11/02/2025 | 11.40
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La lezione di vita di Astutillo Malgioglio

La vita come restituzione. «Perché mi reputo una persona fortunata: nel periodo in cui il dodicesimo non vedeva mai il campo, io ho giocato diverse partite nell’Inter dei record e ne ho perse soltanto due». Usa un dato calcistico, Astutillo Malgioglio, che ieri si è raccontato ai ragazzi dell’Oratorio della Volta, a Brescia, per descrivere la sua fortuna, anche se del calcio avrebbe forse fatto a meno.

Strano a dirsi per un portiere che – tra Bologna, Brescia, Pistoiese, Roma, Lazio, Inter e Atalanta – vanta oltre 200 presenze tra serie A, B e C. «Ma se oggi ripenso alla mia carriera – ha ammesso Malgioglio dinnanzi a una platea con tanti giovanissimi, intervistato da Fabio Tonesi del Giornale di Brescia – mi domando come ho fatto a fare il professionista: è un mondo chiuso, col quale ho faticato a convivere».

La vera passione di «Tito» Malgioglio, infatti, è stata aiutare ragazzi affetti da distrofia muscolare. «Molti erano bambini, per la verità, quando mia moglie Raffaella e io abbiamo iniziato a seguirli: ci siamo inventati qualcosa di nuovo, ossia la riabilitazione, che non esisteva perché per la medicina queste erano persone comunque destinate a morire. E invece sono ragazzi che danno il 110%, che insegnano a non mollare e che danno a noi tantissima forza. Quando conosci la vera sofferenza, sai dare peso ad ogni traguardo. E la gioia diventa ancora più vera, se condivisa. Ecco, mia moglie ed io siamo diventati parte di tante famiglie».

Malgioglio a Brescia ha giocato dal 1977 al 1982. Ma la sua svolta non è stata «di carriera», quanto piuttosto «di vita». «Qui, proprio nel 1977, anno in cui nacque mia figlia Elena, ho conosciuto la Domus Caritatis: mia moglie iniziò come volontaria. Poi mettemmo a punto un metodo scientifico di riabilitazione. E il progetto andò avanti, sfociando nella nostra palestra Era77, dove investivo i soldi che guadagnavo da calciatore».

La carriera nel calcio

Una convivenza difficile, si diceva. «Il mondo del calcio non vedeva l’ora di mandarmi fuori dai piedi. Ci fu l’episodio dello striscione dei tifosi laziali, poi subito rimosso, in cui venivo invitato a “tornare dai miei mostri”. Ma nessuno prese posizione, i media glissarono e pochi calciatori nel tempo mi sono rimasti vicini. La mia colpa? Pensare ai miei ragazzi più che a parare. Ma non ho rimpianti e, quando ho lasciato il calcio ho proseguito l’attività: non in palestra ma con l’assistenza domiciliare».

Astutillo Malgioglio, una grande persona prestata al calcio.


By staff
27 commenti
madonna
11 Febbraio 2025 | 20.42

Anche Glenn lo aiutò 

claudiocaniggia
11 Febbraio 2025 | 20.08

Solo quei mostri della curva nord di ******** laziali potevano esporre uno striscione del genere. Cosa vuoi farci....copai tocc e onore a Tito! 

Kaiser
11 Febbraio 2025 | 18.04

Non sapevo della tua storia ( leggo solo ora). 

non sarai famoso nel calcio.......

ma sei un campione nella vita e come uomo, quello lo sei tutta la vita e nessuno te lo puo negare!!

dneroblu
11 Febbraio 2025 | 16.50

Per chi non conoscesse altri dettagli della vita di questo grande uomo:

Malgioglio fa tre carriere parallele

Parallelamente gioca, aiuta i più debol e studia (si laurea in medicina). Non piace a tutti: il tecnico del Brescia Perani lo vende (“Quello pensa agli handicappati anziché parare”) e lui va alla Roma (“portavo i bambini disabili a Trigoria per la rieducazione, usavo la palestra della squadra dopo l’allenamento”. Dopo la Roma sceglie la Lazio in B e quello sarà l’anno più difficile della sua vita. In Curva Nord striscioni deprecabili, non gli viene perdonato nulla, gli ultrà gli distruggono anche l’auto con mazze e bastoni: “i tifosi non mi lasciavano in pace. Criticavano il mio impegno fuori dal campo, insultavano la mia famiglia. Mi sono sempre chiesto il perché di tanto odio; non ho mai preteso applausi, solo un po’ di rispetto”. Che invece non riservano neanche alla moglie e alla figlia. Fino al giorno della rottura definitiva.

