28/05/2024 | 19.00
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"La mia coppa"

Curvaiolo della vecchia guardia a cui abbiamo chiesto impressioni sul giorno piu' importante della nostra storia, quello di mercoledi scorso, ci ha "buttato giu'" qualche riga

Il pezzo è dedicato a tutti quelli che hanno dato anni della propria vita per l'Atalanta, seguendola anche su campi impossibili, in condizioni magari difficili, pagando di tasca propria con moneta e tempo impegnato. E' dedicato a tutti coloro che hanno atteso cosi' tanto la vittoria di un titolo assoluto da inevitabilmente idealizzarla per poi viverla in maniera per forza diversa a fatto avvenuto. E' dedicato anche a chi non e' potuto esserci, non essendo piu' tra noi, dopo una vita ad aspettare invano, e sono tanti perche' 61 anni non passano in un attimo.
La coppa è e sara sempre anche loro

 

LA MIA COPPA

Una sensazione difficile da descrivere, un percorso in tutta la manifestazione fatto in crescendo…i gironi da primi della classe…la rinuncia delle trasferte di Lisbona e di Liverpool per motivazioni personali.

Quello 0-3 di Liverpool che mi piace pensare sia arrivato grazie all’intercessione di qualcuno che a Liverpool non ha proprio potuto esserci.

Marsiglia affrontata con grosse difficoltà…e poi Dublino: tensione, stress, ansia perché tutto andasse per il meglio per tutti. Perché la partita non è fatta dei soli 90 minuti ma inizia quando parti da casa e finisce quando a casa fai ritorno…era così negli anni delle continue salite e discese dalla B alla A e perfino nella parentesi dell’attuale Lega Pro ex serie C. Ed è così anche ora che viaggiamo e vinciamo in Europa.

Il primo goal…ed il secondo…ed al terzo goal quella rabbia uscita fuori con un balzo che…nemmeno il miglior Gianmarco Tamberi avrebbe potuto fare.

E quelle sensazioni di gioia immensa miste però a paura e preoccupazione.

Tra le tante citazioni di un noto filosofo tedesco, questa bene riassume quello che ho provato e che continuo a provare a distanza di giorni: “l’attesa del piacere è la stessa del piacere”.

Può sembrare una frase banale, ma è successo tantissime volte nella mia vita che attendere e desiderare che una cosa accadesse mi ha consumato a tal punto che l’attesa è stata forse più bella dell’evento. Quasi a mettermi della condizione di pensare e dire a me stesso: ed adesso che è tutto finito, come faccio?

Allora ripenso a quel passaggio del film “Febbre a 90” tratto da un romanzo di Nick Hornby:

[….l calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose. Dopo un po' ti si mescola tutto nella testa e non riesci più a capire se la vita è una merda perché l'Arsenal fa schifo o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per l'Arsenal quando avrei dovuto incazzarmi per altre cose, ho preteso troppo dalla gente che amo... Ok, va bene tutto! Ma... non lo so, forse è qualcosa che non puoi capire se non ci sei dentro. Come fai a capire quando mancano tre minuti alla fine e stai due a uno in una semifinale e ti guardi intorno e vedi tutte quelle facce, migliaia di facce stravolte, tirate per la paura, la speranza, la tensione, tutti completamente persi senza nient'altro nella testa... E poi il fischio dell'arbitro e tutti che impazziscono e in quei minuti che seguono tu sei al centro del mondo, e il fatto che per te è così importante, che il casino che hai fatto è stato un momento cruciale in tutto questo rende la cosa speciale, perché sei stato decisivo come e quanto i giocatori, e se tu non ci fossi stato a chi fregherebbe niente del calcio? E la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente, c'è sempre un'altra stagione. Se perdi la finale di coppa in maggio puoi sempre aspettare il terzo turno in gennaio, che male c'è in questo? Anzi, è piuttosto confortante, se ci pensi….].

Ecco, questa è stata la mia finale di Dublino e paradossalmente, se anche fosse andata male ed avessimo perso non sarebbe stata per me una tragedia…perché in fondo c’è sempre una nuova stagione che inizierà ad agosto…e con lei i sogni del tifoso che stanno in me.

 

Un ultrà dell'Atalanta

 

By staff
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