29/01/2018 | 21.00
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La nebbia agli irti colli, piovigginando sale - by Pagno

La nebbia agli irti colli, piovigginando sale

ASSEMBLEA ELETTIVA FIGC

In una sorta di epilogo specchio del nostro calcio, che dopo 60 anni non andrà al Mondiale, nella totale confusione politica e di idee, non si è riusciti a scegliere tra Gravina, Sibilia e Tommasi.
Testimonianza di ingovernabilità del nostro calcio.
Testimonianza che le riforme, nel nostro paese, non si vogliono e riescono a fare.
Il commissariamento invocato da Malagó, è divenuto quindi realtà.

Pagno

 

Da gazzetta.it:

Elezioni Figc, niente presidente: sarà commissariamento
Tra fumate nere e colpi di scena, l'assemblea elettiva della Federcalcio non ha eletto nessuno dei tre candidati (Gravina, Sibilia e Tommasi): ora la palla passa al Coni

Un commissario alla Federcalcio. Dopo una lunga giornata di votazioni e di trattative o presunte tali, il quarto scrutinio delle elezioni per il nuovo presidente certifica l’assenza di una maggioranza assoluta per uno dei candidati. Gabriele Gravina resta solo, circondato dalle schede bianche di Calciatori e Dilettanti che non permettono il raggiungimento del quorum: il presidente della Lega Pro si ferma al 39,06 contro il 59,09 per cento delle schede bianche. Saltano come birilli al bowling le varie ipotesi, l’ultimo tonfo è per un possibile accordo allo sprint fra il leader della Lega Pro e Cosimo Sibilia, scollinato per primo - ma di poco - nelle prime tre votazioni. E così il vero vincitore della giornata è Giovanni Malagò che aveva caldeggiato la strada commissariale per evitare lo scenario di un calcio impotente di fronte alle sue divisioni, incapace di costruire un nuovo cammino dopo la clamorosa eliminazione mondiale. Nelle prossime ore sarà la giunta Coni, come da statuti, a scegliere il commissario e la sua durata. “Forse a questo punto è giusto un intervento dall’esterno e forse non è un caso che siamo usciti dal Mondiale”, dice Tommasi.

ULIVIERI E NICCHI — La mattinata era cominciata con la sensazione di un vantaggio per Gravina: Ulivieri schierava gli allenatori con lui e non con Tommasi; il discorso di Nicchi faceva pensare che anche il due per cento degli arbitri fosse con il leader della Lega Pro. Nei tre discorsi dei candidati, Sibilia era il più polemico dando l’idea del nervosismo tipico di chi vede allontanarsi il traguardo. Il suo bersaglio era Ulivieri, “che non può certo dare lezioni di coerenza”.

TOMMASI NON SI SCHIERA — Erano però i calciatori a smarcarsi dalla prospettiva di un accordo con Gravina. Tommasi rilanciava con un discorso di alto profilo, respingendo al mittente la patente della vittima predestinata. Apriva su riforma dei campionati e abbattimento contrattuale per i calciatori in caso di retrocessione. La sua corsa si arrestava al terzo scrutinio, con un bottino di voti di poco superiore al venti per cento assegnato alla sua categoria. Ma era dopo che l’ex calciatore della Roma guadagnava ancora il palcoscenico: nessun accordo, nessuna confluenza su Gravina.

QUANTE VOCI — In mezzo al pomeriggio si è assistito a una successione di voci. Anche sul mancato accordo Sibilia-Gravina, che avrebbe visto il numero uno della Lega Pro assumere la presidenza in cambio di alcune deleghe importanti per quello della Lnd, ci sono ricostruzioni completamente opposte. Per Sibilia era tutto quasi fatto, per Gravina in realtà ci si è fermati prima di cominciare vista la distanza degli schieramenti.

STRADA LUNGA — Ora dunque il pallino passa al Coni che nominerà il Commissario. Il minimo che si possa dire è che la strada per la ripartenza del calcio italiano dopo la batosta con la Svezia, si presenta ancora molto lunga, anzi lunghissima.

By staff
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