24/10/2019 | 09.09
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Kulusevski è il miglior assistman della Serie A

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Ed è uno dei migliori 2000 del campionato.

Su Wikipedia c’è scritto che Dejan Kulusevski è soprannominato “La freccia di Stoccolma” ma è difficile trovare una conferma da qualche parte. Ad ogni modo, è un soprannome che evoca l’idea di un giocatore (nato a Stoccolma) che attraversa il campo con rapidità e leggerezza, e che è strano per un essere umano di un metro e 86 con la faccia di bambino montata su un corpo possente. Quando corre sulla fascia destra, Kulusevski non comunica nessuna leggerezza: avanza coi quadricipiti grossi come i robot di Pacific Rim ed è difficile da spostare. Questa sua corsa verticale somiglia per certi versi a quella di Nicolò Zaniolo, un altro modello di trequartista freak, il cui corpo viaggia a una velocità inspiegabile rispetto al suo peso – e che non ha nella pulizia tecnica la sua forza.

Questa dimensione fisica è ciò che colpisce di più nell’impatto che Dejan Kulusevski ha avuto sulla Serie A. e forse è anche l’aspetto che lo ha aiutato nel complicato salto dal calcio giovanile a quello professionistico. Anche se a rubare l’occhio è soprattutto il numero assurdo di assist che è riuscito già a servire: 5 in appena 8 partite, in una squadra che certo non brilla per produzione offensiva; Kulusevski è in cima quindi alla classifica degli assist, in compagnia di Duncan (strano) e di Luis Alberto (normale). Kulusevski è nato nell’aprile del 2000 e a 19 anni possiamo tranquillamente considerarlo una delle sorprese più belle di questo inizio di campionato. Di sicuro il miglior 2000 in Italia in questo momento.

Sono anni che si parla di Kulusevski se non come di un predestinato almeno di un giocatore molto forte, uno dei più decisivi nella dimensione del calcio giovanile in Italia. Nell’Atalanta che lo scorso anno ha vinto il campionato primavera Kulusevski è stato votato come miglior giocatore delle fasi finali. 

Eppure era difficile immaginare questo impatto. Pensiamo a una cosa: nel suo ultimo anno nella primavera dell’Atalanta ha servito 10 assist, tanti, ma comunque gli sono bastate 8 partite in questa stagione col Parma (dove è in prestito)  a raggiungere già la metà di quella cifra. 

Kulusevski è nato in Svezia da genitori macedoni e a trasmettergli la passione per il calcio, a quanto pare, è stata la sorella, che ha giocato per una decina di anni e che oggi gioca ancora con Dejan: «Quando torno in Svezia prendiamo il pallone e usciamo a giocare, a qualsiasi ora, anche a mezzanotte». L’Atalanta lo ha scoperto quando giocava nel Broommapojkarna, dove era così più forte della media che giocava sia nella squadra dei 1999 che in quella dei 2000: «giocavo sia il sabato che la domenica» ha detto in un’intervista lo scorso anno a Sky Sport. È stato il responsabile del settore giovanile, Maurizio Costanzi, a scoprirlo in un’amichevole contro la squadra svedese. Lo ha pagato 100mila euro, battendo la concorrenza dell’Arsenal.

In Svezia, durante l’inverno, Kulusevski giocava a Futsal sul parquet indoor: «Lì iniziavo da difensore per poi avanzare partendo da dietro. Mi è servito soprattutto per imparare ad usare la suola». Tuttavia, Kulusevski non ruba l’occhio per le capacità tecniche negli spazi stretti, anzi più si restringe lo spazio più il suo talento si normalizza, ed emergono una scarsa reattività nel breve e un primo controllo non sempre pulito. Kulusevski dà invece il meglio quando ha il tempo e lo spazio per mettere in moto il suo corpo pesante, e partire in velocità. 

