Il doppio ex: Manfredini su Genoa - Atalanta
Una bella intervista dal sito pianetagenoa1893.net
«Penso che sia una di quelle poche partite che ha poco da dire dal punto di vista del risultato, ma dal livello di programmazione futura e sentimento sportivo penso ci debba essere qualcosa da mettere in mostra. In casa, poi, il Genoa ha sempre una spinta in più e motivazioni per dare soddisfazioni ai propri tifosi. Dopo un campionato così i tifosi del Genoa meriterebbero qualcosa di più in questa partita. Ma al tempo stesso dobbiamo considerare che ci sarà un’Atalanta forte dove non penso sia disposta a fare brutta figura. Le motivazioni dei giovani potrebbero prevalere».
Passiamo al Manfredini allenatore: come è nata la decisione di scegliere il Lunano, squadra di Promozione marchigiana?
«Mi mancava l’adrenalina del campo e anche il fatto di allenare, anche se da poco ho avuto anche una bimba (di nome Dea, ndr). Il fatto di andare ad allenare in Promozione è stato qualcosa di personale per mettermi in gioco e per capire dal basso se potevo avere la stoffa di allenare. Questo mi è piaciuto. Allenare non professionisti e ragazzi che lavorano durante il giorno: ho trovato le emozioni di avere più rapporti umani. Devi avere rapporti dove anche i giocatori si devono divertire. Ho potuto allenare ragazzi dove l’aspetto umano e problematiche quotidiane esistono. Devo dire che ho sentito di essere un educatore più che allenatore e questo mi ha permesso di crescere. Sono arrivato che eravamo penultimi, nel girone di ritorno abbiamo ottenuto grandi risultati con quattordici risultati utili consecutivi. Abbiamo lottato per salvarci e vedere la felicità di un paese di 1.500 abitanti che vivono con il cuore e la passione è importante. Questo mi dà valore umano».
Ha avuto Gasperini come allenatore del Genoa: inutile dire che a Bergamo ha esaltato i giovani e fatto crescere tantissimi giocatori che poi sono stati ceduti a peso d’oro. Qual è il segreto del Gasp che ogni anno ottiene grandi risultati con una squadra che perde pezzi pregiati, ma ne sfodera altrettanti?
«I segreti sono difficili da sapere, posso dirti che Gasperini al Genoa e a Bergamo ha fatto grandi campionati, ha cambiato le società dove ha allenato, soprattutto a Bergamo. Lui tira fuori dai giocatori il meglio e ha anche il coraggio di cambiare: se c’è qualche giocatore di nome che non è funzionale al suo gioco, lo mette fuori. Questo può essere una cosa negativa ma anche positiva perché dà possibilità a tutti, anche ai giovani di essere titolari. I giocatori, dati alla mano, rendono solo a Bergamo e quando vanno via non hanno lo stesso rendimento: lui tira fuori il 110%».
Come procede la sua carriera da driver di cavalli? La passione è la stessa del calcio? Come è nata?
«In questo momento sono fermo, ho fatto protesi alle anche dovuta al mio passato da giocatore: ho dovuto interrompere, ero impossibilitato. Ora ho interrotto, poi vediamo più avanti. Non posso rischiare in questo momento».
