30/10/2017 | 09.46
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La moviola di Udinese-Atalanta: Rocchi promosso!? tutto, ma proprio tutto, sulle decisioni arbitrali che hanno deciso la partita

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La Gazzetta dello sport promuove a pieni voti l'arbitro Rocchi: per lui un 7 in pagella perchè è stato "perfetto sui rigori e senza aiuto Var. I falli c'erano e si assume la responsabilità di sanzionarli. Corretto l'annullamento del gol di Caldara:bravo Di Iorio. Kurtic in fuorigioco minimo sullo 0-1.

La moviola poi dice che "Kurtic sembra avere il piede in offside nell'azione che porta al vantaggio dell'Atalanta: per l'assistente Tegoni è in posizione regolare, la Var supporta questa decisione visto la mancanza di certezze su situazioni al limite. Occhio, è la direttiva arrivata dal designatore Rizzoli nelle scorse settimane: sarà la bussola fino al termine del torneo nell'attesa di affidare le valutazioni sul fuorigioco al guardalinee elettronico stile 'goal line'. Nel finale di primo tempo rigore per l'Udinese: netto il mani di Spinazzola su cross di De Paul. Qualche dubbio si può avanzare per la distanza ravvicinata, ma il 'braccio largo' inchioda il difensore. Nel finale penalty per l'Atalanta: ok, cintura di Maxi Lopez su Cristante. Poi annullato un gol a Caldara: sì,  fuorigioco".

fonte udineseblog.it

 

Ecco un'altra bella disamina dal sito lucamarelli.it (link riportato da Macaronzo):

Udinese – Atalanta 2 – 1

Gara complessa per Rocchi, con tanti momenti critici ben gestiti e con una rete che a molti è parsa irregolare. E che era decisamente irregolare.

Al minuto 29 Kurtic, su lancio filtrante di Toloi, porta in vantaggio l’Atalanta.
Rocchi convalida la rete, non venendo segnalata alcuna posizione irregolare da parte dell’assistente Tegoni:

La posizione di Kurtic è irregolare. Nonostante ciò, la rete viene convalidata.
Per quale motivo?

Su questo argomento si sta affermando, dietro precisa indicazione del designatore Rizzoli, la consuetudine di convalidare reti in fuorigioco di pochi centimetri, come già evidenziato giovedì scorso in sede di commento della decima giornata.
In quell’occasione mi sono trovato d’accordo con la linea generale, evidenziando l’attuale mancanza di precisione della tecnologia, dotata solo di due dimensioni, insufficienti per dirimere in termini certi posizioni di fuorigioco per questione di centimetri.

In questo caso, però, tale indicazione non poteva essere seguita: non si tratta, infatti, di pochi centimetri, ma di una posizione irregolare evidente, così come emerge dalle varie ricostruzioni video televisive.

Questa indicazione, per quanto comprensibile a livello di ratio, è molto pericolosa. La domanda che sovviene immediatamente è la seguente: a quanti centimetri finisce la tolleranza sul fuorigioco?

Tre? Cinque? Otto? Quattordici?

Sono numeri (volutamente) casuali. Il regolamento ci dice che un calciatore si trova in posizione di fuorigioco punibile nel caso in cui si trovi oltre il penultimo difendente ed oltre la linea del pallone.
Le direttive, in vigore da anni, sollecitano gli assistenti a lasciar correre nel caso in cui non abbiano certezze sulla posizione o meno di fuorigioco.
E’ ovvio che, in presenza della VAR, quest’ultima direttiva perda qualsiasi efficacia perché abbiamo a disposizione uno strumento che consente di superare l’indicazione generale, motivata dall’impossibilità dell’occhio umano di valutare posizioni di pochi centimetri. Ma oggi, ove l’occhio umano non arriva, arriva la tecnologia che fornisce uno strumento utilissimo per decidere con basso margine di incertezza.
Se, per estremizzare, possiamo avallare la posizione critica dell’organo tecnico in merito all’annullamento della terza rete di Kalinic in Milan – Udinese, in questo caso è un errore concedere la rete all’Atalanta perché Kurtic non è in ipotetico fuorigioco ma oltre il penultimo difendente in termini chiari.
Il rischio è che questi centimetri di tolleranza continueranno ad aumentare, concedendosi segnature sempre più irregolari. A mio parere è necessario intervenire subito, onde evitare che il margine si allarghi eccessivamente. La sensazione è che si stia mal interpretando il protocollo relativamente al chiaro errore: ebbene, un chiaro errore è concepibile in merito a contatti in area ma non per quanto concerne il fuorigioco. Una posizione di fuorigioco sfugge al concetto di “chiaro errore” perché un calciatore o si trova in posizione irregolare oppure viene rilevato in posizione corretta. Che il fuorigioco sia di 4 centimetri o di due metri e mezzo non conta nulla: è comunque una posizione irregolare.

Pensate solo a cosa accadrebbe se un episodio del genere dovesse decidere uno degli scontri al vertice…

Al minuto 45 Rocchi fischia il primo rigore della gara.
Dalla fascia destra d’attacco, De Paul crossa verso il centro il pallone che viene deviato dalla mano destra di Spinazzola:

Decisione ineccepibile.
Per quanto la distanza sia limitata (circa un metro, un metro e mezzo) il gesto di Spinazzola è punibile.
Ne approfitto per confutare quella che è, in concreto, una leggenda metropolitana: la distanza tra i calciatori, su un fallo di mano, non ha alcun valore dirimente.
Nel caso specifico, al momento del cross il braccio di Spinazzola si allarga verso il pallone. Probabilmente un gesto istintivo ma non per questo meno colpevole (o colposo, se vogliamo introdurre una terminologia alternativa).
Corretto il rigore, corretta la scelta di non intervenire con una sanzione disciplinare. Anche questa fattispecie permette di smentire un’altra leggenda: il fallo di mano non è sempre passibile di ammonizione ma solo quando impedisce il passaggio del pallone tra compagni. Nel caso di cross al centro, non essendo chiaro chi potrà essere il destinatario, il giallo è un’eccezione, il fallo semplice (od il solo rigore) la normalità.

Al minuto 83 il secondo calcio di rigore.
Maxi Lopez (evidentemente non troppo abituato a marcare l’avversario in area di rigore) entra in contatto con Cristante:

Posizione di Rocchi perfetta, fallo di Maxi Lopez evidentissimo, calcio di rigore indiscutibile. Anche in questo caso giusto non sanzionare Maxi Lopez con il cartellino giallo: il pallone è lontano, il fallo tanto sciocco quanto inutile e non tale da interrompere una chiara occasione da rete (ricordiamo che, in area di rigore, le sanzioni sono depenalizzate tranne alcune eccezioni).

In sintesi una buonissima giornata, pochi errori (non decisivi) e tanti aiuti della VAR. Nella gran parte dei casi consulti “volanti” precisi e tempestivi, fattispecie “lette e risolte” in pochi secondi, interruzioni quasi impercettibili. L’eccezione di Genova non appare come una criticità eccessiva sebbene due minuti appaiano un po’ troppi.

Nulla di male, era e rimane un percorso di crescita ampiamente previsto.

By marcodalmen
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