25/03/2022 | 14.15
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La femminile batte ai rigori l'Inter e va in finale al Trofeo Annovazzi contro il Milan

Le lacrime delle interiste e la gioia delle atalantine rappresentano l'incrocio emozionale più intenso di una serata magica. Dopo una strenua resistenza per tutti cinquanta minuti regolamentari, la squadra di Gennaro De Maria stacca ai rigori il pass della finale della Women's Bracco Cup Annovazzi da giocare contro il Milan, grazie al penalty decisivo griffato ancora una volta dal capitano Elena Vitale.

La partita. Dopo una fase iniziale di studio è l'Inter a impossessarsi maggiormente del campo. L'Atalanta, conscia della forza dell'avversario, gioca una gara accorta e puntuale fatta, di pressing e ripiegamenti anche delle giocatrici offensive. Verrini scalda i guantoni a Pellegrino prima del tentativo di Consolini. Santoro ci prova con una ripartenza fulminante sventata ancora dal portiere, mentre dall'altra parte è Testa a tentare una conclusione che sfila non lontano dal palo. Nel secondo tempo il match è ancora più polarizzato: Inter in controllo alla ricerca dello spazio, Atalanta blindata che disinnesca quasi tutti i tentativi delle ragazze di Zago, che non riusciranno nell'impresa sbloccare il risultato.

L'analisi. La superiorità delle milanesi cresce simile a una lenta marea, ma la manovra s'infrange sistematicamente come onde sugli scogli (in una partita del genere appare quantomai "delittuoso" il fatto che delle giocatrici già così forti debbano restare ingabbiate in un campo a 9, dove gli spazi sono intasati, e i cavalli del motore non possono dispiegare appieno la propria potenza). Nel secondo tempo, saggiamente, l'Atalanta blocca gli esterni in una difesa a quattro, accentrando la posizione di Vitale in supporto della punta Brugali. È un messaggio che sembra dire: «Venite a prenderci, ma sappiate che possiamo farvi male in ogni momento». L'Inter così attacca, ma con un occhio sempre aperto a non concedere ripartenze potenzialmente letali. Ne nasce una pressione prudente, un arrembaggio controllato che, nonostante la supremazia, non porta i frutti sperati.

La sfida tra capitane. L'avevamo annunciata come uno dei temi più interessanti, e non ha tradito le attese. La partita di Benedetta Santoro è trascinante: la sensazione di forza che sprigiona palla al piede è straordinaria; la sensibilità del primo tocco per saltare l'uomo e la sua progressione sono sempre micidiali. Le manca solo il gol, che troverà soltanto dal dischetto nella "lotteria" finale. Dall'altra parte Elena Vitale gioca una partita prima a tutta fascia, poi a tutto campo. I compiti difensivi nel limitano l'estro e la fantasia, che rimane tuttavia un fattore silente, nascosto, ma non per questo non temuto. La sua scintilla nel secondo tempo è sempre accesa e forse, come già accennato, quel sentore di pericolo latente è ciò che impedisce all'Inter un assalto più temerario. Fatto salvo il risultato, il duello personale si conclude sostanzialmente in parità. Se Santoro è Mark Lenders, Vitale è Oliver Hutton.

Le prestazioni. Una gara eccezionale da parte di tutte le interpreti. Nell'Inter impressiona nel primo tempo la padronanza di Giorgia Beduschi, perno di difensivo, capace all'occorrenza di alimentare l'azione partendo palla al piede. Ottima anche la partita di Lidia Consolini, che nella ripresa va più volte alla conclusione spingendo con determinazione sulla destra. Di Sofia Verrini i tentativi più pericolosi nel primo tempo, uniti a una prestazione generosa in ogni zona del campo. Nell'Atalanta è monumentale la prova di Angelica Ghisleni, che ingaggia infinite sfide con il capitano avversario. Con lei giocano un partitone anche Aurora Corbetta e Sara Parimbelli, ma è nel cuore del campo che Chiappa, Osypchuk e poi Cortinovis piantano le radici del duello e della resistenza. Decisivo sarà poi anche il secondo portiere, Sofia Belloli.

I rigori. L'Atalanta arriva ai tiri dal dischetto con il morale evidentemente più alto, e con il vantaggio di aver già sperimentato la tensione della circostanza nel quarto di finale contro il Monza, seppure in situazione opposta. Segnano per prime Santoro e Parimbelli, il primo errore è quello di Giada Cavallaro che vede il suo tiro respinto da Belloli. Mara Brugali porta così avanti la Dea, per un vantaggio che aumenta in maniera decisiva dopo il tiro alto di Cotugno. Non sbagliano Ghisleni e Giudici, e si arriva così a un replay di quanto era accaduto contro le biancorosse. L'ultimo rigore, quello più importante, è sui piedi di Elena Vitale: rincorsa, tiro, gol e finale contro il Milan servita.

 

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