17/02/2018 | 11.40
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La mentalità dell’Atalanta

Il piano di gara di Gasperini aveva portato in vantaggio l’Atalanta a Dortmund, ma non è facile gestire la tensione in partite così difficili

Il discorso sulla mentalità che un allenatore sviluppa all’interno dello spogliatoio travalica gli aspetti tattici: a volte conta di più la ricerca delle parole adatte a creare il giusto clima, a sviluppare l’atteggiamento migliore. I due piani ovviamente si legano: perché per mettere a frutto i propri schemi è necessario creare una buona condizione mentale nei propri giocatori, e più gli schemi sono complessi, più la mentalità deve essere buona.

Il calcio proattivo e altamente codificato di Gasperini richiede sempre un mix di aggressività, intensità e coraggio estremamente efficace, ma la difficoltà della preparazione mentale aumenta quando si deve giocare in un palcoscenico grande: il Westfalenstadion (oggi “Signal Iduna Park”) con oltre 80.000 posti, nell’euforia di una gara ad eliminazione diretta europea, è senza dubbio uno dei banchi di prova più duri per una squadra di calcio, non solo tra quelli affrontati dall’Atalanta nella sua storia. Gasperini ha impostato perfettamente la partita non solo dal punto di vista tattico, ma prima di tutto sotto il profilo psicologico. Ha chiesto concentrazione, evitando la prospettiva psicologica passiva di chi semplicemente non ha nulla da perdere («Non dovrà mancare nei miei uomini la giusta mentalità e la personalità»), invitando i suoi giocatori ad affrontare il confronto con il Borussia Dortmund come una sfida e non come un brutale esame: «Questa partita servirà anche per testare il nostro valore attuale».

Ne è venuta fuori una prestazione di altissimo livello contro una squadra prestigiosa e dall’organico importante, seppur in difficoltà, nonostante il cambio di allenatore di ormai due mesi fa. La partita dell’Atalanta avrebbe assunto i toni del vero e proprio capolavoro se si fosse conclusa all’incirca con mezz’ora di anticipo, prima che alcune contingenze nel finale determinassero la vittoria del Borussia Dortmund per 3-2, un risultato che lascia comunque praticamente invariata la situazione in vista del ritorno. Come ha detto Gasperini stesso in una bella intervista a Wsycout: “Il risultato non è necessariamente la vittoria, ma il massimo dei tuoi obiettivi: la crescita”.

Il primo strappo del Borussia

Fin dalle scelte di formazione, Gasperini ha mostrato idee chiare su come affrontare il Borussia. A sorpresa, ma solo fino a un certo punto, l’Atalanta si è presentata senza attaccanti di ruolo, schierata con un 3-4-1-2 con Cristante trequartista alle spalle di Gomez e Ilicic. Nonostante lo schieramento posizionale non si adatti, sulla carta, al 4-2-3-1 messo in campo dal Dortmund, Gasperini ha adattato perfettamente il modulo alle esigenze del caso, per mettere l’Atalanta in condizione di fare il suo solito gioco.

Innanzitutto, l’assenza di un centravanti fisico nasceva dalla consapevolezza di affrontare due difensori centrali fortissimi nel gioco aereo come Papastathopoulos e Toprak, preferendo quindi puntare sulle abilità tecniche di Gomez e Ilicic. In secondo luogo, Gasperini ha nuovamente scelto di impostare il pressing a uomo lasciando almeno un avversario libero nella fase di impostazione avversaria, così da garantirsi la superiorità numerica arretrata.

Se Cristante seguiva Weigl ovunque, su Gonzalo Castro (l’altro mediano) usciva Freuler, anche quando i due centrocampisti del Borussia si schieravano in verticale, con Weigl davanti alla difesa. Di conseguenza De Roon scivolava verso destra in una posizione ibrida tra il terzino e l’esterno sinistro del Dortmund, pronto ad attaccare il laterale basso in caso di pressing iper-aggressivo (in seguito a retropassaggi o scarichi laterali). Si muoveva allo stesso modo Spinazzola, sul lato opposto, creando l’ordinata asimmetria dello schieramento atalantino.

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De Roon esce sul terzino sinistro (Toljan), mentre Spinazzola, dal lato opposto del pallone, resta in posizione tra il terzino destro (Piszczek) e l’ala (Pulisic).

In questo modo l’Atalanta ha costretto il Borussia al lancio lungo praticamente sempre, per circa un’ora di gioco.

Il Dortmund già in Bundesliga aveva più volte manifestato problemi di fluidità della costruzione del gioco, anche con il 4-3-3: molti giocatori tendono a schiacciarsi in avanti sulla linea degli attaccanti e in generale la squadra è disabituata ad abbassare molti uomini, o a giocare di prima con le distanze corrette per uscire in modo pulito dalla pressione. I lanci lunghi dei tedeschi hanno dato grande sicurezza all’Atalanta, che ha prevalso nei duelli aerei vinti (56% contro 44%) e tagliato fuori il target prescelto delle palle lunghe (Batshuayi non ha messo a referto alcun duello aereo vinto).

