10/09/2023 | 09.09
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Il Tyrannosaurus Gasperini



Un ironico e intelligente articolo di Cristiano Gatti sul "caso" Mahele

Una specie di orrido Putin si aggira tra le panchine della serie A. Lo conosciamo tutti con il soprannome che evoca l’esclamazione depppaura: Gasp. È così: dopo i miracoli al Genoa, evidentemente merito dei giocatori, dopo gli ipermiracoli all’Atalanta, evidentemente merito del presidente, finalmente l’Italia apprende la vera verità sul satanico Gasperini. A rivelarla, chiaramente in totale buona fede, spassionatamente, dopo, due giocatori casualmente emigrati all’estero, il danese Mahele e il turco Demiral.

I premi di Gasperini


Riassumendo, abbiamo a che fare con un implacabile dittatore, che manda avanti la squadra in un clima di terrore, e chi viene sorpreso anche solo a sorridere è un uomo finito. Addirittura Mahele denuncia il crimine più disumano«Vivevo in un bel posto, c’era un bel tempo fuori, ma non avevo la libertà di godermeli». Toccava lavorare, porca miseria. È risaputo: Gasperini può vincere, anzi ne ha già vinti, i premi per il miglior allenatore dell’annomai e poi mai vincerà il "Simpaticone d’oro". Soprattutto se in giuria ci sono solo giocatori. Il Gasp è noto anche agli arbitri per la sua docile rassegnazione ad ogni decisione discutibile (certo, come no), è noto ai giornalisti per il servilismo ruffiano con cui liscia il pelo (certo, come no), è noto persino a diverse tifoserie italiane che lo aspettano ogni volta in un tripudio di osanna e standing-ovation (certo, altro che).

Gasperini leader con idee precise


A parte questo, il Gasp ha tutto quello che serve per farsi voler bene. Bisogna chiedersi da chi, eventualmente. La risposta è la stessa data per tutte le figure carismatiche vittime del loro carattere, perché hanno la sfortuna di averne uno, proprio in mezzo a un mondo che premia e che acclama i furbini, gli yes-men, gli opportunisti, i parapara. I Gasp sono i leader che hanno idee precise, metodi precisi, regole precise, prima per sé, a seguire per chi li incrocia nel lavoro e nella vita. Non essendo tipi morbidi, maneggevoli, malleabili, non è possibile nutrire per loro sentimenti tiepidi e annacquati. O li amiamo, o li odiamo. Non è contemplata la mezza misura. Chiaramente, i Mahele e i Demiral hanno rigettato il metodo, o meglio l’hanno accettato finché andava bene e conveniva, salvo vuotare il sacco degli arretrati a debita distanza, di tempo e di spazio.

I devoti 'Gasperinos' sparsi per il mondo


Ma per un Mahele e un Demiral, c’è sempre uno Juric, un Motta, un Milito, persino un Papu Gomez a bollori spenti, pronti a raccontare quant’è eccitante la tua vita da calciatore quando incontri il Gasp in panchina. Ha ragione Mahele o hanno ragione i devoti Gasperinos, sparsi in tutti i continenti e in tutti i campionati? Di sicuro, per viaggiare comodi sul treno del Gasp bisogna fare quello che dice il capotreno. Su questo non ci piove. Che poi i suoi metodi non siano esattamente montessoriani, è altrettanto vero. Ma un giorno io ho incontrato un giocatore che mi ha detto queste precise parole: «Lo ucciderei un giorno sì e un giorno sì. Eppure gli sarò sempre grato: è più bello giocare un campionato con lui che un’intera vita con tanti altri allenatori». Non è Mahele.

fonte corrieredellosport.it
By marcodalmen
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