Il giorno della rottura con i tifosi della Lazio

E’ il 9 marzo 1986 si gioca all’Olimpico Lazio-Vicenza. Il portiere è tutt’altro che sereno e compie due errori gravi che portano i biancorossi a vincere 4-3. In Curva Nord spunta lo striscione dell’orrore: “Tornatene dai tuoi mostri”. Malgioglio sbotta, uscendo dal campo si toglie la maglia, e dopo averci sputato sopra, la lancia con rabbia verso gli ultras della Lazio. Sospeso a tempo indeterminato, rescinde il contratto. All’Unità raccontò: “Mi tolsi la maglia con la consapevolezza di dire basta col calcio. I dirigenti si scatenarono e recitarono da ultrà. Proposero la mia radiazione. Quello che mi ferì di più, però, non furono le cattiverie nei miei confronti ma la totale mancanza di rispetto, di solidarietà, di pietà per quei bambini sfortunati che non c’entravano niente. ‘Mostri’, così li hanno chiamati. Il giorno dopo a Piacenza ho visto i genitori di quei bambini, che mi guardavano negli occhi. Non sapevo cosa dire. Mi sono vergognato per quei tifosi. Molti di quei bambini oggi non ci sono più”.

La seconda vita all’Inter

Astutillo torna a Piacenza a dedicarsi ai suoi ragazzi a tempo pieno quando il Trap lo chiama all’Inter a fare il dodicesimo di Zenga. Lì resta 5 anni: “A volte Trap entrava nella mia stanza, si fermava sulla porta e si metteva a piangere. Non diceva niente, ma in realtà mi parlava, aveva visto in me l’uomo. Con gli ingaggi dell’Inter rinnovai la palestra con attrezzature all’avanguardia. Riesce persino a coinvolgere Klinsmann che contribuisce alla causa con 70 milioni di lire.

Altro sliding doors: il 4 marzo 1990 al Flaminio si gioca Lazio-Inter e Zenga non sta bene, deve giocare Malgioglio. Fischi assordanti, e dalla Curva piove in campo di tutto. “Radioline, pile, bottiglie e io in piedi, senza mai cadere. L’arbitro non sospende la gara, io riesco a rimanere in piedi. Esco ferito. Il sangue che scende sul volto. La partita inizia con 15 minuti di ritardo per lancio di oggetti contro la mia porta. Mi dicono di tutto. Perdiamo 2-1 ma sono il migliore in campo. Poi restiamo bloccati negli spogliatoi per parecchio tempo. I tifosi volevano assalirmi”. Malgioglio gioca un’altra stagione con l’Atalanta, poi dice basta nel 1992, a 34 anni.

La crisi e la rinascita di Malgioglio

Nel 1994, per mancanza di fondi, deve chiudere la sua palestra. “Offrivo assistenza gratuita, e il denaro per un’idea del genere, l’unica possibile, non c’era più. Ho regalato i macchinari. Finché ho potuto, raggiungevo i pazienti a domicilio”. Subentra un momento difficile anche a livello personale, con un problema psicologico che lo mette a dura prova. Ma una volta lasciatosi la crisi alle spalle, la vita continua: “Pensavo di non venirne fuori – ha detto al Corriere della Sera – Ma ora ho ripreso ad aiutare gli altri con mia moglie Raffaella e sono molto felice. Mettiamo a disposizione la nostra esperienza: il Signore mi ha dato questo talento, mi ha detto di fare queste cose e io sono contento di servirlo. Mi sento libero, mi viene naturale. Perché, come dice il mio padre spirituale, le mani bisogna sporcarsele, mettendole anche nella m…”.

eligio71

In risposta a: dneroblu

12 Febbraio 2025 | 03.28

Grazie

elburroloco
11 Febbraio 2025 | 16.43

Sputare sulla maglia della Nazio non ha prezzo. ISUPP. Un onore poter vantarci di averti avuto nelle nostre fila. 


unodibergamo
11 Febbraio 2025 | 15.58

Conosciuto di persona durante un evento organizzato per raccogliere fondi destinati alla sua attività di supporto alle persone affette da disabilità....e devo dire che ho avuto l'onore di conoscere una grandissima persona.

Lilibet
11 Febbraio 2025 | 14.56

Erano gli anni in cui imparavo a leggere e facevo l’album calciatori Panini, ASTUTILLO MALGIOGLIO sono un nome e un cognome che non dimenticherò mai!

