05/09/2025 | 11.40
56

L'ombra del recente passato



Davide Ferrario ha scritto un interessante pezzo su Il Corriere di Bergamo relativamente all'abbraccio che era seguito al nostro gol di vantaggio a Parma.

Osserva che, a mente fredda, l’aspetto più preoccupante della partita — più del risultato o della prestazione in campo — è stato il modo in cui la squadra e la panchina hanno festeggiato il gol di Pasalic. L’abbraccio collettivo, pur carico di significato e testimonianza di comunione, appare per Ferrario come un segnale eccessivo, quasi come se portasse in sé qualcosa di taciuto e psicologicamente ingombrante.

Secondo Ferrario, il modo in cui i calciatori hanno reagito suggeriva che quel gol rappresentasse per loro uno sbocco emotivo, la liberazione da una pressione accumulata, l’impressione di aver cambiato il corso degli eventi — magari proprio nei confronti delle attese dei tifosi. Era come se avessero già pensato di aver vinto la partita e di aver risalito la china, nonostante la crisi fosse tutt’altro che alle spalle. Questo, per l’autore, è indicativo del fatto che il problema principale non risiede sul campo, bensì nella mente dei protagonisti

L'autore continua inquadrando il contesto calcistico nella classifica: cita come emblematici i recenti passi falsi dell’Inter e del Milan in casa, la vittoria della Juventus ottenuta con i calci d’angolo in una sorta di remake allegriano, e la Roma che, nonostante abbia guadagnato i punti, sembra ancora una squadra in mano a Ranieri. Si dice che occorra tempo e che bisogna lasciare lavorare Juric — ma, secondo Ferrario, un problema mentale così radicato potrebbe essere diagnosticato anche da un giovane psicologo neolaureato: giocatori, allenatore, società, tifosi vivono ancora all’ombra del recente passato

Per lui è paradossale constatare come, dopo l’addio di Gasperini (il Gasp), l’opinione comune sulla pressione si sia capovolta: un tempo si diceva che l’ombra gravasse su Roma, oggi invece sembra calare su Bergamo. Anche gli infortuni e i guai fisici di Lookman, Ederson e Scamacca aggravano ulteriormente la situazione: è sufficiente un piccolo inciampo per trasformarsi in tragedia psicologica

Ferrario chiude con una riflessione: non è detto che “tutto andrà bene” — frase che risuona in un contesto già fin troppo solenne — ma persino se si stesse attraversando un anno di transizione sarebbe comprensibile. Tuttavia, se quel percorso deve essere vissuto con un’ansia così intensa, per lui “un anno di transizione” sembrerà interminabile.
By staff
56 commenti