18/10/2024 | 10.25
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La figura del Mental Coach, affrontiamo l'argomento con Nicola Bonfiglio, professionista del settore

E' di queste ore la notizia che il Pisa è la prima squadra professionistica a stringere una collaborazione con un partner che metterà a disposizione in qualunque momento sedute di psicoterapia e coaching ai propri tesserati.

Ma cosa è un Mental Coach e a cosa serve?


L'abbiamo chiesto a Nicola Bonfiglio, professionista del settore che ha già collaborato con giocatori di serie A, B,e C:

Nicola: E' un allenatore mentale, aiuta le persone a far emergere il proprio potenziale, i propri talenti, a gestire le emozioni e le pressioni che a certi livelli sono molto elevate, per riuscire a far raggiungere l'obiettivo che il cliente si è prefissato.

Sigo: Nicola, come nasce la tua professione e cosa ti ha spinto in quella direzione?

Nicola: Nasce nel lontano 2003, allora ero un giovanissimo venditore di una grande catena commerciale e scopro questa figura un po' per caso durante un corso di comunicazione rivolto ai dipendenti e ne rimangono innamorato completamente. Negli anni successivi pertanto, decido di continuare a studiare e di fare formazione su me stesso per aumentare le mie competenze in materia, per poi a mia volta, negli anni seguenti, poter formare venditori, manager e altre figure professionali a contatto con il pubblico. Cinque anni fa, mi sono specializzato in Sport Coaching essendo un amante del calcio e da allora collaboro con calciatori e allenatori professionisti.

S: Quanto è importante allenare la mente oltre che il corpo? Può fare davvero la differenza nelle prestazioni?

N: Allenare la mente oltre il fisico è fondamentale se si vogliono raggiungere traguardi ambiziosi, in quanto mente e corpo sono due piatti della stessa bilancia, uno influenza l'altro e viceversa, sempre. Qualsiasi decisione, ogni movimento e azione che si svolge in campo, si decide in una frazione di secondo e gli input arrivano sempre dal cervello, che li trasferisce al corpo, pertanto bisogna essere ultra allenati per essere in grado di saperlo gestire sempre a proprio vantaggio. C'è un abisso tra chi allena il cervello e chi si limita ad allenare solo il fisico, puoi essere il giocatore più forte in assoluto, ma se la mente decide di bloccarsi iniziano i guai.

S: Negli altri sport quello del mental coach è una figura presente già da anni, soprattutto negli sport individuali, pensiamo ad esempio al tennis, piuttosto che alla box o all'atletica, perchè nel calcio come spesso accade si arriva sempre dopo?

N: Certamente, negli sport individuali la maggior parte degli atleti hanno tutti un Mental Coach che li aiuta concretamente, nel calcio siamo ai tempi del Medioevo, alcuni calciatori stanno iniziando ad avvicinarsi adesso a questo mondo. Inizialmente ti chiamano quando hanno dei problemi, poi dopo che inizi un percorso insieme, capiscono l'importanza di allenare anche la mente nel quotidiano e quindi non ti lasciano più. La tua domanda è molto azzeccata, infatti bisognerebbe "girarla" agli addetti ai lavori, come direttori sportivi, presidenti o allenatori che ancora oggi non conoscono questa figura, che non fa nient'altro che aumentare le performance sportive di ogni singolo atleta e di conseguenza il valore di quella rosa. Se il cervello fa parte del corpo e può influire nel determinare lo stato d'animo di una squadra di calcio in una partita, o in una stagione, come mai non si allena tutto questo aspetto durante gli allenamenti?

S: Quella del mental coach è una figura presente non solo nello sport, ma nella vita di tutti i giorni, pensi che molte persone non si affidino a questa figura anche per vergogna nel farsi aiutare da qualcuno?

