Il fermacarte
19 agosto normalmente sarebbe tempo di calcolare l’esito della campagna abbonamenti, commentare i risultati delle ultime amichevoli di campionato e delle sorprese che i primi turni delle coppe nazionali e internazionali propongono, complici l’inizio stagione e l’approssimativa condizione delle squadre. Quest’anno invece siamo ancora a dover concludere la stagione precedente, mancano verdetti delle coppe Europee e dei play off, quasi tutte le squadre si sono meritate le ferie dopo un tour de force incredibile, e in tutta questa eccezionale anomalia, sul sito ufficiale piombano a contorno della presentazione del nuovo main-sponsor le probabili nuove maglie dei nerazzurri.
Nessun commento per le stesse, nessuna presentazione in pompa magna, come questo simbolo ha da sempre richiesto, ma semplicemente sono state messe lì come una tovaglia, a comporre il coperto, per evidenziare una pietanza prelibata in un bel piatto.
Non mi piace questo modo di comunicare, non mi piace che la maglia venga dopo gli sponsor, di questo passo tra poco faremo la fine delle squadre di basket o pallavolo che si chiamano in base agli sponsor, non hanno identità ma ne sono esclusivamente dipendenti.
Vi immaginate: Gewiss stadium (tempio), tribuna rinascimento (la Viale Giulio Cesare), Plus500 Team (Atalanta) e magari cambiamo anche colore e magari città.
Questo forse è il pegno, per incamerare risorse, per garantire l’asticella sempre più in alto ma quando l’interesse cala e i risultati saranno più complicati da raggiungere, sarà la passione, il tifo vero, l’attaccamento ai valori e non ai denari, il senso di appartenenza e la storia a mantenere in vita la Dea, come nei 113 anni della sua storia.
Quindi l’auspicio è che questi valori non vengano messi sotto lo zerbino nei momenti prosperi perché potrebbe essere difficile ritrovarli quando le cose dovessero andar male.
Tra questi valori la maglia è per noi tifosi imprescindibile, può piacere o meno a livello grafico (se si vince è sempre bella) ma è un simbolo, quei due magici colori ci riempiono gli occhi quotidianamente, di quei colori ormai compriamo ogni tipo di accessorio, vestito, immagine, elettrodomestico che sia, trattarla come un semplice contorno non va bene, la maglia, la Dea, la squadra e i tifosi SONO CENTRALI, il resto è di contorno!
La maglia va onorata in campo col sudore e fuori con la giusta considerazione.
Concludo augurando comunque che questa partnership raggiunga traguardi sempre più importanti.
Forza Atalanta
Cuginus
Devo dire che le modalita' di presentazione delle nuove maglie mi hanno lasciato un po' perplesso.
Fino all'anno scorso le nuove divise erano presentate in pompa magna, quest'anno non piu'. Comprensibile, c'è il virus in giro, meglio evitare assembramenti non necessari.
Ma confinare la nuova maglia a semplice contorno nella presentazione di un nuovo sponsor mi è sembrata una mossa sbagliata. Lo spazio riservatole è stato talmente minimale che persino noi del sito, per qualche ora, non avevamo certezza si trattassero di quelle ufficiali, per di piu' per la sola Champions. C'e' voluto un post sui social ufficiali, e ore dopo, per dipanare i dubbi, anche se diversi nostri commentatori avevano scritto, nel frattempo, di averla trovata gia' in alcuni punti vendita.
Sono perplesso perche' questa proprieta' conosce meglio di chiunque altro l'affetto e l'importanza per la maglia che ci rappresenta e l'interesse dimostrato gli anni scorsi era esperienza piu' che sufficiente per gestire il tutto in altro modo. Noi del sito in passato abbiamo persino fatto dirette al riguardo, tanta era l'attesa.
Cerchiamo di capirci, stiamo cercando il pelo nell'uovo di una dirigenza che sfiora altrimenti la perfezione per i risultati sul campo. Pero' quando le cose la domenica andavano veramente male (e in 18 anni di esistenza del sito ce ne sono state parecchie) trovavamo note positive al contrario di altri.
Perche' non ci va di contestare o leccare il culo a prescindere, sia chiaro, cerchiamo solo di dire le cose in modo obbiettivo.
Nella speranza che l'anno prossimo si riprenda la presentazione della maglia come tradizione, e tifoseria, vuole, vi racconto la vera storiella del fermacarte
100 anni fa l'India era sotto la dominazione britannica e c'erano ancora i marajah, nabbabbi che avevano ancora ampio potere esecutivo e legislativo in molte zone.
Uno di questi si avvicinava al termine della sua vita terrena e poco prima di morire detto' il suo testamento. Quando costui passo' a miglior vita trovarono i fogli con le sue volonta' sotto un pesante sasso luccicante.
Nel testamento egli distribuiva le sue immense ricchezze a molti riservando il fermacarte al fido segretario di una vita. I parenti del marajah si affrettarono ad impugnare le volonta' del defunto e ne sortirono dispute per anni. Fu solo quando tutto fu spartito che ci si accorse che l'insignificante fermacarte si trattava in effetti di un gigantesco diamante grezzo che, rimasto fuori dalla disputa, era gia' entrato da anni nella disponibilita' del fortunato segretario. Quell'ingombrante e insulso fermacarte valeva, da solo, piu' del resto di tutte le altre fortune ereditate.
