09/08/2024 | 13.14
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Il tulipano nero (una storiella di piena estate)

Rielaborazione, ma neanche piu' di tanto, di una storiella reale che girava tempo fa. Ne' Esopo, ne' Andersen, girava e basta.


Era il piu' bel campo di tutta quella pianura. In esso qualche centinaio di splendidi fiori tra cui quattro tulipani di cui uno nero, probabilmente il piu' bello di tutti. Fiori cosi' belli che il terreno era fotografato spesso da molti turisti, da tutta Europa, che solo di recente ne erano venuti a conoscenza. E tutti, in quel campo, ne erano compiaciutissimi. Perche' dovete sapere che, causa incantesimo, tutti gli "abitanti" di quel posto, di origine animale o vegetale che fosse, avevano preso una loro coscienza.

Peccato che il campo in questione fosse anche occupato da qualche migliaio di "torte" di mucca, con conseguenze facilmente immaginabili. Brutte, puzzolenti ma umili, concrete e coerenti con il posto assegnato loro dalla natura, erano fierissime della loro appartenenza e felicissime di poter condividere quel campo con diversi splendidi fiori.

Il problema erano i campi vicini, per cause facilmente immaginabili. Questi non facevano che lamentarsi per l'olezzo e la sgradevolezza di tante "torte" cosi' vicine e presenti, cosi' stupidamente fiere e coese.

I fiori degli altri campi, gli alberi, le foglie, persino l'erbetta gracile non facevano che lamentarsi della situazione cosi' insopportabile, specie durante il caldo della bella stagione. A sobillarli soprattutto le rose, altezzose e sprezzanti che da tempo non facevano che sparare merda su quel campo, come se non ce ne fosse gia' abbastanza.

Si mormorava che, a forza di ascoltare i lamenti dei campi vicini, soprattutto delle rose, il tulipano nero volesse andarsene, chissa' come poi, visto che alla fine e per quanto bello, rimaneva solamente un fiore. E allora preso dallo sconforto attese la notte e comincio' a cantare a squarciagola, un lamento noioso, continuo, incessante, nella speranza che i suoi con...terranei lo lasciassero andare:

"Sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo..."

Continuo, senza fermarsi, senza annoiarsi per tutta la notte sino alle prime luci dell'alba, sicuro che nessuno avesse potuto riposare per un secondo. Poi, vinto dalla fatica e dallo stress, il tulipano si ripiego' su se stesso e comincio' a dormire.

E fu allora che dopo qualche minuto, una "torta" tra le presenti, comincio' a cantare:  

"Sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo..."

Prima una voce flebile, poi sempre piu' forte. E ad essa se ne aggiunsero altre. Tre, dieci, cento, mille:

"Sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo, sono un tulipanoooo..."

Svegliatosi di sopprassalto e sdegnatissimo il tulipano nero resse il gioco per qualche ora, fece di tutto per non farci caso, avrebbe voluto avere orecchie e mani per potersele tappare ma niente, il frastuono era veramente insopportabile. E alla fine sbotto' rivendicando alle torte l'amara verita':

"Piantatela, smettetela, IO sono un tulipano! Voi sarete sempre e solo dei maledetti, bruttissimi e puzzolentissimi STRONZI!!!"

La risposta fu corale, all'unisono e immediata:

"E TU COSA PENSI DI ESSERE STATO FINORA ???"


Anonimo BG


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