27/08/2024 | 23.00
39

Il medico della mutua by SenzaMalizia

Ai lettori più attempati il titolo di quest’articolo avrà richiamato uno splendido film con Alberto Sordi vecchio ormai di oltre mezzo secolo, girato ai tempi in cui il nostro paese era ancora capace di prendersi in giro e di ridere dei propri difetti. Oggi mi pare che gli italiani siano per lo più bravi a piangersi addosso ed a bisticciare, ma già sto andando fuori dal seminato.

Cinquant’anni fa la previdenza sociale la si chiamava «la mutua». Ai giorni nostri il termine è andato in disuso, ed anzi è diventato addirittura politicamente scorretto. Riferirsi al medico di famiglia  con la locuzione «medico della mutua» verrebbe considerato al pari dell’utilizzare l’epiteto di «mignotta» per una professionista del sesso, o di «spazzino» per un operatore ecologico. Ad onor del vero la considerazione per il sistema di sicurezza sociale Italiano non è mai stata particolarmente elevata neppure in passato, e la precisazione «della mutua» veniva generalizzata come stigma di servizio professionale di qualità non esattamente inappuntabile. Un «elettricista della mutua» era dunque un tecnico degli impianti elettrici dalla capacità discutibili, e  così via.

Nella pratica l’utilizzo del termine era divenuto sorprendentemente estensivo. Quando ci si ammalava e non si poteva andare al lavoro, si veniva messi «in mutua». I giorni di malattia che venivano allora assegnati dal medico erano giorni «di mutua».

Per un bergamasco della mia età – alla vigilia, ormai, delle sessanta primavere – la vicenda Koopmeiners può dunque essere compendiata alla seguente maniera: «un giocatore dell’Atalanta che va dal medico della mutua per farsi dare dei giorni di mutua». Se i sostenitori della vecchia signora non vi colgono nulla di tragicomico, vuol solo dire che si è del tutto smarrito il senso del grottesco.

Ai miei tempi i medici della mutua passavano per essere piuttosto laschi e dal certificato facile; certo è che vi sarebbe stato qualche problema a far sdoganare il concetto di stress. «Ogni desiderio inappagato è fonte di stress», usava sentenziare un vecchio amico pretendendo di esibire artefatta indifferenza allorchè capitava di parlare di una donna bellissima ed irraggiungibile. Ignoro dove abbia attinto questa citazione – suppongo da una delle pellicole un po’ scollacciate che in quegli anni venivano trasmesse a tarda ora su Telecapodistria.

Ad ogni modo, i desideri inappagati di Koopmeiners li conosciamo tutti; all’epoca invece i miei avevano un nome ed un cognome precisi: Samantha Fox – la leggendaria e procacissima cantante inglese frequente ospite della terza pagina del Sun. Dubito comunque che, se fossi andato a parlare di stress, desideri inappagati e di Samanta Fox al medico della mutua, sarei uscito dal suo studio con un certificato di malattia in mano. 

C’è invece un lato decisamente meno ridanciano della vicenda. Mi sono chiesto se anche i calciatori abbiano diritto all’indennità di malattia provvista dall’INPS, e dopo qualche rapida ricerca ho appurato che dallo scorso anno tale tipo di copertura previdenziale è estesa anche agli atleti professionisti. Pare dunque che, fintanto che  i suoi mal di pancia – veri o fittizi che siano – perdurano, il centrocampista Olandese sia, almeno parzialmente, a libro paga della previdenza pubblica Italiana.

Caro sig. Koopmeiners, mi rendo conto che, dopo quanto ho scritto sopra, sia difficile ritenere che la mutua sia una cosa seria. Ma, mi creda, si tratta di una cosa terribilmente seria cosí come lo è in Olanda , ed abbia dunque la decenza di lasciare che ne benefici chi sta male davvero (tifosi della Juventus inclusi).   

SenzaMalizia

By staff
39 commenti