16/11/2024 | 21.00
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Il rapporto tra il calcio italiano e le pay tv. Sull'orlo dell'abisso?

Premessa: l'articolo che segue e' firmato Paolo Ziliani, giornalista a dir poco anticonformista e fuori dal coro, distintosi in passato anche per aver criticato piu' volte l'Atalanta facendo balenare l'idea che i nostri giocatori assumessero cose strane

Qui parla del rapporto critico tra calcio italiano e pay tv. Viste le premesse di cui sopra vi suggeriamo di prendere quello che scrive con beneficio d'inventario.

Sotto poi mettiamo video di giornalista veronese che cita lo scritto di Ziliani e accenna all'Atalanta (a 13' e 28") come societa' virtuosa che con i suoi successi "darebbe grande fastidio alle grandi squadre indebitate"

Buona lettura (e grazie a Wolfo per la collaborazione)

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Disastro DAZN (e Lega): 2 spettatori su 10 se ne sono andati. Il catastrofico inizio di stagione lo conferma: la Serie A va verso lo schianto

di Paolo Ziliani


La 3^ giornata di campionato è stata vista da 3,94 milioni di spettatori contro i 4,73 dell'anno scorso, che già fu deludente: sono cioè scomparse 800 mila teste, il 16,7 %, un dato realmente drammatico. La domanda è: come farà DAZN a pagare 700 milioni annui fino al 2029 con gli abbonati che se ne vanno? Complimenti vivissimi al Palazzo del pallone per la politica "prezzi alti-qualità bassa" che sta portando tutti al camposanto. Qui il mio pezzo di ieri in lettura libera a tutti Se Dante vivesse oggi e si ritrovasse a scrivere la Divina Commedia, con ogni probabilità farebbe subito una modifica: porterebbe i cerchi dell’inferno da nove a dieci. Eh sì, perchè dopo lussuriosi, golosi, avari, iracondi, eretici, violenti, ruffiani, adulatori e traditori bisognerebbe fare spazio anche agli scimuniti (o stolti, o stupidi: fate voi), vale a dire i dirigenti della Lega Serie A e di DAZN Italia che al via della stagione 2024-25 hanno coronato anni di sforzi coordinati che alla fine hanno centrato lo scopo: mandare in vacca il campionato di Serie A facendo scappare anche gli ultimi, irriducibili, eroici abbonati tv rimasti. Ci voleva tutta l’imbecillità di questo mondo per riuscirci: ma Lega Serie A e DAZN hanno raschiato il fondo del barile (già saccheggiato a piene mani nelle stagioni scorse) e ne hanno trovata ancora un po’. Quella che bastava per mandare tutto in malora. Non so su quanti e quali altri giornali, o siti web, o trasmissioni sportive troverete la notizia: pochi, perchè non è una bella notizia (anzi, è tragica) e non sta bene dirla. Ma se non la sapete, la notizia è questa: gli ascolti della Serie A stanno tracollando e gli abbonati a DAZN, la piattaforma che ne detiene i diritti, pure. E attenzione, non si tratta di congetture o di conti fatti a spanne: a certificare il disastro sono i dati Auditel, gli unici certificati, che tutto sono tranne che opinabili. E i dati Auditel delle prime tre giornate di campionato dicono che ci troviamo davanti a un disastro incombente: che come avevo pronosticato in miei articoli precedenti avrà, temo, conseguenze rovinose per l’intero movimento. La sciagura cui mi riferisco è tutta nei numeri: che parlano da soli. Nella 1^ giornata del nuovo campionato gli spettatori che hanno assistito alle partite su DAZN sono stati 3,96 milioni: il 5,7 % in meno della prima del campionato scorso. Nella 2^ giornata il numero di spettatori è rimasto pressoché invariato: 3,93 milioni. Ma con una perdita molto forte rispetto alla 2^ giornata del campionato scorso: - 13,2 %. Nella 3^ giornata, quella da poco conclusa, l’encefalogramma è rimasto piatto: DAZN ha totalizzato 3,94 milioni di spettatori contro i 4,73 (quasi 800 mila in più) raccolti nel campionato scorso, e con una perdita percentuale ancora più alta, il 16,7 % di spettatori in meno. Ora, detto che il raffronto viene fatto col campionato scorso, che già era stato estremamente deludente, chiuso con 2 milioni di spettatori in meno del precedente (a metà stagione erano 4,5 milioni, poi ci fu la svendita di tanti mini-pacchetti ai saldi), non molti percentualmente ma indicativi della tendenza al ribasso in atto ormai da anni e divenuta drammatica dopo il passaggio da Sky a DAZN; va ricordato che quando l’Auditel parla di 3,9 milioni di spettatori non si riferisce al numero di abbonati (che DAZN si rifiuta da sempre di rendere noto), ma alle teste che hanno assistito alle 10 partite trasmesse in ogni turno. In teoria un solo abbonato potrebbe aver assistito anche 5, 6, 7 o 8 partite contribuendo così con 5, 6, 7 o 8 singoli ascolti alle rilevazioni Auditel. E tuttavia, considerando che chi spende soldi (tanti soldi) per abbonarsi è un patito di calcio vero, non è azzardato dire che il cliente-tipo di DAZN potrebbe assistere ad ogni turno, mediamente, a 3 o 4 partite. Ebbene: se dividiamo 3,9 milioni per 3 otteniamo 1,3 milioni di abbonati, se lo dividiamo per 4 otteniamo 975 mila abbonati: meno di un milione. Non è detto che non siamo vicini al numero vero di abbonati della piattaforma streaming. In un articolo pubblicato su Substack il 20 luglio scorso e intitolato “Lo scandalo di DAZN che si trasforma in sanguisuga della gente sotto gli occhi di Lega e Palazzo che fanno