Italiano in conferenza stampa
Che tipo di vittoria è?
"Mi hanno detto che Bonaventura ha ribadito quanto siamo stati male per la sconfitta di Milano. Certo, l'Inter è ingiocabile ma oggi è stata la vittoria dell'orgoglio della squadra. Non volevamo ancora uscire dalla partita, commettendo errori caratteriali con cui abbandoniamo le contese. Oggi siamo stati una volta sotto e raggiunti due ma abbiamo continuato. Sono felice del gol di Kouame, sapete quanta gioia quando incidono i subentrati. Ripeto, la sconfitta ci ha fatto stare male per la sosta. Grande risposta dei ragazzi".
Sente di aver inciso con i cambi? Per quello ha festeggiato sotto la Fiesole?
"Ci tenevamo tantissimo a ripartire, avevo detto che la Fiorentina non era quella vista a Milano. Quando fai delle promesse cerchi sempre di mantenerle e l'abbiamo fatto, contro una squadra forte e che arriverà tra le prime sei. Reazione fantastica. In questi anni ho avuto incontri con i ragazzi della Fiesole, ogni volta che si comincia la stagione: mi piace come mi hanno parlato e quando ho sentito che mi chiamavano, sono andato sotto per rispetto loro"
Perché Biraghi a destra e non Kayode?
"Chiaramente volevo uno con molta più esperienza e che certe pressioni le fa da due anni e le conosce benissimo. Non potevamo concedere spazi agli avversari, per quello la scelta. Per il resto mi porto a casa la grandissima voglia dei ragazzi e di questo sono contento. Gioiremo, da domani ripenseremo alla Conference che è un viaggio lungo e difficile".
Come ha visto Quarta?
"Un po' mi conoscete, Quarta fa parte dei cinque difensori centrali assieme a Mina, ora infortunato, Comuzzo, Ranieri e Milenkovic. Cerchiamo di tenerli vivi e coinvolti, Chino ha qualità e qualche difettuccio da limare ma quando entra concentrato come oggi fa grandi prestazioni. Deve capire che ha qualità e che se è qui vuol dire che c'è fiducia. Limando lo staccare la spina ogni tanto può diventare un calciatore importante. Noi lo consideriamo al pari degli altri, sta a lui guadagnare minutaggio e maglia da titolare".
Si aspettava più rispetto dalla Colombia verso Mina e la gestione delle partite?
"Lascio perdere la polemica, ma con Mina avevamo fatto un programma per metterlo in condizione di non avere ricadute o farsi male. Pian pianino stavamo iniziando ad alzare il minutaggio. Lui si sentiva molto bene, ha fatto la prima gara e dico però che c'è anche della responsabilità sua. Doveva alzare bandiera bianca e chiedere di non giocare. Però è sempre la Nazionale... Dire no sarebbe pesante, si sentiva di giocare. Fosse arrivato all'80' ok, erano due partite, ma dopo 20 significa che era cotto già dopo la prima partita".
Nzola soffre la pressione?
"Deve proporre le sue caratteristiche: attacco alla profondità, lavoro di fisico per far salire la squadra e farci giocare, e chiaramente fare gol. Lui come Beltran sono attaccanti e vivono per il gol, staranno soffrendo per questo. Sanno che lavorare per gli altri è la cosa più importante e sono convinto che si sbloccheranno, ancora siamo all'inizio. Da lì poi le menti dei due saranno diverse".
tmw.com
"Mi hanno detto che Bonaventura ha ribadito quanto siamo stati male per la sconfitta di Milano. Certo, l'Inter è ingiocabile ma oggi è stata la vittoria dell'orgoglio della squadra. Non volevamo ancora uscire dalla partita, commettendo errori caratteriali con cui abbandoniamo le contese. Oggi siamo stati una volta sotto e raggiunti due ma abbiamo continuato. Sono felice del gol di Kouame, sapete quanta gioia quando incidono i subentrati. Ripeto, la sconfitta ci ha fatto stare male per la sosta. Grande risposta dei ragazzi".
Sente di aver inciso con i cambi? Per quello ha festeggiato sotto la Fiesole?
"Ci tenevamo tantissimo a ripartire, avevo detto che la Fiorentina non era quella vista a Milano. Quando fai delle promesse cerchi sempre di mantenerle e l'abbiamo fatto, contro una squadra forte e che arriverà tra le prime sei. Reazione fantastica. In questi anni ho avuto incontri con i ragazzi della Fiesole, ogni volta che si comincia la stagione: mi piace come mi hanno parlato e quando ho sentito che mi chiamavano, sono andato sotto per rispetto loro"
Perché Biraghi a destra e non Kayode?
"Chiaramente volevo uno con molta più esperienza e che certe pressioni le fa da due anni e le conosce benissimo. Non potevamo concedere spazi agli avversari, per quello la scelta. Per il resto mi porto a casa la grandissima voglia dei ragazzi e di questo sono contento. Gioiremo, da domani ripenseremo alla Conference che è un viaggio lungo e difficile".
Come ha visto Quarta?
"Un po' mi conoscete, Quarta fa parte dei cinque difensori centrali assieme a Mina, ora infortunato, Comuzzo, Ranieri e Milenkovic. Cerchiamo di tenerli vivi e coinvolti, Chino ha qualità e qualche difettuccio da limare ma quando entra concentrato come oggi fa grandi prestazioni. Deve capire che ha qualità e che se è qui vuol dire che c'è fiducia. Limando lo staccare la spina ogni tanto può diventare un calciatore importante. Noi lo consideriamo al pari degli altri, sta a lui guadagnare minutaggio e maglia da titolare".
Si aspettava più rispetto dalla Colombia verso Mina e la gestione delle partite?
"Lascio perdere la polemica, ma con Mina avevamo fatto un programma per metterlo in condizione di non avere ricadute o farsi male. Pian pianino stavamo iniziando ad alzare il minutaggio. Lui si sentiva molto bene, ha fatto la prima gara e dico però che c'è anche della responsabilità sua. Doveva alzare bandiera bianca e chiedere di non giocare. Però è sempre la Nazionale... Dire no sarebbe pesante, si sentiva di giocare. Fosse arrivato all'80' ok, erano due partite, ma dopo 20 significa che era cotto già dopo la prima partita".
Nzola soffre la pressione?
"Deve proporre le sue caratteristiche: attacco alla profondità, lavoro di fisico per far salire la squadra e farci giocare, e chiaramente fare gol. Lui come Beltran sono attaccanti e vivono per il gol, staranno soffrendo per questo. Sanno che lavorare per gli altri è la cosa più importante e sono convinto che si sbloccheranno, ancora siamo all'inizio. Da lì poi le menti dei due saranno diverse".
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By staff