27/01/2022 | 10.20
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Il sacrificio di qualità del maestro Gasp



La cessione quasi inaspettata del nostro Robin Gosens in questa sessione invernale ha spiazzato tutti, perché se è pur vero che all’entrata di Boga corrisponde un’uscita obbligata, è pur sempre vero che in pochi avrebbero iscritto l’esterno tedesco nella lista dei candidati.

Così è stato di fatto, ma prima di scagliarci con le solite stucchevoli geremiadi contro la società, cerchiamo di capire la scelta fatta di fondo.

Una scelta che per quanto riguarda il sottoscritto ricorda molto il cosiddetto sacrificio di qualità che negli scacchi spesso si usa per spiazzare l’avversario, bloccare le sue strategie in atto o semplicemente per migliorare la propria posizione, con l’obbligo di ricevere un qualsiasi tipo di beneficio a lungo termine.

Il Grande Maestro Gasperini negli ultimi anni ha sfruttato le caratteristiche del panzer tedesco, e proprio perché nessuno meglio di lui può capire l’importanza del giocatore sotto il piano tecnico-tattico, a maggior ragione credo che la scelta di sacrificarlo sia stata molto ponderata.

Di primo acchito, salta all’occhio l’affare economico: una plusvalenza che da anni è una costante della società, e che dal punto di vista finanziario si è sempre rivelata efficace, dato che la squadra non ha mai risentito delle numerose cessioni.

Per restare in tema scacchistico, questi tipi di sacrifici non tutti sono in grado di vederli, perché la bravura sta proprio nell’esser lungimiranti e assicurarsi che quell’apparente lacuna si trasformi in un’opportunità di rovesciare un match, o nel caso della Dea, di mantenere certi equilibri.

Il compenso (come si dice in questi casi) non è possibile con certezza calcolarlo (tranne quello economico, chiaramente), ma è un rischio che anche i giocatori più forti a volte prendono, ma sempre con una logica di fondo.

Se si tratterà di una mossa vincente o perdente lo scopriremo al termine della stagione. Un qualsiasi motore scacchistico in questo caso farebbe schizzare la barra delle possibilità di sconfitta, ma gli scacchi, come il calcio, è uno sport creativo ed emotivo, aggettivi che in questi anni Bergamo ha saputo riscoprire proprio grazie al Maestro di Grugliasco.

 

By Albo
By sigo
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