N: La mia professione si sta affermando negli ultimi anni in diversi settori lavorativi, ci sono diverse aziende che credono molto nella valorizzazione del proprio personale, pertanto si affidano al lavoro con un Mental Coach che coopera per il benessere psicofisico dei loro dipendenti. Molte persone non conoscendo bene il lavoro che si fa nel concreto, hanno il timore di intraprendere un nuovo percorso ancora sconosciuto, tanti altri invece ne hanno vergogna, perché pensano che sia una debolezza farsi aiutare. Quando tu vai a fare un lavoro su te stesso, vai certamente ad ottenere un miglioramento sulla tua persona, sapersi conoscere è fondamentale se vuoi poter crescere. L'unica persona sicuramente con la quale dovremo convivere per tutta la vita, siamo noi stessi. Uscire dalle zona di comfort è dura all'inizio, è scomodo cambiare le nostre abitudini, ma è proprio lì che si ottengono i benefici, ognuno di noi è migliorato esattamente in quel momento.

S: Quando si parla di allenatori, viene da pensare che i più bravi non siano solo quelli bravi tatticamente, ma quelli che fanno rendere al meglio i propri giocatori, è il caso di Gasperini a Bergamo che sembra portare su un altro livello mentale tutti quelli che fanno tappa a Bergamo.

N: Gasperini è un maestro nel fare rendere al meglio ogni singolo calciatore delle sue rose, lui lavora benissimo ogni stagione con il "materiale" che si ritrova. Non è più un caso che, ogni anno l' Atalanta calcio vende i suoi pezzi pregiati, eppure il campionato successivo è sempre una Top squadra, che trova nei nuovi acquisti, degli elementi di assoluta qualità. Il segreto ovviamente è il lavoro che svolge da alcuni anni a Bergamo mister Gasperini, sulla valorizzazione di ogni atleta per farli rendere al meglio a prescindere dal loro recente passato. I migliori allenatori secondo me, sono quelli che curano molto la comunicazione con i propri calciatori o per esempio con i giornalisti in una conferenza stampa. Puoi essere il Mister piu' preparato tatticamente e conoscere davvero bene il tuo lavoro, ma se non sai come trasferire le informazioni ai tuoi calciatori non stai svolgendo bene il tuo ruolo. Il rapporto umano e comunicativo è fondamentale in qualsiasi settore, soprattutto con atleti che spesso sono giovanissimi o parlano altre lingue. Un altro Top allenatore emergente di cui si sentirà prestissimo parlare è Andrea Malgrati.

S: Per quale motivo consiglieresti alle società di avvalersi di questa figura, e quali pensi possano essere i punti di forza intraprendendo questa strada?

N: Nella vita in generale, c'è un abisso tra chi vuole migliorarsi e chi pensa di essere già arrivato e appagato, a prescindere dal ruolo che si ricopre in qualsiasi ambiente lavorativo. Allenare quindi la mente, è un aspetto importantissimo per ogni singolo calciatore, se si vuole essere più completi, avere un equilibrio anche fuori dal campo che ti permette di alzare l'asticella in ogni aspetto della vita. I punti di forza per un Club sono molteplici, dal miglioramento di ogni singolo atleta, al perfezionamento complessivo di tutta la rosa, che a inizio stagione ha un valore economico e concluso il campionato, ne avrà un altro nettamente superiore.

S: Tenere allenata la mente può essere importante anche per soffrire meno le sconfitte, e gestire meglio social e rumors di mercato?

N: Certamente si, la mente va allenata nel quotidiano a prescindere che le cose vadano bene o i risultati siano negativi. Le sconfitte fanno parte della nostra vita, saperle gestire è fondamentale se si vuole crescere, in quanto dagli errori si impara sempre tantissimo, puoi trarne dei vantaggi per il futuro se riesci ad analizzarli bene i giorni successivi al match. A volte invece, alcune vittorie nascondono delle lacune che non vengono fuori semplicemente perché il risultato della partita è stato positivo. Un altro aspetto fondamentale per i calciatori è lavorare e concentrarsi solo su se stessi, non dando potere ad elementi esterni come i procuratori o i commenti sui social, che possono solo distogliere l'attenzione e togliere di conseguenza potere a loro stessi. Bisogna quindi non lasciarsi disturbare dalle situazioni che non sono sotto la nostra sfera di controllo.

Ringraziando Nicola torneremo presto a parlare con lui di questa figura in futuro, andando a fondo a tutti gli aspetti di questo mondo affascinante.

By sigo
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