22/05/2024 | 14.44
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Intervista al Papu su (anche) la finale di stasera su as.com

(AS è la piu' importante testata sportiva spagnola)

Nostra traduzione

 

"Con Gasperini è sistemata, non meritavamo di finire così dopo il Siviglia"

Il Papu Gómez (Buenos Aires, 1988) è attualmente sanzionato per doping. È una leggenda dell'Atalanta e analizza la finale di Europa League con AS.

Non è un momento facile, ma da Bergamo, dove vive con la famiglia, spiega cosa si aspetta dalla partita della sua ex squadra e dai prossimi mesi, fondamentali per lui per tornare a giocare.

Come stai, Papù?

Tutto bene. Vivo a Bergamo. Dopo aver firmato per il Monza, la cosa più semplice è restare a vivere qui, che dista 40 chilometri. Conosco Bergamo benissimo ormai. Ci abito da tanti anni e si arriva subito a Monza. Dopo la sospensione conduco una vita tranquilla e mi sto godendo altre cose che forse prima non potevo.

Certo che non avere il calcio per un calciatore...

Sì, è chiaro. Ma la sospensione mi è accaduta in una fase più matura della mia vita. Ho 36 anni, sarebbe stato più difficile se mi avesse sorpreso in un'altra fase, a 20 o 25 anni. Ci sono cose più importanti. Non posso lamentarmi: ho la salute, gli amici, la famiglia...

Come stanno le cose?

Continuiamo a fare appello agli avvocati e cerchiamo di ottenere una riduzione della pena. La sanzione era di due anni e stiamo vedendo se si può fare qualcosa per ridurla. La vivo con pazienza, aspettando notizie positive. Se tutto va bene sarà questo mese o il prossimo quando ci saranno novità. Vediamo se la riducono e quando potrò tornare a giocare. Nel frattempo gioco molto a padel. C’è un gruppo di argentini e con loro faccio tornei: Denis, Cambiasso…

Come vedi l'Atalanta, la tua ex squadra, verso la finale di Europa League?

La città è per aria. È uno degli anni più importanti nella storia del club. Non erano mai arrivati a tanto in una competizione europea. L'anno è meraviglioso. Non possono chiedere di più. La mano dell'allenatore e della società si nota.

Com'è la Dea?

Il club è orientato alla famiglia e ha un enorme senso di appartenenza. I proprietari sono bergamaschi. Qualche anno fa ne vendettero il 51% ad alcuni americani. Sono molto coinvolti nel club, presenti tutti i giorni. I Percassi comprarono la squadra in B, la mantennero in A e pian piano iniziarono con Gasperini un processo che portò ad un cambio di mentalità più vincente.

Un club con una grande squadra giovanile e un ottimo lavoro di scouting dei giovani.

Sì, ogni anno giocano in Europa, vendono giovani e il club è sano. L’Atalanta è una delle migliori squadre giovanili d’Italia. Inoltre Gasperini rivaluta i ragazzi e le giovanili. Questo per il club è straordinario. Non hai la necessità di vendere. Fanno il prezzo che vogliono per i loro giocatori. E possono permettersi di non cedere.

Come sei arrivato a Bergamo?

Dopo il Catania ho giocato in Ucraina, ho giocato lì un anno e quando è scoppiata la guerra ho potuto tornare in Italia. Potevo andare all'Hellas Verona o all'Atalanta. Non era l'Atalanta di oggi, lottava per la permanenza. Ma delle squadre regionali era una delle più conosciute. Inoltre c'erano Lionel Scaloni, Germán Denis, Maxi Moralez... argentini che conoscevo. Mi parlarono molto bene del club.

A Bergamo è stato il miglior Papu della sua carriera?

Decisamente. Mi ha colto in un grande momento, dai 26 ai 33 anni, che è il momento migliore per un giocatore. Ho conosciuto un tecnico straordinario come Gasperini. Ha cambiato la mia mentalità e il modo di vedere la partita.

Si parla tanto del tecnico...

Gasperini ha la scuola - lo dice sempre - dell'Ajax, di Cruijff, di Guardiola... Gioca un calcio molto offensivo, pressante, con la linea difensiva alta e tre difensori centrali. Ciò ha dato potere a me e agli altri giocatori. È in circolazione da 8 anni e sta facendo un lavoro straordinario. Gli hanno dato le chiavi del club così può lavorare in tutta tranquillità. Ogni anno si reinventa. Vendono giocatori, ne arrivano altri e lui li porta sempre in alto.

È vero che avete fatto pace?

Ci siamo incontrati qualche giorno fa, a cena. Mi è davvero piaciuto aver fatto pace dopo le incomprensioni che mi portarono a Siviglia. E' tutto acqua passata. Siamo due persone che hanno vissuto insieme cinque anni, forse i migliori della storia del club, e non meritavamo di finire così. Meglio risolvere i problemi. La vita va avanti.

Che bella squadra avevi:

Sì, straordinaria. Per noi era molto facile segnare gol: Ilicic, Zapata, Muriel, Freuler, Gosens, Castagne... Erano gente che segnava tanto. Ci siamo divertiti tutti.

Come vedi la finale contro il Leverkusen?

I tedeschi sono sempre molto duri. Servono 90 minuti di concentrazione e corsa. Ma vedo una finale equilibrata in cui ognuno impone il proprio stile. L'Atalanta non cambierà il suo modo di giocare. E spero che la Dea vinca.

 

By staff
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