L'ultimo baluardo "atalantino" tra il Napoli e lo scudetto
Stasera Roberto Piccoli, al momento ancora di proprieta' Atalanta, affrontera' il Napoli. Se non riuscira' a fermarlo con il suo Cagliari sara' il quarto scudetto partenopeo. Ecco cosa ha detto oggi alla Gazza
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«È stato un campionato intenso, pieno di emozioni e momenti importanti. Ho trovato continuità, segnato gol pesanti e per la prima volta ho raggiunto la doppia cifra in Serie A. Un traguardo che mi riempie d’orgoglio. Ci sono stati anche momenti difficili, qualche acciacco fisico, ma non ho mai mollato. Devo molto a mister Nicola: la sua fiducia è stata fondamentale. A Cagliari sono cresciuto tanto, sotto ogni aspetto. È stato bello ritrovare qui Zortea e Adopo che conoscevo da Bergamo. Ci siamo fatti le ossa insieme e anche loro stanno dimostrando il proprio valore. Con Carnesecchi invece ci sentiamo spesso, anche perché gli affitto casa. Il legame con l’Atalanta resta forte: è un club che continua a credere nei giovani e dà loro l'opportunità di maturare altrove. La cessione in prestito fa parte del percorso di un giovane calciatore. Non l’ho mai vissuta con frustrazione, anzi. Ogni prestito mi ha permesso di crescere. Adesso però sento l’esigenza di stabilità, di giocare con continuità. Voglio stare in campo, fare la differenza. Non sono uno che si accontenta di sedere in panchina. Il mio desiderio è quello di continuare a essere protagonista, ovunque sia. Non mi interessa far parte di una rosa solo per prestigio se poi non gioco. A Cagliari mi sono sentito valorizzato e restare sarebbe un’ottima opzione, ma dipenderà da ciò che decideranno le società. Il mio agente, Alessandro Lucci, parlerà con i club a fine stagione e si valuterà la situazione con serenità. Certo, indossare di nuovo la maglia nerazzurra è qualcosa che mi affascina. Sono cresciuto a Bergamo e tornare a vestire la maglia dell’Atalanta sarebbe un’emozione forte. È un club che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante. Ma ora sono concentrato su me stesso e su ciò che sto costruendo. Se un giorno ci sarà la possibilità di tornare e giocarmi le mie carte, lo farò con entusiasmo».
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