03/12/2016 | 01.00
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Intervista di Luca Percassi oggi sulla Gazzetta

Luca Percassi, dove arriverà questa Atalanta?
"E’ un momento fantastico, la nostra è una squadra giovane e di talento che sta divertendo. Con i ragazzi tutto è possibile ed è difficile dire se abbiano rag­giunto già il top. Spero di no, ma siamo curiosi anche noi di sco­prirlo. Sognare non costa nulla, consapevoli che stiamo già fa­cendo qualcosa di straordinario. La A è un torneo difficile, è il se­sto anno di fila e vogliamo so­prattutto consolidarci".

L’inizio di stagione ha spostato l’obiettivo dalla salvezza all’Europa?
"Con Gasperini avevamo parlato di salvezza tranquilla, con il bel gioco e valorizzando il più possi­bile il settore giovanile: siamo a buon punto con tutto. I 40 punti sono il nostro traguardo, poi chissà cosa potrà succedere...".

L’Atalanta ora è una macchina perfetta, ma dopo la sconfitta in-terna col Palermo nell’ambiente c’era una sfiducia totale. La stessa panchina di Gasperini non sembrava così solida.
"L’avvio è stato difficile anche per episodi andati male: contro Lazio e Samp meritavamo di più. Gasperini era stato confer­mato davanti alla squadra da mio padre dopo il k.o. di Caglia­ri: nel calcio i risultati hanno un peso notevole ma lui aveva la nostra piena fiducia. Magari c’era solo un problema di cono­scenza reciproca. Ha avuto co­raggio, e con i giovani ha accen­tuato quel processo di identifi­cazione totale tra l’Atalanta e il suo territorio. E’ l’uomo giusto nel posto giusto".

Un passo indietro. A fine mercato l’operato suo e del d.s. Sartori era stato criticato. Se le avessero detto che dopo 14 turni l’Atalanta sarebbe stata quarta ci avrebbe creduto?
"Fino a questo punto no. Sem­brava che avessimo smantellato tutto cedendo Cigarini e De Ro­on. Invece eravamo convinti di aver costruito una squadra ade­guata al progetto, competitiva, tenendo d’occhio il bilancio che è la priorità. Noi non portiamo a casa utili ma investiamo ogni anno. E i risultati del settore gio­vanile non arrivano per caso: Gasperini ha fatto maturare ve­locemente i frutti del grande la­voro di scouting di Sartori e Co­stanzi. Ogni anno 6 milioni ven­gono destinati ai giovani e alle strutture che verranno amplia­te: finora abbiamo speso quasi 50 milioni. In Coppa Italia col Pescara il nostro allenatore ha lanciato Bastoni, Capone e Lat­te. Presto ne vedremo altri: per tutti cito Melegoni, è un 1999".

E’ la più bella Atalanta della se-conda gestione targata Percassi?
"Si. Anche quella del ­6 di par­tenza (2011­/12, ndr), con Denis che fa 16 gol e Colantuono in panchina, era una bella squa­dra. Ma quella attuale ha qual­cosa in più: è spettacolare, sba­razzina, sempre viva. La nostra famiglia e i tifosi si divertono nel vederla giocare. Il secondo tempo con la Roma è stato emo­zionante".

Ora dopo le 6 sei vittorie di fila (7 con il successo col Pescara in Coppa Italia) c’è la Juve.
"La Juve è fuori portata. C’è una differenza di valori notevole e vincerà lo scudetto ma ho due rimpianti: l’assenza di Gagliar­dini e il non giocare a Bergamo. A Torino sarà durissima ma non partiamo battuti: vorrei un’Ata­lanta da battaglia, che giochi con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. Provarci non costa nulla. La Juve è l’uni­ca big contro cui non abbiamo mai fatto punti: sarebbe un bel regalo di Natale da parte dei no­stri giocatori".

Due sfide con i bianconeri: tra il passaggio del turno in Coppa Italia e una vittoria domani cosa sceglie?
"Un risultato positivo in una delle due e sarei felicissimo".

Si profila un mercato di gennaio difficile. Per i suoi giovani c’è la ila. Con la Roma c’erano osservatori di 20 squadre diverse.
"Siamo sempre più convinti di non voler toccare il giocattolo a gennaio. I nostri giovani sono già pronti per giocare nelle big ma abbiamo la forza per dire no e rimandare certi discorsi a giugno. O magari possiamo avviar­li adesso, ma trattenendo tutti fino al termine del torneo. Con il mercato nulla va escluso ma se verrà fatto un sacrificio sarà per migliorarci.

Kessie e la Ju­ve?
"Straordinario, ha una forza incredibile ma vuole restare da noi".

Gagliardini?
"Fisico e tecni­ca, l’esplosione è merito di Ga­sperini".

L’Atalanta cos’è per i Percassi? Azienda o passione?
"Pura passione. Sia io che mio papà abbiamo fatto il settore giovanile dell’Atalanta, lui poi ha giocato anche in Serie A. A casa il primo argomento è l’Atalanta, la prima telefonata alle 8 del mattino è sulla squa­dra. Lui è più passionale, io so­no tifoso ma devo stare attento ai conti: ci completiamo. Il pa­ragone con Achille e Cesare Bortolotti? Due grandissimi presidenti. Fa piacere sentirsi avvicinati a loro".

Lei è stato anche calciatore. Più bravo da terzino o come dirigente?
"Credo dietro la scrivania...(ride). Ero nel settore giovani­le dell’Atalanta e nel 1998 de­cisi di fare un’esperienza al­l’estero. Era il Chelsea di Vialli allenatore con Zola, Desailly, Terry, Leboeuf e Dalla Bona. Debuttai in FA Cup e in Coppa di Lega. In Premier no, lo rim­provero ancora a Vialli... Però forse aveva ragione lui. Poi so­no tornato in Italia ma ormai avevo deciso di dedicarmi allo studio e alle aziende di fami­glia. Poi l’amore per l’Atalanta mi ha riportato nel calcio".

I paragoni tra Atalanta e Leice-ster si sprecano. Ma è vero che a casa Percassi è vietato pronunciare la parola Europa?
"L’accostamento al Leicester fa piacere ma noi non vendiamo sogni irrealizzabili. Dire a ini­zio anno: “Andiamo in Euro­pa” sarebbe una follia. L’accor­do sui diritti tv non ha accor­ciato le distanze tra le grandi e le medio­piccole. Noi quindi possiamo garantire stabilità e bilanci a posto. Se verrà l’Euro­pa saremo in grado di sostene­re un impegno del genere: non ci tireremo indietro".

Progetti. Entro fine giugno ci sarà il bando per l’assegnazione dello stadio.
"E’ un passaggio importante ma noi intanto lo abbiamo già rifatto per metà investen­do 6 milioni. Aspettiamo il bando del Comune. Se lo sta­dio sarà nostro potremo svi­luppare altre idee: un Museo dell’Atalanta lì ci starebbe be­ne".

Una curiosità. Lei realizza la maglia dell’Atalanta ma è anche un super collezionista.
"Vero, a casa c’è una stanza de­dicata al mio hobby: ne ho sei­mila. Quella cui sono più affe­zionato è una dell’Atalanta di mio papà. Se daremo vita al Museo atalantino sarà il mio primo regalo".

 

BY LUCKYLU

By staff
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