Non sottovalutiamo la maglia. Per la gente è importante, piu' di qualsiasi sponsor che dovesse far piovere denaro a Zingonia. Basta poco per onorarla, ricordiamocelo.
Calep
Nessun commento per le stesse, nessuna presentazione in pompa magna, come questo simbolo ha da sempre richiesto, ma semplicemente sono state messe lì come una tovaglia, a comporre il coperto, per evidenziare una pietanza prelibata in un bel piatto.
Non mi piace questo modo di comunicare, non mi piace che la maglia venga dopo gli sponsor, di questo passo tra poco faremo la fine delle squadre di basket o pallavolo che si chiamano in base agli sponsor, non hanno identità ma ne sono esclusivamente dipendenti.
Vi immaginate: Gewiss stadium (tempio), tribuna rinascimento (la Viale Giulio Cesare), Plus500 Team (Atalanta) e magari cambiamo anche colore e magari città.
Questo forse è il pegno, per incamerare risorse, per garantire l’asticella sempre più in alto ma quando l’interesse cala e i risultati saranno più complicati da raggiungere, sarà la passione, il tifo vero, l’attaccamento ai valori e non ai denari, il senso di appartenenza e la storia a mantenere in vita la Dea, come nei 113 anni della sua storia.
Quindi l’auspicio è che questi valori non vengano messi sotto lo zerbino nei momenti prosperi perché potrebbe essere difficile ritrovarli quando le cose dovessero andar male.
Tra questi valori la maglia è per noi tifosi imprescindibile, può piacere o meno a livello grafico (se si vince è sempre bella) ma è un simbolo, quei due magici colori ci riempiono gli occhi quotidianamente, di quei colori ormai compriamo ogni tipo di accessorio, vestito, immagine, elettrodomestico che sia, trattarla come un semplice contorno non va bene, la maglia, la Dea, la squadra e i tifosi SONO CENTRALI, il resto è di contorno!
La maglia va onorata in campo col sudore e fuori con la giusta considerazione.
Concludo augurando comunque che questa partnership raggiunga traguardi sempre più importanti.
Forza Atalanta
Cuginus
Devo dire che le modalita' di presentazione delle nuove maglie mi hanno lasciato un po' perplesso.
Fino all'anno scorso le nuove divise erano presentate in pompa magna, quest'anno non piu'. Comprensibile, c'è il virus in giro, meglio evitare assembramenti non necessari.
Ma confinare la nuova maglia a semplice contorno nella presentazione di un nuovo sponsor mi è sembrata una mossa sbagliata. Lo spazio riservatole è stato talmente minimale che persino noi del sito, per qualche ora, non avevamo certezza si trattassero di quelle ufficiali, per di piu' per la sola Champions. C'e' voluto un post sui social ufficiali, e ore dopo, per dipanare i dubbi, anche se diversi nostri commentatori avevano scritto, nel frattempo, di averla trovata gia' in alcuni punti vendita.
Sono perplesso perche' questa proprieta' conosce meglio di chiunque altro l'affetto e l'importanza per la maglia che ci rappresenta e l'interesse dimostrato gli anni scorsi era esperienza piu' che sufficiente per gestire il tutto in altro modo. Noi del sito in passato abbiamo persino fatto dirette al riguardo, tanta era l'attesa.
Cerchiamo di capirci, stiamo cercando il pelo nell'uovo di una dirigenza che sfiora altrimenti la perfezione per i risultati sul campo. Pero' quando le cose la domenica andavano veramente male (e in 18 anni di esistenza del sito ce ne sono state parecchie) trovavamo note positive al contrario di altri.
Perche' non ci va di contestare o leccare il culo a prescindere, sia chiaro, cerchiamo solo di dire le cose in modo obbiettivo.
Nella speranza che l'anno prossimo si riprenda la presentazione della maglia come tradizione, e tifoseria, vuole, vi racconto la vera storiella del fermacarte
100 anni fa l'India era sotto la dominazione britannica e c'erano ancora i marajah, nabbabbi che avevano ancora ampio potere esecutivo e legislativo in molte zone.
Uno di questi si avvicinava al termine della sua vita terrena e poco prima di morire detto' il suo testamento. Quando costui passo' a miglior vita trovarono i fogli con le sue volonta' sotto un pesante sasso luccicante.
Nel testamento egli distribuiva le sue immense ricchezze a molti riservando il fermacarte al fido segretario di una vita. I parenti del marajah si affrettarono ad impugnare le volonta' del defunto e ne sortirono dispute per anni. Fu solo quando tutto fu spartito che ci si accorse che l'insignificante fermacarte si trattava in effetti di un gigantesco diamante grezzo che, rimasto fuori dalla disputa, era gia' entrato da anni nella disponibilita' del fortunato segretario. Quell'ingombrante e insulso fermacarte valeva, da solo, piu' del resto di tutte le altre fortune ereditate.
Non sottovalutiamo la maglia. Per la gente è importante, piu' di qualsiasi sponsor che dovesse far piovere denaro a Zingonia. Basta poco per onorarla, ricordiamocelo.
Calep
By staff