Il Diavolo in casa, ma niente patti - by Albo
Domani sera la Dea accoglierà in casa sua i Diavoli Rossi dello United, la prima sfida di ritorno del girone Champions, e forse la più importante, perché qualsiasi risultato potrebbe già darci un’idea verosimile del futuro dei nerazzurri in coppa.
Per questo motivo e per come è terminata a Old Trafford, verrebbe naturale a molti di accontentarsi di un pareggio. Il Gewiss in questo inizio di stagione non può ritenersi “mura amiche”, come se già da tempo aleggiasse una maledizione sullo stadio.
Tiene banco però chi del Diavolo incarna il simbolo e i colori, quel Manchester United apparentemente fragile, ma propositivo, talentuoso e forte che all’andata ci ha impartito l’ennesima lezione all’università del calcio (come piace definirla a Percassi).
Una lezione che Gasp ha imparato in fretta (si spera) e se aggiungiamo la voglia di rivalsa dell’intero ambiente nerazzurro, potrei metterci la mano sul fuoco e scommettere che Gasp non ha nessuna intenzione di scendere a patti con Ronaldo &co. Niente calcoli, niente biscotti, solo giocare, proporre calcio come siamo soliti fare, senza snaturarci e vedere alla fine quanto abbiamo fatto di buono e quanto di meno buono.
D’altronde, una Dea e un diavolo da che mondo e mondo stanno da sempre agli antipodi, come luce e oscurità, sacro e profano, in una lotta eterna che li ha visti sempre battersi senza compromessi. E così scommetto che sarà anche domani sera, dove gli esorcismi e gli incitamenti di un’intera città accenderanno solo un unico diavolo: quello nerazzurro, simbolo della passione per una Dea che mai si è fermata in questi anni, e a maggior ragione non lo farà domani.
by Albo
Per questo motivo e per come è terminata a Old Trafford, verrebbe naturale a molti di accontentarsi di un pareggio. Il Gewiss in questo inizio di stagione non può ritenersi “mura amiche”, come se già da tempo aleggiasse una maledizione sullo stadio.
Tiene banco però chi del Diavolo incarna il simbolo e i colori, quel Manchester United apparentemente fragile, ma propositivo, talentuoso e forte che all’andata ci ha impartito l’ennesima lezione all’università del calcio (come piace definirla a Percassi).
Una lezione che Gasp ha imparato in fretta (si spera) e se aggiungiamo la voglia di rivalsa dell’intero ambiente nerazzurro, potrei metterci la mano sul fuoco e scommettere che Gasp non ha nessuna intenzione di scendere a patti con Ronaldo &co. Niente calcoli, niente biscotti, solo giocare, proporre calcio come siamo soliti fare, senza snaturarci e vedere alla fine quanto abbiamo fatto di buono e quanto di meno buono.
D’altronde, una Dea e un diavolo da che mondo e mondo stanno da sempre agli antipodi, come luce e oscurità, sacro e profano, in una lotta eterna che li ha visti sempre battersi senza compromessi. E così scommetto che sarà anche domani sera, dove gli esorcismi e gli incitamenti di un’intera città accenderanno solo un unico diavolo: quello nerazzurro, simbolo della passione per una Dea che mai si è fermata in questi anni, e a maggior ragione non lo farà domani.
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