Il tempo di decidere
Da ieri sera, il dizionario Atalantino non fa altro che ripetere queste due parole: “caduta” e “dignità”. Sono quelle usate dal Mister in conferenza stampa, con un minimo di rettifica rispetto alle parole reali, dopo la sconfitta totalmente inaspettata contro il Verona. Non me ne voglia il Mister a cui sono e resterò infinitamente riconoscente per quanto fatto negli anni, ma così è troppo facile. Non si può liquidare un girone di ritorno tremendo, tredici punti una media da retrocessione, con un “chi vivrà vedrà” . Non lo si può fare perché i tifosi, il cui sostegno non manca mai, hanno diritto di sapere cosa è successo. Avremmo potuto aspettare fine stagione, come forse sarebbe stato più opportuno, ma visto che il Capitano del vascello ha deciso di ammainare le vele in anticipo pur essendo ancora in corsa per un posto in Europa a questo punto tanto vale iniziare subito. E allora, ripeto, vogliamo sapere dal Mister cos’è successo. La sua versione ovviamente, non andiamo in cerca di verità assolute. Senza puntare il dito, senza iniziare una caccia alle streghe inopportuna sapere cosa secondo il Mister non ha funzionato è il minimo che si può pretendere. Perché se fino ad oggi il Mister ha negato l’evidenza cercando di difendere la squadra nella speranza di riprendere un cammino vincente, oggi può anche desistere dal vano tentativo e mostrare le carte. Alcuni temi saranno anche prevedibili come la “cessione meritata” di Gosens, gli infortuni continui e un po’ di “sfortuna arbitrale” ma resta da capire come e cosa ha spento il fuoco di questa squadra. La rosa, pur con dei limiti evidenti, non è così debole da perdere con Sassuolo, Verona, Cagliari, Fiorentina, Napoli e Roma ed è grosso modo la stessa che ha chiuso il girone d’andata al secondo posto. L’assenza di Zapata avrà pesato tantissimo, ma 11 gol nel girone di ritorno ( di cui quattro alla Samp) non sono una serie di spiacevoli eventi ma bensì un quadro clinico su cui, per quanto fosse difficile da diagnosticare preventivamente, non è stata trovata alcuna cura. La partita con il Lipsia doveva essere la partita della stagione e non è andata bene. Quella di ieri con il Verona doveva essere la prima di sette finali e s’è visto l’andazzo. Con tutto l’affetto del mondo, io glielo dico Mister. Sia schietto, per noi e per lei. Se ritiene che i problemi sul campo siano irreversibili, non esiti più. Chi non merita, chi non suda, chi non lotta s’accompagni in panchina e si lasci spazio ai giovani. Magari le perdiamo tutte, ma almeno abbiamo regalato dei sogni a tanti ragazzi e possiamo dire d’averci provato ( fra l’altro io non sarei nemmeno così scettico, visto il livello di certi giovani). Qua non è più questione di vincere o di perdere, è questione di orgoglio e furore. Noi vogliamo vedere una squadra che lotta, che ha fame e voglia di giocare e se per vederla dobbiamo rinunciare alle stelle in favore di giovani promesse, allora così sia. Se invece ritiene che si possa ancora far qualcosa, se crede di poter ridare brio a questa squadra allora ce lo dimostri. Tanto noi saremo sempre sugli spalti a tifare per voi.
By Otis