È molto più semplice assistere alla partita di stasera col mio spirito semi-neutrale.

In realtà spero molto nel passaggio dell'Italia per alcuni semplici concetti che ho espresso qualche giorno fa e che riassumo così:
"...Durante i mondiali di calcio, ci si ritrova tutti insieme a casa di amici, si ride, si scherza e si guarda la partita con la scusa di stare insieme.

Si rema tutti dalla stessa parte, atalantini juventini milanisti interisti ecc ecc...

E il coinvolgimento è trasversale, ci sono donne che chiedono ancora la regola del fuorigioco, la mamma che ti chiede "a che ora giochiamo?", o la nonna che ti parla di Paolo Rossi o Tardelli...".

Stasera è un momento storico: potrebbe essere la partita che, per la prima volta da quando siamo nati noi e la maggior parte dei nostri genitori, ci negherà la presenza ai mondiali. Dal lontano 1958.

Adesso i detrattori addirittura auspicano l'uscita dalla competizione per un "ripulisti generale" agli alti vertici.

Ma io non credo molto a questa opportunità, e poco cambierebbe.

Cambierebbe invece, nel piccolo, l'estate per tutti noi.

Noia assoluta senza calcio, pub e ristoranti senza le compagnie di amici con le trombette, il nostro calcio ancor più preso in giro.

Magari mi sbaglio, ma preferirei non attaccarmi al tram.

Il tram, l'unica cosa colorata che, oggi, vedo in giro per Milano.

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