Come si vede bene dalla seconda pass map che trovate qui sotto, quella del Borussia Dortmund (fino al minuto 64: prima del cambio di Goetze per Reus) il piano difensivo dell’Atalanta è stato praticamente perfetto. L’uomo lasciato maggiormente libero, Piszczek, non riceveva mai lo scarico della circolazione bassa e il trequartista, Reus, non disordinava mai la linea bassa a 3 dei nerazzurri scendo tra le linee, ma invece si schiacciava a ricevere in avanti. La posizione in verticale dei due mediani non ha aiutato la circolazione e la mappa è davvero povera di passaggi.

bvb pass map bvbIl Borussia Dortmund, tuttavia, ha creato tutte le azioni più pericolose del primo tempo, chiuso in vantaggio grazie al gol di Schürrle. In fase difensiva il 4-2-3-1 si trasformava in 4-4-2, con le due punte (Reus e Batshuayi) disposte in orizzontale a schermare Caldara e il difensore centrale laterale dal lato della palla.

L’Atalanta non ha mai effettuato una giocata rischiosa, cambiando gioco sul difensore centrale opposto: in questo modo anche lei si è trovata costretta al lancio lungo su Ilicic o Cristante, o in alternativa a una palla verticale che pescasse la ricezione di Gomez e dello stesso Ilicic.

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Il 4-4-2 difensivo del Dortmund, con le punte in orizzontale. Reus esce sul centrale difensivo esterno del lato palla (Toloi) e nonostante l’abbassamento di De Roon (e il contemporaneo abbassamento di Cristante) l’Atalanta non riesce a costruire l’azione in modo pulito.

I difensori centrali destro e sinistro dell’Atalanta, quindi, rimanevano molto bloccati e questo impediva la creazione dei soliti quadrilateri sulle fasce laterali, lasciando a uno dei due attaccanti, all’esterno e al mediano dal lato della palla il compito di costruire le catene per risalire il campo.

A destra, Cristante e Ilicic si sono associati frequentemente alla catena, formando un quadrilatero, ma in questo modo hanno svuotato il centro del campo e di conseguenza anche il cuore dell’area di rigore.

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La pass map dell’Atalanta mostra in modo chiaro lo sbilanciamento a destra e i pochissimi passaggi effettuati dai difensori centrali esterni, che di fatto costringevano l’Atalanta a usare solo tre uomini per creare le catene laterali.

Nonostante la solita buona gestione del pallone sullo stretto, l’Atalanta ha concesso molti contropiede. In parte, sempre come conseguenza del fatto che i difensori centrali laterali non accompagnassero l’azione (togliendo una linea di passaggio sicura), in parte per errori banali dovuti alla tensione e all’emozione. Così, però, l’Atalanta ha messo il Dortmund nelle condizioni di sfruttare le proprie migliori caratteristiche, e alla mezz’ora l’ennesima palla persa ha scatenato la terribile transizione dei gialloneri, conclusa dall’assist di Piszczek per il gol di Schürrle da attaccante di razza.

La reazione dell’Atalanta

Già alla fine del primo tempo il Borussia ha abbassato la sua pressione, permettendo ai difensori atalantini di recuperare ossigeno in costruzione. Reus e Batshuayi hanno iniziato a orientarsi maggiormente sui mediani De Roon e Freuler, mentre la linea di centrocampo si è preoccupata maggiormente di limitare le pericolose ricezioni di Gomez e Ilicic. L’Atalanta ha recuperato campo ed è diventata maggiormente aggressiva, anche con le conduzioni di entrambi i suoi difensori centrali esterni. Ma, soprattutto, ha potuto sfruttare al meglio Cristante nel ruolo di trequartista “incursore”, fondamentale in assenza di attaccanti veri. La conduzione di un difensore, Toloi, è stata fondamentale nel gol dell’1-1 di Ilicic; mentre una conclusione di Cristante ha propiziato il gol del momentaneo 1-2, sempre di Ilicic, su ribattuta. Così, l’Atalanta è riuscita a ribaltare il risultato in cinque minuti a inizio secondo tempo, mettendo in pratica il piano di gioco pensato da Gasperini.

La naturale tendenza di Gomez e Ilicic ad allargarsi, sia nei mezzi spazi che nelle fasce laterali, ha attirato esternamente i difensori centrali del Borussia, dimostrando anche quanto sia complesso coprire il campo orizzontalmente con il 4-4-2. Si aprivano  importanti spazi per l’attacco alla profondità centrale di Cristante, soprattutto quando l’Atalanta costruiva da sinistra. Cristante in quel modo finiva per diventare il vero centravanti della squadra.

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Già dal primo tempo era evidente il piano di gioco di Gasperini, con Cristante che finisse ad occupare la posizione del centravanti. Qui sopra si vede come la catena laterale attraesse molti uomini del Borussia, tra cui il difensore centrale dal lato della palla (qui Papastathopoulos), scoprendo la zona centrale per Cristante. Una situazione simile al gol dell’1-2.

