Il TIR si racconta
Parole molto belle su noi Atalantini
Estratto dal sito Chiamarsibomber.it
Dopo una parentesi a Lecce nel 2009 approdi all’Atalanta in una stagione strana in cui vengono cambiati diversi allenatori e a fine stagione retrocedete. Cosa non ha funzionato in quella stagione?
Stagione incredibile. Ero arrivato dopo gli undici gol a Lecce dove però; eravamo retrocessi. A Bergamo partì; subito male con Gregucci, facemmo 4-5 sconfitte consecutive. Noi eravamo una buona squadra, ma ci sono annate che gira tutto male e poi riprenderle diventa difficile. Poi con Conte iniziammo a fare bene, avevamo una media punti da salvezza, eravamo sulla strada giusta. Solo che appena lui arrivò; trovò; i valori fisici molto bassi, quindi a ottobre facemmo una vera e propria preparazione tipo quella estiva. Facevamo primi tempi al di sotto del nostro livello ma nel secondo tempo volavamo, proprio perchè; eravamo una squadra aerobica e ci mettevamo molto a entrare in partita. Poi dopo 3 mesi Conte diede le dimissioni perché non si era preso con la piazza. A noi mancava continuità; di risultati e quindi veniva sempre messo in discussione l'operato di tutti. Forse serviva azzerare tutto e ripartire, difatti l'anno dopo vincemmo il campionato di Serie B e l'Atalanta non è mai più retrocessa.
Ti aspettavi che l’Atalanta sarebbe diventata una big del nostro calcio?
Sapevo della grande competenza e amore dei Percassi che sono stati calciatori e ne capiscono tanto di calcio. Sapevo che avrebbero fatto grandi cose perché in quegli anni ricordo che era stata ristrutturata Zingonia, che era già; un centro sportivo all'avanguardia. Certo non mi aspettavo che in così; pochi anni sarebbero diventati competitivi in Europa e per lo scudetto. I Percassi hanno avuto una grande intuizione, soprattutto con la scelta dell'allenatore. Ripensando all'anno della retrocessione in cui furono cambiati 4 allenatori, adesso con Gasperini hanno trovato il mister ideale.
Come mai molti giocatori a Bergamo riescono a esprimersi al meglio?
Partiamo dal presupposto che storicamente gli attaccanti hanno sempre fatto bene a Bergamo, così; come a Genova perchè sono piazze calde che ti fanno sentire importante. Io iniziai male ma poi incominciai a segnare con regolarità;. La curva è pazzesca e lo stadio ti galvanizza. L'atalantino è; passionale, in settimana ti sprona e ti chiede di andare a giocare nei paesini vicini per fidelizzare nuovi tifosi. L'Atalanta ti fa sentire giocatore vero, l'ambiente ti fa stare bene e lo stadio ti carica quando entri in campo.
Hai raccontato che gli allenamenti con Conte erano una sofferenza. Ci racconti qualche aneddoto su di lui e sui suoi allenamenti?
Dopo qualche allenamento mi disse 'quanti gol hai fatto in Serie A?", io gli risposi che ne avevo fatti massimo 11 e lui mi disse 'impossibile che non arrivi almeno a 15'. Già; questo ti carica e infatti col suo avvento segnai per 4 partite consecutive. Inizialmente non giocavo, ma poi segnai contro l'Inter del triplete e diventai titolare. Lui arriva ovunque col lavoro, è; ossessionato dalla vittoria. Con lui non si scherza. Facevamo allenamenti da Marines e non sto esagerando. Avevamo la palestra per le arrampicate, ci venivamo le vesciche alle mani. Facevamo test fisici dove la gente vomitava, se non raggiungevi il massimale del battito ti faceva allenare fino alla sfinimento. Il giovedì; facevamo la partitella amichevole contro una squadra locale e lui e il preparatore monitoravano col computer il battito cardiaco. Ricordo che una volta Padoin e Garics che correvano tanto, non avevano raggiunto il livello richiesto e Conte li fece allenare fino alla sera, mentre noi eravamo già; andati via. Se non aveva fatto lavorare al massimo la squadra in allenamento temeva di compromettere la prestazione in campo. Era fatto così;. Il suo umore dipendeva dal risultato, quando perdevamo il giorno dopo manco ci salutava. Noi però; non ce la prendevamo perché sapevamo quanto amasse il calcio. D'altra parte quando vincevamo era felicissimo e veniva in allenamento sorridente. Noi il sabato andavamo al cinema tutti insieme e lui non era mai d'accordo sulla scelta del film. Però; una volta siamo riusciti a farlo ridere con una commedia divertente. Credo che adesso sia cambiato, però; gli brucia ancora quando perde. Forse è; proprio questo il segreto del suo successo.
Com’è; nata la tua esultanza del TIR?
Erano anni in cui in tanti facevano le esultanze: c'era l'aeroplanino di Montella, il mitra di Batistuta, il violino di Gilardino... Io avevo iniziato a segnare con continuità; e parlando con mia moglie mi ricordò; che il mio soprannome da piccolo era tir. Mi venne in mente "Over the top" con Sylvester Stallone e in America i clacson dei tir si suonano con la cordicella. Per la mia carriera è; stato un cambiamento incredibile, ancora oggi la gente mi ferma per strada facendo quel gesto. All'epoca non c'erano ancora i social, immagino che oggi sarebbe diventata virale quell'esultanza.