Glenn57
11 Febbraio 2025 | 14.49

Quando un calciatore può essere anche uomo… le parate migliori le hai fatte fuori dal rettangolo verde.  Grazie Astutillo.

viamilazzo
11 Febbraio 2025 | 13.44

9 marzo 1986: incredibilmente presente all'Olimpico per quel Lazio-Lanerossi 3-4. Ero militare alla Cecchignola e quando non ero di servizio andavo allo stadio a vedere le partite. Astutillo fece degli errori pesanti. Ma il pubblico fu a dir poco vergognoso, una vera cloaca, i laziali vomitarono insulti beceri ad un giocatore della propria squadra. E lui fece il famoso gesto... Da quel giorno la Lazio è una delle squadre che odio di più e per me ragazzo un'ulteriore conferma da quale parte schierarsi.

sono atalantino dal 1984
11 Febbraio 2025 | 13.19

GRANDE ASTUTILLO!!!!! COME UOMO ERI, SEI E SARAI SEMPRE IL NUMERO UNO!!!!!.... ricordo con piacere quando era all' Inter, il suo compagno Jurgen Klinsmann, dopo aver finito l' allenamento volle a tutti i costi andare con Astutillo nella sua palestra a Piacenza per vedere di persona di cosa si occupasse.... restò meravigliato nel vedere con quanta cura si prese dei suoi ragazzi.

Klinsmann passò tutta la giornata con lui e prima di farsi riportare a Milano senza dirgli niente gli staccò un assegno da 70 milioni delle vecchie lire e glieli donó per aiutarlo nella sua "attività".

È facile dire:" e vabbè che fatica....sai aveva i soldi".....ma non è da tutti....a quei tempi poi.

corra1907
11 Febbraio 2025 | 13.13

Manca il pezzo in cui klinsmann finanzio ' L'INIZIATIVA 

SOTAONOTER
11 Febbraio 2025 | 13.11

La Lazio sparirà.

eligio71
11 Febbraio 2025 | 12.59


Rudolf76
11 Febbraio 2025 | 12.49

Un grande 

ROMAGNANEROBLU
11 Febbraio 2025 | 12.45

Grandissima persona,un campione di umanità,

snake1907
11 Febbraio 2025 | 12.32

Meriterebbe ogni onore e gloria anche solo per aver sputato su quella lurida maglia vergognosa che è quella della Lazio

unadeaxidea
11 Febbraio 2025 | 12.22

Sono imbarazzato io, adesso, per i tifosi laziali e per un loro striscione di più di venti anni fa. Che vergogna 

BRETAGNA_NEROBLU
11 Febbraio 2025 | 12.19

Grande persona baffo Astutillo. Anche lui fa parte di quel calcio che non esiste più. Dove non esistevano social e le porte sui campi da gioco erano diverse in ogni stadio.

Sui tifosi della nazio ogni commento mi sembra superfluo 

BRETAGNA_NEROBLU

In risposta a: BRETAGNA_NEROBLU

11 Febbraio 2025 | 12.20

Grazie staff per il bell'articolo 

CESCO_DE_ALMEN
11 Febbraio 2025 | 12.13

laziale parto anale.

Astutillo grande uomo

robert1907
11 Febbraio 2025 | 12.09

"Inviolata ad ogni costo la porta io voglio, altrimenti lascio il posto al sostituto Malgioglio."

Non so perchè ma mi ricordo a memoria questa "poesia" letta sul guerin sportivo o su Topolino... i misteri della memoria...

dagliStates
11 Febbraio 2025 | 12.05
I tifosi laziali ci sono sempre quando si tratta di fare figure di m.... Detto questo, mi piace questo articolo, che dimostra che l'ammirazione e il rispetto per le persone non conoscono confini, neanche l'Oglio è un confine importante in questo caso. E più invecchio, più mi rendo conto che i veri valori stanno lontano dalle telecamere e dai giornali. Fa sempre più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. E anche l'Atalanta, in un certo senso, non fa eccezione. Mentre i giornali pompano gli ultimi acquisti di Giuntoli (più presunti che reali spesso... E comunque gli acquisti stressati vanno maluccio), noi ci identifichiamo in De Roon, Pasalic, gente che lotta per la maglia, senza fare le fighette da Alfio Muschio.
Cabeli
11 Febbraio 2025 | 12.03

Essere tifoso della Lazio è un livello di intelligenza 

amigosincero
11 Febbraio 2025 | 11.59

Grande Astutillo! Uomo con la U maiuscola, che più maiuscola non si può!! 

giuliano70
11 Febbraio 2025 | 11.58

Astutillo 0 presenze con la nostra maglia ma vero spirito Atalantino, prima chi ha bisogno, non le ospitate in televisione a parlare delle solite.

francesco1907
11 Febbraio 2025 | 11.44

Mitico.
non trovavo mai la sua figurina panini!!!