21/03/2022 | 16.10
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Il rombo di un silenzio

Il rombo di un silenzio

Il post partita di Bologna Atalanta, nonostante la nostra vittoria conseguita, non ci ha concesso di vedere sfilare il Gasp davanti alle telecamere, per il commento di rito. Impossibile, trovandoci di fronte il suo vice Gritti, non connettere il gesto ad una  risposta nei confronti della classe arbitrale che, anche ieri, ha avuto l’animo di reiterare il grado di scarsa sufficienza con cui valutano i danni da noi subiti.

Forse si poteva passare sopra ad altre manchevolezze, ma uno scontro subito in area avversaria da un atalantino che ne esce sanguinante, con un dente rotto ed una ferita ricomposta con diversi punti di sutura, questa proprio non poteva passare inosservata. Giusto stigmatizzare il misfatto prendendo una posizione rigida, determinata ed eloquente che, in altri frangenti aveva visto il Mister lanciare fumanti anatemi verso il consorzio truffaldino dei giudici di gara, con il solo risultato di rimediare gli strali punitivi che costoro hanno la possibilità di comminare, indipendentemente dall’avere torto marcio.

Si vedono spesso le api passare da fiore a fiore, ma mai si vedrà un fiore passare di ape in ape. Allo stesso modo costoro ‘rettificano’ l’andamento degli eventi sportivi secondo piani che appaiono manifesti, elargendo omaggi e rispetto a taluni e calcioni nei denti ad altri, tra i quali noi siamo il loro pezzo forte.

Il consenso che evidentemente la società gli ha manifestato dovrebbe risuonare come un tuono agli orecchi del potere, ma al momento senza riscontri di fatto, benchè sia ormai manifesta la superiorità qualitativa degli arbitri europei a fronte di questa sgangherata confraternita. Non che quello di Tullio sia stato un intervento insipido, anzi,  le sue parole sono apparse in sintonia piena coi concetti del capo, puntualizzando i torti ed evidenziandone gli effetti pratici, con una calma sorniona che ha positivamente stupito.

Direi, anzi che , ferma la mia stima e la mia solidarietà per Gian Piero, il Tullio vanta una solidità frenante in grado di prevenire impatti sempre infausti per i nostri colori. Ormai è chiaro che tutto lo spogliatoio, a partire dai capi, ha certezze e determinazioni non negoziabili e che i programmi non subiranno le variazioni che il palazzo tenta di apportare con insani atteggiamenti. L’ambiente atalantino ha compreso lo stato di fatto e lo condivide appoggiando il silenzio del Gasp e sostenendolo.

Non  rientra nei nostri modi di essere e di vivere l’accettazione di situazioni contorte e manipolate che alimentano l’attuale andazzo del calcio italiano, dove un Mister qualificato a capace, come è il nostro, diventa ostaggio e cencio da sbattere, a loro piacimento. Onore ed orgoglio impongono atteggiamenti di rifiuto di questa tracotanza, ma senza esporsi a danni che questa feccia può ignobilmente irrorare. A livello europeo gli arbitraggi hanno la connotazione del rispetto e della correttezza, proprio nei termini che ci aggradano e rispettiamo, mentre, nel nostro campionato è la malafede persecutoria a farla da padrona.

Una cosa è chiara e direi lampante: il sistema Atalanta non ci sta e stavolta chi tace non acconsente, perché del tacere ha fatto un’arma potente ed assordante. Chi ha orecchi per intendere, intenda. Forza Atalanta, avanti con i fatti e con il forte rombo del silenzio.

By ReMo
By sigo
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