L’Atalanta, con Cristante a fare da centravanti “occulto”, ha aggiunto profondità e verticalità a una manovra già molto collaudata nel gioco, paziente e orizzontale, con grande capacità nel riciclare continuamente palloni nei triangoli e quadrilateri delle catene laterali. Il centravanti bravo spalle alla porta può essere maggiormente utile quando la squadra avversaria è schiacciata, per attirare fuori posizione un difensore oppure raccogliere i lanci lunghi, ma se l’avversario non si abbassa, un sistema come quello dell’Atalanta di ieri è ideale per aprire spazi in profondità.

Non è possibile trascurare, inoltre, la qualità elevatissima della prestazione di Ilicic. Lo sloveno ha messo a segno 6 dribbling sui 7 tentati, ma più in generale ha offerto una prova di rara intelligenza negli smarcamenti e nella gestione dei ritmi e del pallone. Si sottolinea spesso, giustamente, la preparazione di squadra di questa Atalanta sempre più sorprendente, ma i nerazzurri hanno compiuto questa strada anche grazie ad alcune individualità decisamente adatte al contesto.

Batshuayi ribalta la partita

L’ingresso in campo di Mario Götze al posto di Reus, insieme al progressivo calo di intensità e aggressività dell’Atalanta, hanno cambiato il contesto della partita nell’ultima mezz’ora. Un grave errore di Toloi in disimpegno (al 65′) ha spalancato le porte per il pareggio di Batshuayi e da quel momento il Borussia ha preso totalmente in mano il controllo delle ultime fasi di partita.

A quel punto Dortmund ha iniziato a costruire con calma dal basso, in assenza del pressing in parità numerica in zone centrali dell’Atalanta, e nonostante i gialloneri non abbiano giocate codificate il dominio territoriale ha permesso loro di sfruttare tutto il talento a disposizione. Götze si è mosso tra le linee dell’Atalanta molto meglio di quanto non abbia fatto Reus e in circa mezz’ora di gioco ha messo a segno più passaggi chiave (2) di tutti gli altri suoi compagni, a pari merito con Pulisic.

La posizione in verticale dei due mediani ha assunto un significato a quel punto: Gonzalo Castro ha iniziato ad avere più libertà di alzarsi anche lui tra le linee, anziché abbassarsi per aiutare l’uscita dal pressing. Il tutto, mentre Batshuayi ha preso totalmente in mano il controllo della trequarti offensiva, decidendo quando abbassarsi per effettuare efficaci e veloci sponde di prima o per liberare l’attacco alla profondità proprio di Götze e Castro, disordinando finalmente la difesa atalantina.

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I movimenti incontro tra le linee, soprattutto di Batshuayi, disordinavano la difesa dell’Atalanta. Qui Caldara inizialmente esce ma poi si preoccupa di coprire pericolosamente la profondità sull’inserimento di Castro e sull’assist del belga. Soltanto un miracolo in scivolata del difensore atalantino evita un probabile gol. 

L’ingresso in campo di Gosens al posto di uno stanchissimo Gomez ha abbassato ulteriormente l’Atalanta, spingendola prima verso un 5-3-1-1 difensivo, con Cristante a uomo sempre su Weigl e Ilicic lasciato da solo tra i due centrali, e successivamente in un 5-4-1 che lasciava ormai totale libertà alla costruzione del Borussia. Nemmeno il cambio di Petagna per Ilicic ha permesso all’Atalanta di difendere palla e risalire in qualche modo in campo negli ultimi minuti. In pieno recupero un meraviglioso assist di prima di Götze, bravo a sfruttare una respinta difensiva di prima intenzione, ha pescato Batshuayi che in pochi centimetri ha controllato e battuto a rete in un lampo per il 3-2 finale.

Il risultato rispecchia fedelmente la spettacolarità della partita, anche se l’Atalanta avrebbe meritato qualcosa in più. Entrambi gli allenatori hanno effettuato accorgimenti in fase difensiva ma il fatto che Gasperini abbia limitato una squadra tecnicamente più dotata dovrebbe dargli maggiore credito rispetto al collega Stöger, che deve necessariamente migliorare l’uscita dal pressing se vuole riportare il Borussia vicino ai livelli di qualche anno fa.

Come detto all’inizio, Gasperini ha stimolato positivamente i suoi giocatori dal punto di vista mentale, eppure a tradirlo sono stati alcuni disimpegni sbagliati, frutto anche della tensione, oltre al calo dei minuti finali che ha impedito quell’imprescindibile pressing attraverso il quale sono passate tutte le fortune dell’Atalanta, in questa come in altre partite. La gestione mentale di tutti e 90 minuti sarà una delle prossime sfide di questa squadra, che non smette mai di stupire.

fonte ultimouomo.it

By marcodalmen
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