Nel Parma gioca esterno destro del 4-4-2 (o alto a destra nel 4-3-3 col pallone, ma con Gervinho che non fa lavoro difensivo deve tenere una posizione piuttosto ibrida), dove spicca per maturità e disciplina tattica. È un ruolo dispendioso quando il Parma è senza il pallone, dove Kulusevski deve continuamente alternare il pressing in avanti al centro alle corse alll’indietro sull’esterno. È un ruolo complicato anche da interpretare quando il Parma ha il pallone. Kulusevski alterna delle ricezioni sulla linea laterale, da dove parte poi in conduzione usando soprattutto l’esterno, a ricezioni nei corridoi centrali. È un sistema che ha bisogno di essere reso flessibile dall’interpretazione dei giocatori, e Kulusevski rompe spesso la linea per smarcarsi centralmente.

 

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Col pallone tra i piedi Kulusevski è un giocatore totalmente verticale, senza mezze misure. Quando riceve sull’esterno ama portare palla in conduzione e provare il dribbling, spesso: è quindicesimo in Serie A per dribbling tentati e ha una percentuale di riuscita ottima. Per dire, nel Parma prova lo stesso numero di dribbling di Gervinho, ma gliene riescono il 64% contro il 50% dell’ivoriano. Come Gervinho, però, anche Kulusevski dribbla usando soprattutto il fisico, la sua accelerazione e il suo fisico difficile da spostare. Nonostante dica di ispirarsi a Ronaldinho (“Amo la fantasia, avevo il suo poster in camera!”), e nonostante si sia presentato in Serie A con un elastico al Torino, non è questa la parte migliore del suo gioco.

Ciò che rende davvero speciale Kulusevski è la visione di gioco in verticale. La capacità di eseguire dei filtranti con l’interno del piede mentre è lanciato in velocità, anche con un coefficiente di difficoltà molto alto. Anche quando riceve nel mezzo spazio di destra ed entra all’interno del campo può effettuare filtranti pericolosamente precisi con l’esterno del piede. Pochi giocatori riescono ad abbinare la sua visione di gioco con una grande intensità. 

L’assist più bello di queste prime giornate è stato quello a Cornelius. La palla arriva esattamente sulla corsa del giocatore armandone il tiro.

Il Parma ha bisogno di giocatori creativi e produttivi sulla trequarti, e affida a Kulusevski tantissime responsabilità. Anche per questo lo svedese è il secondo per palle perse e il primo della squadra per passaggi sbagliati. Kulusevski passa la palla col 73% di precisione, peggio di lui in squadra tra i giocatori con almeno 300 minuti fanno solo Cornelius e Inglese. Al contempo è tra i migliori in assoluto del campionato (il dodicesimo) per passaggi chiave e, come già detto, assist.

Partendo da così lontano Kulusevski può vedere bene il gioco davanti a sé con molto campo davanti, ma al contempo conclude poco in porta, meno di 1 tiro per novanta minuti, nonostante abbia già segnato 2 gol. In ogni caso, Kulusevski rimane un giocatore con una selezione di tiro timida, non necessariamente un male.

Il Parma è di certo il contesto che lo ha aiutato ad esprimersi: Kulusevski ha trovato subito una squadra che gli ha dato fiducia e che gli ha permesso di giocare il suo calcio senza compromessi. Che gli chiede molto in termini di responsabilità, ma poco nell’associarsi ai compagni e a scendere a compromessi con un sistema complesso e che lo costringa a pensare di più. Nel Parma Kulusevski può correre in verticale e rischiare molto col gioco di passaggi, senza creare scompensi in un sistema prudente. 

Il suo stile di gioco in ogni caso sembra cucito su misura per le caratteristiche dei trequartisti esterni del 3-4-3 di Gasperini, a cui viene chiesto di prendersi molte responsabilità creative e di giocare il più possibile in verticale. Nel frattempo in questa manciata di partite abbiamo capito la contemporaneità del suo talento, quella di un trequartista molto fisico e verticale; nelle prossime ne capiremo anche i limiti.

fonte ultimo uomo.com

By marcodalmen
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