17/06/2021 | 07.37
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Imperfezione ed eleganza: Miranchuk, "all'incrocio" tra Russia e Atalanta

Imperfezione ed eleganza: Miranchuk, "all'incrocio" tra Russia e Atalanta | Goal.com

Una perla di Aleksey Miranchuk , come riportato tempestivamente ieri in altra news,regala la prima vittoria all'Europeo alla Russia: mancino elegante e messaggio all'Atalanta.

Appena arrivato all'Atalanta, alla fine d'agosto del 2020, Aleksey Miranchuk non è un oggetto misterioso: anzi. Da qualche tempo è uno dei più talentuosi prospetti del calcio russo, certezza della Lokomotiv Mosca e della nazionale: ai Mondiali del 2018, in patria, gioca solo una gara, l'ultima del Girone A, persa contro l'Uruguay per 3-0. Poco più di 60' votati al futuro: una promessa, più che un appello. Agli Europei sarebbe dovuto essere essere tutto diverso.

Aleksey, "il gemello destro" (chiamato così, a Mosca, per non confonderlo con il fratello Anton, che gioca notoriamente a sinistra), ce l'ha fatta: nel suo stile. Stop non perfetto dopo uno scambio nello stretto: di quelli che sì, sembrano persi nel nulla. Quindi finta di corpo: disegna un'autostrada al pallone, dal piede all'incrocio. Hradecky non può nulla: la Russia alza la testa.

Vince dopo un esordio difficile contro il Belgio, gara in cui Miranchuk era subentrato a mezz'ora dalla fine, e lo fa con eleganza. Miranchuk non è solo l'ennesimo prodotto del calcio russo che si affaccia al calcio europeo con decisione, è anche la manifestazione pratica di una certa singolarità calcistica riscontrabile in pochi altri calciatori. Chi ha voluto vedere in lui una prosecuzione spirituale di Josip Iličić all'Atalanta ci ha visto giusto a metà:
"Miranchuk è stato individuato come sostituto per la defezione di Iličić, anche se non è il vice Iličić", ha raccontato Gasperini al suo arrivo. In qualche modo, comunque, rischia di diventarlo.

Miranchuk Atalanta Serie A

Stanislav Čerčesov, allenatore della Russia, deve averci pensato su: contro la Finlandia serviva sì fisicità (dimostrata nei fatti dalla gara del pomeriggio), ma anche tecnica. Aleksey è l'uomo giusto per far coesistere i due aspetti: non è un giocatore troppo fisicato, ma sa come muoversi, sopperendo a una corsa non troppo lineare con la capacità di posizionarsi, con intelligenza, prendendo il giusto tempo agli avversari.

Ed è comunque uno dei giocatori arrivati meglio all'Europeo, nonostante un'esperienza, quella all'Atalanta, non troppo costante in termini di presenze: 31, sì, tra Serie A, Coppa Italia e Champions League, ma con 818 minuti accumulati (una media di 26 minuti a partita). E, soprattutto, 7 reti messe a segno: a riguardarla adesso, la rete siglata contro il Midtjylland in Champions non è poi così distante da quella dello 0-1 finale contro i finlandesi.

C'è, anche e soprattutto, che la Russia non ha un giocatore come lui in rosa: alla sua prima in Serie A, contro l'Inter, in venti minuti dall'esordio assoluto nella massima serie italiana, mette a segno la sua prima rete in nerazzurro. Anche in questo caso, stop non perfetto, movimento con il corpo e mancino, all'angolino. Sembra quasi che quando stia per perdere il pallone è lì che colpisce con maggiore efficaica: una beffa al tempo e allo spazio, alle leggi del calcio stesso. Puntare su di lui, per Čerčesov, è anche una stretta necessità: riuscendo con intelligenza a ritagliarsi un ruolo sempre più incisivo, svariando dall'esterno e guadagnando centro sulla trequarti, è un elemento essenziale per mettere in difficoltà gli avversari.

Ed è anche il ritorno ad una parte di calcio che sembrava essere svanita, offerta come tributo alla perfezione dei prototipi che fanno della tecnica e della velocità armi per dominare uno sport semplice: l'imperfezione che disegna arte, il suo sesto gol in Nazionale, e che va a posizionare il pallone sotto l'incrocio. Là, dove si incontrano le due vie di presente e futuro: della Russia e dell'Atalanta.

fonte goal.com
By marcodalmen
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