finta di niente”, scrivevo: “Per chi non lo sapesse, l’inizio della fine c’è già stato. Per l’esattezza il 23 ottobre scorso quando la Lega con la benedizione del Palazzo e della politica ha ceduto i diritti tv della Serie A per i prossimi cinque anni a DAZN e Sky per 900 milioni a stagione: DAZN ne mette 700 per trasmettere 7 partite in esclusiva e 3 in co-esclusiva con Sky, che a sua volta interviene pagando 200 milioni. Nonostante il bando si sia chiuso in ribasso rispetto al precedente (chiuso a 927,5 milioni) e in netto calo rispetto a quello ancora antecedente (perfezionato a 1 miliardo e 50 milioni), i presidenti di Serie A, avendo temuto a lungo di chiudere l’accordo a cifre ancor più basse, di fronte ai 700 milioni sventolati sotto il loro naso da DAZN si sono buttati a capofitto sui soldi senza pensare ad altro. Increduli, hanno brindato e festeggiato come se i 4,5 miliardi del quinquennio DAZN 2024-29 li avessero già depositati in banca pronti per essere spesi, un bigliettone dopo l’altro, 2025, 2026, 2027, 2028, 2029. E hanno firmato la loro fine (…) DAZN riuscirà a mettere a frutto il suo investimento da 700 milioni annui per 5 anni aumentando in modo esponenziale i suoi abbonati? È qui che si gioca tutta la partita: e al momento lo scenario che si prospetta è drammatico. Già nel 2018-21, l’ultimo triennio in cui a detenere i diritti era Sky, per la bruttezza del campionato e la narrazione in stile “La Voce del Padrone” si era assistito all’abbandono del 31 % degli abbonati, uno su tre, scesi da 3,2 milioni a 2,1 milioni. È poi iniziata l’era-DAZN che fin da subito, anche per gli inenarrabili problemi tecnici riversatisi sugli utenti, ha provocato una ulteriore, copiosa emorragia di abbonati. Già nel primo anno del triennio 2021-24 se n’era andato il 29 % degli abbonati: DAZN non ha mai reso note le cifre ma già a fine 2021-22 gli abbonati rimasti non erano più di 1,5 milioni. I rilevamenti ufficiali Auditel hanno certificato il forte ribasso di audience e il netto calo di spettatori proseguiti anche nelle due ultime stagioni. E anche se non siamo a livello dei 600 mila abbonati di Mediapro in Francia, la verità è che ci troviamo davanti a numeri spaventosi per non dire tragici”. Il riferimento finale a Mediapro, la piattaforma spagnola che nel 2018 acquistò i diritti del campionato francese per 1 miliardo e 153 milioni nella convinzione di arrivare a 3,5 milioni di abbonati, ma che aveva fatto male i conti, si fermò a 600 mila e dopo due anni fallì lasciando in braghe di tela i club della Ligue 1, non è puramente casuale: perchè è lo stesso rischio al quale sta andando incontro il calcio italiano. Non ci vuole Einstein per capire che i 700 milioni annui che DAZN si è impegnata a pagare ai club di A fino al 2029 sono un investimento scellerato e sproporzionato; intanto perchè la Serie A è diventato un campionato farsesco in cui è stato abolito il rispetto delle regole e dove lo sceriffo (leggi: la Federazione) parteggia per i fuorilegge, e se qualcuno li cattura lui li fa uscire la notte stessa raccontando che era quello che tutti auspicavano e che Billy the Kid ha uno straordinario brand da difendere; e poi perchè la strategia adottata da DAZN e benedetta da Lega, Palazzo del calcio e politica è stata la più suicida che si potesse immaginare, quella cioè di alzare i prezzi degli abbonamenti a dismisura nell’intento di far pagare il conto (salatissimo) del luculliano pranzo alla gente. Se Mediapro in Francia aveva individuato il break even del suo investimento a 3,5 milioni di abbonati, l’asticella di DAZN in Italia è più o meno allo stesso livello. Avrebbe quindi bisogno di raddoppiare e poi triplicare il numero dei suoi abbonati, ma con un’ottusità e una stupidità sesquipedali non ha fatto altro, in questi ultimi quattro anni, che mettere in fuga i pochi che aveva: un po’ con i drammatici problemi tecnici della stagione d’esordio, un po’ con la narrazione filo-juventina (e filo-nordista) del suo racconto alla melassa e infine con l’insensata campagna di continuo e sconsiderato aumento dei prezzi che unita allo scadimento dell’offerta qualitativa ha dato negli ultimi due anni il colpo mortale alla passione della gente. Una cosa è certa: se alla 3^ giornata del nuovo campionato gli spettatori sono diminuiti, rispetto alla stagione scorsa che già fu deludentissima, del 16,7 %, il che significa che se ne sono andati quasi 2 spettatori su 10, il messaggio che arriva è che il calcio italiano sta andando dritto verso lo schianto. E mentre l’Ad della Lega De Siervo continua a fare il giro delle sette chiese recitando l’omelia della Serie A campionato più bello del mondo (l’ha detto davvero) e mettendo in guardia i fedeli dalle lusinghe del diavolo tentatore (leggi: la pirateria televisiva che in realtà vede l’Italia secondo Paese europeo più virtuoso, nel senso di non farvi ricorso, dopo la Germania), se alla 3^ giornata le cose stanno così, dicevo, il momento dell’estrema unzione è arrivato. Eravamo il paradiso terrestre del calcio mondiale, siamo precipitati all’inferno. “Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate”, scrisse il Poeta. Che avesse sognato De Siervo? (O forse Gravina? Abodi? Malagò? Casini? Azzi?).

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