Il tulipano mai sbocciato
Sam Lammers si racconta. Dall'esperienza all'Atalanta al gol al Manchester United
"Mi fa sempre piacere parlare con qualcuno dall’Italia." È così che Sam Lammers apre la nostra conversazione, con il sorriso di chi il nostro paese lo sente ancora un po’ casa. Gli è rimasto dentro, come un sogno che potrebbe riprendere vita. Dopo gli anni tra Atalanta, Empoli e Sampdoria, in un percorso di alti e bassi, ammette che l'idea di un ritorno in Serie A non è mai scomparsa: "L'Italia ha sempre un posto speciale nel mio cuore. - racconta a gianlucadimarzio.com - Ho molti amici, è sicuramente un’opzione per il futuro. Ma come calciatore ovviamente non si può sapere cosa succederà da qui in avanti".
Il suo presente è in Olanda, dove è tornato lo scorso gennaio. L'aria orange gli ha fatto bene. Nella seconda metà della scorsa stagione, all'Utrecht, ha segnato 11 gol. Ora, al Twente, è a quota 7 in 17 partite. "Abbiamo una squadra forte, che lotta per le prime posizioni. Mi trovo bene, sono molto felice". Il suo highlight principale è il gol a Old Trafford, nell'1-1 contro il Manchester United in Europa League: "Segnare in uno stadio così, in un'atmosfera del genere... È stato speciale. E quella partita potevamo addirittura vincerla!".
"Vi racconto il periodo all'Atalanta"
Lammers ricorda l’arrivo a Bergamo con emozione: "Avevo grandi aspettative, ero molto orgoglioso di approdare in un grande club. C'erano anche diversi compagni olandesi come De Roon e Hateboer". L'inizio fu incoraggiante, con 2 gol nelle prime quattro partite di Serie A. Ma più che un'esplosione, fu un piccolo botto. Il classe '97 non è infatti riuscito a trovare la continuità che sperava: "Il motivo? Difficile dirlo. - racconta - C'era molta concorrenza in quel momento. L'Atalanta aveva giocatori fortissimi come Duvan Zapata, Muriel, Ilicic, Papu Gomez... Quello che potevo fare era mettermi in mostra con i pochi minuti che avevo a disposizione. A volte ci riuscivo, altre no".
La situazione, per lui, era complicata per diversi fattori: "Eravamo in pieno periodo Covid, a livello mentale era dura. Vivevo da solo, in un altro paese per la prima volta… In quel periodo potevi solo fare avanti e indietro dal centro sportivo. Queste circostanze, unite al fatto che giocavo poco, non sono state facili da affrontare".
Guardarsi indietro può essere frustrante, ma non per lui. "Non sono uno che pensa a rimpianti, cose che potevano andare diversamente o altro. Preferisco concentrarmi sul presente. La gente cerca il tuo nome online e guarda le tue statistiche, stop. Ma il calcio non è tutto bianco o nero. Io ho fatto il mio percorso, ho imparato tanto e questo mi ha portato ad essere il giocatore che sono oggi".
Oggi Lammers è sicuro: il lavoro, l’esperienza e le difficoltà lo hanno reso più forte: “Le esperienze che ho fatto in questi anni daranno i loro frutti. Mi sento bene, sono un giocatore migliore, pronto per fare un ulteriore passo in avanti".