La fine di un Miracolo? non è (ancora) ora
Prestazioni come quella di ieri sera hanno bisogno di qualche ora in piu' per essere somatizzate
Gia' durante la partita leggevo di messaggi nei quali la nostra squadra ricordava molto quella di prima del Gasp, con gioco, risultati ed obbiettivi limitati. E devo dire che mi trovavo d'accordo
Sarà che, ultimamente, sfoggiamo in campo quattro olandesi ma la Dea mi ricorda molto il grande calcio totale degli Orange che, pur bellissimo, non e' andato da nessun parte se non entrare nella storia del calcio, tranne vincere un campionato europeo del 1988 quando il loro stesso "calcio totale" era ormai solamente un ricordo.
Un' altra sensazione che ho provato la si puo' paragonare al risveglio da un sogno bellissimo. Tutti quanti abbiamo sperimentato cosa vuol dire risvegliarsi mentre si e' tra le braccia di un uomo o donna stupendi oppure mentre si sta nuotando in una vasca piena di soldi oppure mentre ancora si stanno incontrando i tuoi cari che da tempo non sono piu' tra noi.
Si prova un amaro in bocca e una fitta al cuore che non tutti riescono a gestire ed a sopportare e il disagio del sogno infranto e' poi lo stesso di quello che si legge nelle centinaia di commenti delusi che attraversano il nostro sito in queste ore.
Forse e' ora che cominciamo a convincerci che sta arrivando il tempo di un nostro ridimensionamento. Non sto a dilungarmi sulle cause, potete impararlo dalle decine di commissari tecnici che lasciano le loro idee nelle nostre pagine.
Io, intanto, sento molto di essere grato ad una societa' che ha portato Bergamo, una citta' decisamente anonima nell'ambito dello Stivale (si badi bene, se vista dall'Estero) all'onore delle cronache sportive. Nello sport piu' popolare del mondo e per un tempo che pochissime altre provinciali hanno sperimentato, forse nessuna.
Certo, si poteva vincere qualcosa (e chissa' mai accada da qui alla fine, visto che, vi piaccia o meno, siamo ancora in corsa in tre competizioni) ma potevamo anche rimanere nel nostro anonimato centenario se non si fosse verificata la congiunzione astrale in panchina, in campo e sulle scrivanie di Zingonia che abbiamo sperimentato in questi anni.
La raccomandazione che mi sento di fare, senza tenerla troppo lunga, è quello di restare vicini alla squadra in questo frangente. Nulla e' compromesso visto che nemmeno e' finita l'andata, ma ci sono tutte le premesse perche' il pessimismo del momento ci trascini in situazioni ancora peggiori. Non e' da noi, non e' da bergamaschi e sarebbe da stupidi.
Raccogliamo i cocci e facciamo squadra, detto a noi e detto a Zingonia che spesso ci legge. Nulla e' perduto e non è ne' momento ne' c'e' ragione per piangerci addosso. I conti si fanno a fine anno (sportivo) e in questi ultimi campionati i nostri ragazzi hanno alla fine spesso smentito i pronostici dei corvacci di meta' stagione.
Se poi andra' male ci sara' tempo e modo di istituire processi e inquisizioni. Adesso e' solo tempo di cerotti e impacchi caldi, la stagione e' ancora lunga e nessuno (neanche a Zingonia, checche ne dicano) sa come andra' a finire.
Forza Atalanta
Calep
Gia' durante la partita leggevo di messaggi nei quali la nostra squadra ricordava molto quella di prima del Gasp, con gioco, risultati ed obbiettivi limitati. E devo dire che mi trovavo d'accordo
Sarà che, ultimamente, sfoggiamo in campo quattro olandesi ma la Dea mi ricorda molto il grande calcio totale degli Orange che, pur bellissimo, non e' andato da nessun parte se non entrare nella storia del calcio, tranne vincere un campionato europeo del 1988 quando il loro stesso "calcio totale" era ormai solamente un ricordo.
Un' altra sensazione che ho provato la si puo' paragonare al risveglio da un sogno bellissimo. Tutti quanti abbiamo sperimentato cosa vuol dire risvegliarsi mentre si e' tra le braccia di un uomo o donna stupendi oppure mentre si sta nuotando in una vasca piena di soldi oppure mentre ancora si stanno incontrando i tuoi cari che da tempo non sono piu' tra noi.
Si prova un amaro in bocca e una fitta al cuore che non tutti riescono a gestire ed a sopportare e il disagio del sogno infranto e' poi lo stesso di quello che si legge nelle centinaia di commenti delusi che attraversano il nostro sito in queste ore.
Forse e' ora che cominciamo a convincerci che sta arrivando il tempo di un nostro ridimensionamento. Non sto a dilungarmi sulle cause, potete impararlo dalle decine di commissari tecnici che lasciano le loro idee nelle nostre pagine.
Io, intanto, sento molto di essere grato ad una societa' che ha portato Bergamo, una citta' decisamente anonima nell'ambito dello Stivale (si badi bene, se vista dall'Estero) all'onore delle cronache sportive. Nello sport piu' popolare del mondo e per un tempo che pochissime altre provinciali hanno sperimentato, forse nessuna.
Certo, si poteva vincere qualcosa (e chissa' mai accada da qui alla fine, visto che, vi piaccia o meno, siamo ancora in corsa in tre competizioni) ma potevamo anche rimanere nel nostro anonimato centenario se non si fosse verificata la congiunzione astrale in panchina, in campo e sulle scrivanie di Zingonia che abbiamo sperimentato in questi anni.
La raccomandazione che mi sento di fare, senza tenerla troppo lunga, è quello di restare vicini alla squadra in questo frangente. Nulla e' compromesso visto che nemmeno e' finita l'andata, ma ci sono tutte le premesse perche' il pessimismo del momento ci trascini in situazioni ancora peggiori. Non e' da noi, non e' da bergamaschi e sarebbe da stupidi.
Raccogliamo i cocci e facciamo squadra, detto a noi e detto a Zingonia che spesso ci legge. Nulla e' perduto e non è ne' momento ne' c'e' ragione per piangerci addosso. I conti si fanno a fine anno (sportivo) e in questi ultimi campionati i nostri ragazzi hanno alla fine spesso smentito i pronostici dei corvacci di meta' stagione.
Se poi andra' male ci sara' tempo e modo di istituire processi e inquisizioni. Adesso e' solo tempo di cerotti e impacchi caldi, la stagione e' ancora lunga e nessuno (neanche a Zingonia, checche ne dicano) sa come andra' a finire.
Forza Atalanta
Calep
By staff