25/02/2024 | 16.00
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La Lega sui calendari: "E' anche colpa delle società"

Interessante pezzo del giornalista Luca Serafini su Filippogalli.com.
Ringraziamo chi ce l'ha suggerita.
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Il ping-pong sul portale www.milannews.it è nato per gioco. La provocazione l’ha firmata giovedì 15 l’amico e collega Franco Ordine, scrivendo in sostanza come sarebbe meglio che il Milan fosse eliminato alla svelta dall’Europa League, perché – per come sono strutturati i calendari in Italia – il ritmo imposto ai rossoneri non consentirebbe loro di reggere fino alla fine su entrambi i fronti. Il riferimento prendeva spunto, in particolare, da quell’impegno autunnale che vide la squadra di Pioli giocare mercoledì a Dortmund in Champions e il sabato a Genova in serie A.Ho risposto a Franco che a un milanista non si può e non si deve mai suggerire di rinunciare all’Europa, alle coppe, e casomai – ci fosse del “marcio in Danimarca” (dall’Amleto di Shakespeare, cit.) – si indaghi e si faccia un’inchiesta, come il nostro mestiere impone.

A seguito del mio editoriale ho ricevuto una telefonata dalla Lega Calcio di serie A, stanca di polemiche, sospetti, dubbi sulla composizione dei calendari, appunto. In parte, mi permetto di osservare, tappando una falla di comunicazione che probabilmente sarebbe potuta essere collocata da tempo.

Mi è stato spiegato anzitutto che la scelta è spesso dettata dalle stesse società: “Il prossimo Monza-Milan si poteva giocare di lunedì sera, abbiamo parlato con il club rossonero il quale ci ha risposto che non aveva alcuna difficoltà a giocare domenica, purché di sera. Abbiamo anticipato a Zlatan Ibrahimovic e Stefano Pioli che anche con l’Empoli, il prossimo 10 marzo (visto che gli ottavi di Europa League sembrano scontati dopo il risultato dell’andata col Rennes), avrebbero potuto giocare di lunedì, e ancora ci è stato risposto che non hanno problemi a giocare la domenica purché di sera, con grande soddisfazione anche di DAZN.

Allo stesso modo è stata la Roma a chiederci di giocare domenica prossima, a Frosinone, alle 18. Abbiamo colloqui assidui anche con l’Inter, con De Rossi, con Pradé, Gasperini, dirigenti, team manager… insomma con tutte le squadre italiane coinvolte nelle coppe europee”.

Il criterio generale è che “quando ci occupiamo – appunto – delle gare che interessano le 7 squadre impegnate nelle coppe europee, cerchiamo direttamente con loro un’intesa che le protegga dalle fatiche. La partecipazione alle manifestazioni continentali è generatore di un beneficio per tutto il movimento, a maggior ragione quest’anno con la possibilità di aumentare il ranking che potrebbe portarci a iscrivere 5 squadre in Champions. Nella fase a gironi vengono privilegiate le esigenze televisive, quando si arriva alle gare a eliminazione sono le priorità sportive a venire anteposte”.

La conversazione è proseguita con altri approfondimenti: “Il ‘back to back’ presenta una vasta composizione di impedimenti, ne citiamo qualcuno solo a puro scopo esemplificativo. Dopo gli incidenti tra le tifoserie un anno fa in autostrada A1, l’Osservatorio per le manifestazioni sportive ha chiesto tassativamente che da questa stagione Roma e Napoli giocassero sempre una in casa e l’altra in trasferta. Quando c’è il mercato a Verona il sabato pomeriggio, non possiamo far giocare i gialloblù, ma su richiesta della Questura – per motivi di ordine pubblico – abbiano dovuto prevedere la partita con il Napoli in una fascia diurna che è caduta di sabato alle 15. Infine, quando c’è il Gran Premio di Monza, avendo 4 città lombarde direttamente o indirettamente coinvolte, Monza, Atalanta e una tra Inter e Milan quel weekend le mettiamo in trasferta. Infine ci sono degli accorgimenti logici, come quello in cui – nella costruzione del calendario di serie A – impediamo che le squadre che giocano le coppe si incontrino fra di loro a cavallo degli impegni europei”.

La scansione è più semplice nella fase autunnale o se le squadre restano impegnate negli stessi giorni, “ma il Milan per esempio ha costituito un problema, perché in autunno ha giocato di martedì e mercoledì e adesso gioca di giovedì. E’ verissimo che i rossoneri giocarono a Dortmund il mercoledì e col Genoa a Marassi il sabato, ma quell’incrocio era molto complesso, determinato da una serie accavallamenti inevitabili: capiamo perfettamente il disagio, ma in una stagione può accadere a qualsiasi squadra. Però sappiamo bene che il risultato sportivo raramente è figlio di questi intervalli, lunghi o brevi che siano”.

Insomma, la tesi della Lega è che in tutti i modi si cerchi di pilotare il calendario secondo le singole richieste, dettate da necessità e problematiche differenti, sebbene talvolta la formulazione si presenti più complessa a scapito dell’una o dell’altra: “Nell’ultimo triennio abbiamo fatto dei miglioramenti, per esempio chi fa l’EL o la Conference da questa stagione non va mai più in campo la domenica alle 12.30 come è capitato l’anno scorso e 2 anni fa”.

E le questioni televisive? “Ogni tanto ci tocca forzare le libertà di scelta di Sky, magari compensandole in altro modo, ma è un esercizio complicato e delicato. La Lega non fa il tifo per una o per uno, ma per tutti, squadre e tv”.

Avete ascoltato le due, anzi le tre campane. Per quanto mi riguarda, mantengo la mia posizione da sempre: se stiamo giocando a carte e qualcuno bara al tavolo (e ne ho le prove), mi alzo e me ne vado, facendomi prima restituire i soldi. Altrimenti vado avanti a giocare: le società questo fanno. Lieto che una cordiale schermaglia dialettica (in gergo si dice “cazzeggio”) abbia portato a un risultato concreto: un comunicato stampa, ogni tanto, non guasta.

By staff
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