03/02/2022 | 16.39
24

La fine della Legge Bosman? By Millenovecentosette

Recentemente è uscito su atalantini.com un articolo il cui titolo probabilmente basta e avanza: “Gosens non voleva rinnovare con l’Atalanta”, frasi di Beppe Bergomi.
In questi termini la decisione dei Percassi di venderlo è stata obbligata, per quanto sofferta, i 25ml strappati, per quanto fuori dalla logica moderna del calciomercato, sono stati gran cosa, al pari dei 75 ml portati a casa da Commisso per Vlahovic.
Cifre comunque ragguardevoli per calciatori che volevano andare via e per farlo, avendo cartellini importanti, facevano leva sulla scadenza dei loro contratti.
Questo potere contrattuale c’è dal 1995 e prende il nome di Legge Bosman, negli anni ci sono stati sicuramente controversi addii, ma le perdite a parametro zero, quasi sempre di comun accordo tra giocatore e società, ci sono sempre state.
Ma questa possibilità rappresentata dalla Legge Bosman è stata messa in serio dubbio dalla crisi covid unitamente all’impazzire del calciomercato, che sta scrivendo record su record per quanto riguarda le cifre di acquisto/cessione di calciatori, dove calciatori giovani senza esperienza arrivano ad essere venduti per 80/100ml e altri appena più affermati fino a 200 ml.
Un mercato nel quale imprenditori occidentali si sono trovati a trattare con i signori del petrolio, proprietà medio orientali che hanno superato perfino le potenze cinesi, così i petroldollari di PSG e Manchester City hanno distrutto il mercato, ma se fino a qualche tempo fa anche altre società riuscivano a stare dietro a questo sperpero impazzito di denaro, col covid i debiti sono cresciuti in maniera esorbitante in tutti i settori, solo le società virtuose hanno riprogrammato la loro gestione per poter stare entro i limiti, le altre società hanno cercato vie traverse per ovviare a questi problemi.
La soluzione più appetibile si è dimostrata la legge Bosman: fare leva sulla presunta insoddisfazione di un calciatore che punta i piedi e non rinnova, decide di andare in scadenza con la sua società per poter accasarsi dove vuole alle cifre che vuole. L’unico problema per il calciatore potrebbe essere quello di dover “sprecare” mesi o intere stagioni in attesa che il contratto scada, ma in questo senso entrano in gioco i tentacoli del meccanismo perverso: i procuratori. Costoro iniziano ad operare mandando i “curricula” dei loro controllati ai più grandi club che in difficoltà economica non riesco a stare dietro a questo esasperato mercato.
Bergomi, ma anche Sconcerti, han paragonato la situazione Gosens, ma in maniera più accattivante quella Vlahovic a ciò che sta succedendo con Mbappe o che è successo con Donnarumma, Calhanoglu e molti altri.
Gli agenti possono strappare conguagli economici clamorosi dovuti al fatto che grazie alla loro mediazione i calciatori possono liberarsi a zero dalle loro società ed accasarsi dove vogliono, o in alternativa, come nel caso Vlahovic e Gosens, anticipare le operazioni con grandi risparmi da parte della società acquirente. Un esempio concreto: Gosens in estate non si sarebbe mosso per meno di 40 ml di euro, a gennaio invece sbarca a Milano per 25 ml. Si potrebbe pensare a una ricaduta pesante e una cicatrice non rimarginabile dopo l’ infortunio subito con gli svizzeri dello Young Boys, ma mettiamo invece che il desiderio di andare a guadagnare più soldi e magari una medaglia al collo abbia spinto lui e il suo entourage a cambiare sponda dell’Adda, così Percassi, pur andando Gosens in scadenza formalmente nel 2024, ha preferito monetizzare ora anziché rischiare di vederlo giocare demotivato (non credo) o soprattutto perderlo a zero. La cifra pattuite dalla società Inter agli agenti per questa trattativa non è nota, sono note invece quelle date a Darko Ristic, procuratore di Vlahovic, pari a quasi 15ml.
Questo perché? Perché le società acquirenti risparmiano quantità di denaro enormi sia prendendo il calciatore svincolato sia acquistandolo da una società che è obbligata a venderlo subito per non perderlo un domani a zero e un percentuale di quella delta risparmio viene poi tornata agli agenti sotto forma di commissioni.
Un modo di operare che forse ha introdotto ancora Mino Raiola ma che non può avere basi legittime.
Sarà necessario intervenire perché in questa situazione quelli che si stanno arricchendo sono senza dubbio gli agenti, figure losche che operano per chi gli va dietro.
In una situazione del genere non si può rimanere immobili, i guadagni degli agenti sono potenzialmente illimitati oltre che ingiustificati, una regolamentazione può calmierarne le cifre e magari contenere i prezzi schizzati esponenzialmente verso l’alto di calciatori che sembrano mettere al primo posto il denaro al successo sportivo.
By Otis
24 commenti