Intervista del Gasp sul quotidiano "Il Secolo XIX" di Genova
Quattro sconfitte nelle prime cinque partite. Poi quattro vittorie nelle successive cinque. Due soli gol subiti nelle ultime cinque gare, un sesto posto con vista sull’Europa. In poco più di un mese Gian Piero Gasperini è passato da un esonero che dopo il ko con il Palermo sembrava ormai scontato a risultati che a Bergamo non si vedevano da tanti anni.
"Un piccolo miracolo, una classifica inaspettata. Dopo le difficoltà iniziali ci siamo rilanciati alla grande. Siamo sesti ma la classifica è cortissima, ci sono un’infinità di squadre in pochi punti. E domenica arriva il Genoa, mi sembra così strano affrontarlo da avversario. Però entrambe le squadre stanno facendo bene, mi sembra il momento migliore per ritrovarsi"
Atalanta sesta, Grifone settimo: una sfida che vale un posto in Europa?
"È un discorso che non riguarda certo noi. Il Genoa invece è una grande squadra, Juric sta lavorando molto bene. Tolte Juve, Napoli e Roma, il Genoa può giocarsela con tutte le altre"
Ha visto il derby e la vittoria sul Milan?
«Del derby ho visto la registrazione, il primo tempo è stato davvero notevole. E poi ha triturato il Milan. Milano è il centro della comunicazione, suigiornali non èuscito molto ma il Genoa ha veramente triturato il Milan».
È rientrato Pavoletti dopo l’infortunio...
"Ecco, quando dico che il Genoa può giocarsela con tutte, Inter, Lazio e Fiorentina comprese, intendo il Genoa con Pavoletti in attacco. Simeone ha fatto due gol molto importanti ma Pavoletti è Pavoletti"
Il livornese arrivò quasi due anni fa da semisconosciuto ed è diventato uno dei migliori bomber della A. Il paragone con Petagna può starci?
"Parliamo di due situazioni molto diverse. Pavoletti arrivava da diversi campionati di B e Lega Pro in cui aveva segnato tanti gol. Petagna è giovane, ha 7-8 anni in meno. Fisicamente sono simili, poi però ci sono grosse differenze."
Perin ha detto che lei e Juric siete due allenatori «che hanno il fuoco dentro». Le piace come definizione?
"Sì, mi piace. E anche Mattia è uno che ha il fuoco dentro. Non a caso tra di noi c’è sempre stata grande intesa. Lo stesso vale per altri giocatori, come Juric"
Come giudica il lavoro del suo allievo?
"Sta facendo ottime cose, sono molto felice per lui, anche perché sta portando avanti un tipo di calcio abbastanza simile al mio, pur con alcune differenze. Gli auguro di arrivare più in alto di me, di arrivare a risultati migliori dei miei. E poi per il futuro c’è anche Burdisso, ha una precisa idea di calcio e tutto per diventare un ottimo allenatore."
Il suo presente è l’Atalanta, per come è finita con il Genoa le è rimasta rabbia, qualche rimpianto?
"No, penso che sia giusto così. Era il momento giusto per separarsi, è andata bene per tutti. Resterò legatissimo alla città, alla squadra, a tutti i ragazzi. L’affetto che i tifosi mi hanno fatto sentire è qualcosa di indimenticabile, mi è rimasto dentro. Credo sia stato l’epilogo giusto. Me ne sono andato lasciando un ambiente finalmente di nuovo compatto. Quando sono arrivato, nel 2013, la società era sull’orlo del baratro, come ha detto lo stesso Preziosi. La squadra era sull’orlo della Serie B e l’ambiente diviso. In tre anni si è rimediato a tutto, tre anni dopo ogni cosa è tornata al suo posto, di questo sono molto orgoglioso".
C'è un rammarico?
"Ce ne sono due. Il primo è di non aver potuto giocare la Coppa, ce l’eravamo meritata sul campo con un grande campionato. Ci penso guardando il Sassuolo che ora la gioca, l’ha giocata anche la Sampdoria senza averne il diritto. E poi il fatto di non aver potuto avere per due anni di fila una squadra confermata al 70 per cento. Come è accaduto invece quest'anno."
Grifone alle spalle, l’Atalanta è stata un ripiego?
"No, anzi. È un bel progetto con tanti giovani molto interessanti. C’è una società che mi ha voluto, una famiglia che mi stima. C’è la possibilità di lavorare molto bene".
Dopo aver battuto Inter e Napoli, a Pescara è arrivata una vittoria risicata ma preziosa.
"ll Pescara di solito giocare molto bene, si è visto a Genova. Stavolta non è stato così,abbiamo ottenuto un risultato molto importante. È stata una serata particolare. C’è stata l’interruzione per il terremoto, mai sentita una scossa così forte. Ero nel box in tribuna, sono uscito fuori. Volevo quasi andare via dallo stadio ma mi hanno assicurato che è stato costruito con criteri antisismici."
Con Preziosi vi siete più sentiti?
"Con Enrico Preziosi ci siamo sentiti più di una volta, tra di noi c’è un buon rapporto".
Andrea Schiappapietra (Il Secolo XIX di Genova)