppa Italia. Su entrambe pende la spada di Damocle, induttiva di interessi sportivi preclusi e di persecuzioni del proprio ambito sportivo, già pronto al dileggio.

Dico, proprio a noi, gloriosa tifoseria nerazzurra, dove sono le gesta di sostegno che ,in piena notte, hanno portato appoggio e conforto ad una squadra che aveva incassato ben sette pere in quel di san Siro? Cosa è cambiato da allora e mi rispondo che è cambiata la possibilità di frequentazione e della condivisione delle partite, trasformate, da rito sportivo associante, nella buona e nella cattiva sorte , ad una serie televisiva, senza più l’interscambio di quel calore che li sosteneva e ci abbacinava, in una sola realtà emotiva.

Deve rasserenarci la certezza del ritorno al nostro tempio, per rivivere tutti gli attimi che precedono gli incontri e montano lo spasmo dell’attesa, per esplodere ad ogni attacco dei nostri e fare un fronte di sostegno ad ogni reazione avversaria.

In tale attesa scordiamoci del concetto che lontano dagli occhi, lontano dal cuore possa essere giusto paradigma di questi momenti, che prima o poi, potremo dimenticare.
Pensiamo invece a quanto possa essere invisa, alla stessa squadra, la negazione del nostro supporto, inteso come sostegno ed affetto, alla luce di quella stessa negatività che ci assale al privarcene.

Rivediamo con attenzione le nostre impazienze ed i nostri malumori affinché non insidino i nostri entusiasmi e distruggano la bella realtà calcistica che onora Bergamo ed i suoi cittadini.

Siamo al meglio della nostra ultracentenaria attività, in una prospettiva mai apparsa così rosea.

Certo i grossi traguardi si allineano alle grandi difficoltà e proprio per questo non possiamo negare il nostro contributo, esimendoci dal sospingere il carro, perché solo così, matureremo il diritto di poterci salire da vincitori.

Speriamo al più presto.

Liberiamoci dal malumore inconsulto e rinnoviamo la dovuta fede sportiva.

Forza Atalanta !

 

ReMo
By staff
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