La FIFA e la norma anti Atalanta (apparentemente)
Secondo quanto riportato da AS (al link il pezzo), la Fifa starebbe per comunicare ai suoi club una nuova norma che andrebbe a rivoluzionare completamente il meccanismo dei prestiti. Stando alle rivelazioni, la Fifa vorrebbe introdurre dal 2020/2021 il limite di otto giocatori in prestito over 22 per squadra che andrà poi a ridursi annualmente fino a consolidarsi nella stagione 2022/2023 con sei giocatori. Inutile evidenziare come l’Atalanta, con la sua cinquantina di prestiti, sarebbe una delle società più colpite da tale provvedimento.
Senza scatenare allarmismi inutili però si possono comunque fare una serie di considerazioni, sia sulla nostra situazione che sulla norma, in grado di tranquillizzare coloro che già ora gridano allo scandalo.
Prima di tutto, la qualità dei presiti. Oggi dall’Atalanta sono circa una ventina i giocatori in prestito (tenendo conto dei limiti dell’anno prossimo) ma non tutti sono dei prestiti “effettivi”. Giocatori come Berisha, D’Alessandro, Schmidt, Cornelius, Mancini, Cabezas, sono in prestito ma di fatto è solo una formula per spalmare il costo di cessione: se la norma entrasse in vigore basterebbe chiudere i rapporti in maniera anticipata (dilazionando gli incassi probabilmente). Altri sono in prestito ma con clausole (che generalmente non vengono esercitate) e di fatto vengono ceduti in prestito solo perché completamente ammortizzati e non comportano costi alla società come Lunetta, Tulissi, Eguelfi, Mattiello, Alimi, Tumminello che, con tutto il rispetto e tenendo sempre presente che le valutazioni sui giocatori non competono a chi scrive ma alla Società, non hanno molte probabilità oggi di rientrare nei piani dell’Atalanta. Cessioni o rescissioni si possono tranquillamente fare senza apportare alcun danno tecnico alla squadra.
Di fatto i veri prestiti, giocatori cioè su cui la società deve ancora fare valutazioni (sempre secondo il limite d’età), sono relativamente pochi: Radunovic, Pessina, Valzania, Reca, Carraro.
Dal punto vista generale invece la norma pare avere molto senso e poter essere un meccanismo utile al rinforzo di molte squadre poiché si andrebbe ad ostacolare quell'abitudine particolarmente antipatica per cui le big tendono a far incetta di prospetti e giocatori potenzialmente ottimi per molte squadre di A per poi piazzarli costantemente in prestito nella speranza che dal mazzo esca qualche fenomeno evidente. Nessuno nega l’importanza del meccanismo dei prestiti per i giocatori, infatti fino a 22 anni pure la Fifa non ha intenzione di normare nulla, ma è ragionevole ritenere che un giocatore a 23 anni sia compiuto nel suo sviluppo e quindi una società possa liberamente fare una valutazione di merito.