Il giro d’affari dei procuratori: la Serie A spende il 7% dei ricavi per gli agenti
Sempre influenti e con cifre rilevanti incassate, in attesa di novità dalla FIFA sul nuovo regolamento. A volte però anche resi necessari dai club, che si affidano a loro per cercare di strappare giocatori ad altre squadre o per piazzare meglio i propri. Parliamo dei procuratori, tra i grandi protagonisti dell’estate del calciomercato, sempre più in vista e sempre più attivi: se in passato c’era Mino Raiola (con operazioni tipo Pogba, per cui ha incassato 27 dei 105 milioni che il Manchester United ha pagato alla Juventus per il centrocampista francese nel 2016, oppure Haaland nei tempi più recenti), l’estate è stata dominata anche dalle voci legate a Joshua Zirkzee e la percentuale di commissioni voluta dal suo procuratore Kia Joorabchian. Con impatti importanti quindi anche dal punto di vista economico e sui bilanci delle società.
La crescita dell’influenza dei procuratori si ritrova anche nei numeri. Nel 2015, quando la FIGC ha iniziato a rendere ufficiali i pagamenti delle squadre agli agenti, le società di Serie A hanno versato agli intermediari un totale di 84,4 milioni di euro. Otto anni dopo, la cifra è quasi triplicata, visto che nel 2023 sono stati pagate commissioni per complessivi 220,2 milioni dai club della massima serie. Se nel 2015 in media ogni club sborsava agli agenti 4,2 milioni, otto anni dopo la spesa è salita a 11,1 milioni ciascuno, come certificano i dati ufficiali della FIGC.
Entrando nei dettagli, dal 2015 al 2023 i club di Serie A hanno versato complessivamente 1,51 miliardi di euro agli agenti. Di questa cifra, il 19,39% è stato pagato dalla Juventus (293,4 milioni), seguita dall’Inter (12,61% per 190,8 milioni) e dalla Roma (10,94% per 165,5 milioni). Il Milan ha un impatto sotto il 10% (8,89% per 134,5 milioni), mentre la Fiorentina (5,85% con 88,5 milioni) supera il Napoli (5,73% con 86,7 milioni). Completano la top 10 Atalanta (4,41% con 66,7 milioni), Udinese (3,39% con 51,2 milioni), Bologna (3,30% con 49,9 milioni) e Torino (3,13% con 47,3 milioni).
Quanto guadagnano procuratori, l’impatto sui bilanci
Importi particolarmente rilevanti, soprattutto se confrontati con i ricavi dei club di Serie A. Dal 2015, il fatturato netto dei club del massimo campionato è stato di 21,1 miliardi di euro, cifra che sale a 26,6 miliardi includendo anche le plusvalenze. I pagamenti agli agenti rappresentano quindi il 7,16% del fatturato netto e il 5,68% del fatturato complessivo.
Questi numeri superano anche quelli della Premier League in proporzione ai ricavi. Infatti, mentre i top club inglesi hanno versato 2,5 miliardi di euro agli agenti dal 2016 al 2023, i ricavi netti sono stati di 45,8 miliardi di euro, più del doppio rispetto alla Serie A, con un impatto dei pagamenti agli agenti pari al 5,45%. Se è vero, quindi, che le società d’oltremanica spendono quasi il 70% in più per i procuratori, è anche vero che fatturano più del doppio di quelle italiane: in sostanza, quindi, l’impatto sui conti dei club di Premier League è addirittura inferiore rispetto a quello delle italiane.
Quanto guadagnano procuratori, la FIFA e il tetto alle commissioni
Cifre che tuttavia il mondo del calcio punta a ridurre. Dallo scorso ottobre, infatti, sarebbe dovuto entrare in vigore il nuovo regolamento della FIFA proprio sugli agenti, che prevedeva in particolare l’introduzione di un tetto alle commissioni: per chi rappresenta il giocatore o la formazione acquirente, la percentuale massima sarebbe dovuta essere pari al 5% dello stipendio dell’assistito se al di sotto dei 180.000 euro lordi e al 3% se invece supera questa soglia; in caso di doppia rappresentanza (calciatore e società acquirente) pari al 10% con un salario sotto i 180.000 euro e il 6% se invece supera questa soglia; per il procuratore che rappresenta il club venditore invece la commissione massima sarebbe dovuta essere pari al 10% del valore dell’operazione.
Sarebbe, perché, complice anche la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul fronte Superlega e una causa simile presentata al Tribunale di Magonza sempre alla Corte UE, la FIFA lo scorso dicembre ha deciso di sospendere il nuovo regolamento fino a che non si arrivi ad una decisione. E sul tema il presidente della FIFA Gianni Infantino, principale sostenitore della riforma, ha chiesto l’intervento anche dei governi nazionali: «Alla FIFA stiamo cercando di applicare alcune regole chiare ed eque al sistema di trasferimento, comprese le norme degli agenti, per garantire trasparenza, responsabilità e una migliore redistribuzione a tutti i livelli del gioco. Per questo motivo siamo stati citati in giudizio da alcuni agenti, ma la FIFA continuerà a difendere la sua posizione in tribunale», ha spiegato nei mesi scorsi Infantino. «Invito i governi e i legislatori a unirsi a noi e a svolgere un ruolo attivo nel garantire che i fondi generati dai trasferimenti siano conservati all’interno del calcio e condivisi con club di tutto il mondo, poiché sono assolutamente fondamentali per le generazioni attuali e future di calciatori», ha concluso.
fonte calcioefinanza.it