L'(im)potenza di un algoritmo
Ieri sera a Berna si è visto in campo un giocatore migliore per distacco "visibile" anche ad un ipovedente.
La partita di De Ketelaere, anche al netto delle due reti (una con aiuto del difensore) e dei tre assist, è parsa di un altro pianeta rispetto a tutti gli altri in campo.
Eppure la palma di MVP assegnata dall'UEFA è stata ad appannaggio di Mateo Retegui artefice di una ottima prestazione, di due reti e meritevole del titolo se non ci fosse stato in campo il belga.
Mi sono domandato quali fossero i parametri utilizzati dall'algoritmo (o dalla AI per dirla in termini più moderni) per determinare l'MVP ma non sono riuscito a trovare in rete.
Chattando con gli altri redattori del sito abbiamo pensato a chilometri corsi, palle giocate a buon fine, palle recuperate, zona di campo coperta, velocità media, occasioni oltre ad assist e gol.
Tutto sta a dare il giusto peso ad ogni componente e, almeno ieri sera, la sensazione di chi la partita la ha vista con gli occhi e non con i numeri, è stata un'altra.
Gli stessi numeri vengono poi usati anche per selezionare i giocatori da acquistare per formare una squadra ma credo che ad oggi, l'occhio dell'osservatore sia superiore alla fredda matematica.
ndr spero che ieri siano stati pochi gli spettatori di fede milanista a vedere la partita, lo potremmo sapere con le statistiche di vendita di malox odierne.